Indice
- Cos’è il Virus Respiratorio Sinciziale
- Il vaccino anti RSV in gravidanza
- Perché fare il vaccino anti RSV in gravidanza
- A chi è consigliato il vaccino anti RSV in gravidanza
- Quando fare il vaccino anti RSV in gravidanza
- Come avviene la vaccinazione anti RSV in gravidanza
- Sicurezza e possibili effetti collaterali del vaccino
- Fonti
Cos’è il Virus Respiratorio Sinciziale
Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è la prima causa di infezioni respiratorie nei bambini di età inferiore a 2 anni. L’infezione da RSV si manifesta comunemente con tosse e raffreddore, ma nei casi più gravi può causare bronchiolite, un’infiammazione acuta di bronchi, bronchioli e polmoni che può portare a insufficienza respiratoria e richiedere il ricovero in terapia intensiva.
Secondo le stime attuali, in Italia l’RSV è responsabile ogni anno di circa 15.000 ospedalizzazioni e fino a 3.000 ricoveri in terapia intensiva di bambini nel primo anno di vita.
In particolare, il virus rappresenta la causa principale di ricovero ospedaliero nei neonati: la bronchiolite da RSV tende infatti a complicarsi con maggiore frequenza nei bambini di età inferiore ai 3 mesi.
In aggiunta, è bene ricordare che circa il 70% dei bambini colpiti dalla forma grave della malattia, negli anni successivi tende ad avere episodi ricorrenti di broncospasmo (restringimento delle vie aeree), mentre quasi il 50% sviluppa asma bronchiale.
Il vaccino anti RSV in gravidanza
Ad oggi non esiste una terapia specifica per la bronchiolite da RSV: la sola arma disponibile per proteggere neonati e bambini piccoli è rappresentata dalla prevenzione.
Fino a poco tempo fa, l’unica strategia raccomandata era l’immunizzazione di tutti i neonati con Nirsevimab, un farmaco contenente specifici anticorpi, detti monoclonali, in grado di impedire al virus di infettare le cellule dell’organismo.
Recentemente, tuttavia, è stato reso disponibile anche in Italia un vaccino anti RSV per le donne in gravidanza (Abrysvo), che con una sola dose permette di proteggere il nascituro fino all’età di 6 mesi.
Perché fare il vaccino anti RSV in gravidanza
La vaccinazione in gravidanza consente alla madre di trasferire anticorpi anti RSV al feto attraverso la placenta, proteggendo così il neonato durante i primi 6 mesi di vita.
Come riportato dal Position Paper condiviso dall’Associazione degli Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani e da altre Società Scientifiche, gli studi clinici hanno dimostrato che il vaccino riduce i casi gravi di malattia da RSV:
- dell’81,8% nei primi 3 mesi di vita del bambino (che corrispondono al periodo di maggiore vulnerabilità)
- del 69,4% nei primi 6 mesi.
A chi è consigliato il vaccino anti RSV in gravidanza
Le principali società scientifiche italiane (pediatriche, neonatologiche e ostetriche) raccomandano il vaccino:
- a tutte le donne in gravidanza, indipendentemente da condizioni di rischio del bambino;
- in particolare a chi affronta la gestazione durante la stagione epidemica del VRS (da ottobre ad aprile, con picco tra dicembre e febbraio).
Quando fare il vaccino anti RSV in gravidanza
Il vaccino Abrysvo può essere somministrato in una singola dose da 0,5 mL tra la 24ª e la 36ª settimana di gravidanza, tuttavia:
- I maggiori benefici per il neonato sono attesi quando il vaccino viene somministrato dalla 28ª settimana in poi e nei periodi di maggiore stagionalità (da settembre a marzo).
- È necessario un intervallo di almeno 14 giorni prima del parto per consentire il passaggio degli anticorpi al feto.
La maggior parte dei neonati, la cui madre è stata vaccinata in gravidanza, non necessiteranno della somministrazione di anticorpo monoclonalie Nirsevimab.
Se la mamma non si vaccina o il parto avviene prima dei 14 giorni previsti, il neonato potrà comunque ricevere la protezione tramite anticorpo monoclonale.
Come avviene la vaccinazione anti RSV in gravidanza
La vaccinazione si effettua con una normale iniezione intramuscolare (solitamente nel braccio), come avviene per altri vaccini.
Può essere somministrata nello stesso periodo degli altri vaccini raccomandati in gravidanza (Tdap, influenza, COVID-19), anche se alcune società scientifiche suggeriscono di mantenere almeno 2 settimane di distanza dal vaccino contro difterite, tetano e pertosse.
Sicurezza e possibili effetti collaterali del vaccino
Gli studi clinici hanno dimostrato che il profilo di sicurezza del vaccino è simile a quello di altri vaccini somministrati in gravidanza.
I dati raccolti su migliaia di donne mostrano che gli eventi avversi gravi sono stati rari e con frequenza simile tra vaccinate e non vaccinate.
Gli effetti collaterali più comuni sono:
- dolore nel punto di iniezione
- mal di testa
- dolori muscolari
- stanchezza o lieve malessere generale.
Questi sintomi si risolvono spontaneamente in pochi giorni e, se necessario, possono essere alleviati con paracetamolo, sempre sotto indicazione medica.
Fonti
- AOGOI, AIO, FNOPO, SIGO, SIMP, SIN E SIP, Vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale in gravidanza, (2024).
- Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Virus respiratorio sinciziale (RSV): che cos’è, come si trasmette e come si cura (2024), Marionegri.it
- Castelli Gattinara G, Virus Respiratorio Sinciziale (2024), Ospedalebambinogesu.it