Ecografia del terzo trimestre o di accrescimento: quando farla e perché?

Cos'è l'ecografia ostetrica del terzo trimestre e a cosa serve? Come si svolge a quanto costa? Ecco tutte le informazioni più importanti su questo esame!

L’ecografia del terzo trimestre è un esame che ha lo scopo principale di valutare la crescita del bambino. Per questo motivo, è anche detta ecografia di accrescimento, biometrica o del benessere fetale.

A differenza dell’ecografia di datazione e della morfologica, non è obbligatoria. Di conseguenza, non è offerta a tutte le donne in attesa, ma solo se il ginecologo o l’ostetrica la ritengono necessaria.

Ecografia di accrescimento: quando si esegue e a quante settimane?

L’ecografia di accrescimento fetale viene eseguita nel terzo trimestre e solitamente tra la 28a e la 32a settimana di gravidanza.

In alcuni casi, inoltre, l’esame può essere ripetuto intorno alla 36a settimana di gravidanza.

Ecografia di accrescimento: a cosa serve?

L’ecografia ostetrica del terzo trimestre permette di:

  • verificare la crescita del bambino e fare una stima del peso 
  • osservare e misurare gli organi e gli apparati
  • controllare la posizione fetale
  • individuare eventuali malformazioni non visibili in precedenza
  • valutare la posizione della placenta (e l’eventuale presenza di placenta previa)
  • controllare la quantità di liquido amniotico

In particolare, per valutare la crescita fetale, si misurano alcuni parametri specifici come:

  • CC= circonferenza cranica
  • CA= circonferenza addominale
  • BDP= diametro biparietale
  • FL= lunghezza del femore
  • OL= lunghezza dell’omero

Tutti questi valori vengono quindi confrontati con le apposite tabelle di riferimento.

Sempre durante l’ecografia del terzo trimestre si verifica la posizione del bambino all’interno dell’utero, che può essere:

  • cefalica, con la testa verso il basso
  • podalica, con la testa verso l’alto
  • traversa, in orizzontale
  • obliqua, in diagonale

In base a tutte queste informazioni, il ginecologo stabilirà la necessità di ulteriori approfondimenti.

Inoltre, se il bambino non fosse in presentazione cefalica, valuterà se procedere con delle manovre correttive per permettere un parto vaginale.

Ecografia di accrescimento: come si svolge e quanto dura?

Solitamente, questo esame viene effettuato per via addominale ed è preceduto da un colloquio con il ginecologo, che raccoglie tutti i dati aggiornati sullo stato di salute della futura mamma (peso, supplementi vitaminici, abitudini alimentari, esami più recenti, dubbi e domande).

In genere la durata dell’appuntamento è di circa 20-30 minuti, anche se può variare molto in base alla singola situazione.

Talvolta, infatti, può essere difficile effettuare le misurazioni richieste, perché il bambino sta crescendo e tende a muoversi molto spesso.

Inoltre, la presenza di sovrappeso o obesità, fibromi uterini, cicatrici o altre problematiche può rendere più difficile l’esecuzione dell’esame e prolungarne la durata.

Ecografia di accrescimento e flussimetria

In alcuni casi, l’ecografia del terzo trimestre può essere accompagnata da un altro tipo di esame ecografico, che serve a valutare la quantità e la velocità del sangue che scorre tra la placenta e il bambino.

Questa tecnica è detta flussimetria fetale e viene utilizzata per valutare il funzionamento della placenta e il grado di ossigenazione del feto, ad esempio se esiste il sospetto di un ritardo di accrescimento.

È importante sottolineare che la flussimetria fetale nel terzo trimestre non è un esame di routine e viene eseguita solo se il controllo biometrico ha evidenziato un scarso sviluppo o uno stop della crescita fetale.

In genere, infatti, nei casi selezionati o a rischio, questo tipo di ecografia viene proposto già nel secondo trimestre, a partire dalle 16 settimane di gravidanza, e viene poi ripetuto periodicamente per monitorare il benessere del bambino.

Ecografia di accrescimento: quanto costa?

In base ai nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) del 2017, l’ecografia ostetrica di accrescimento non rientra tra gli esami offerti gratuitamente in gravidanza tramite il Servizio Sanitario Nazionale, salvo particolari indicazioni.

Il costo è variabile e, a seconda della regione e della struttura in cui si esegue l’esame, può raggiungere anche i 150 euro.