L’infertilità è l’incapacità di concepire entro un anno di tentativi mirati (o entro 6 mesi se la donna ha più di 36 anni). Pe tentativi mirati intendiamo rapporti in concomitanza dell’ovulazione accertata e monitorata (con l’osservazione dei sintomi, con l’uso dei test ovulazione, il monitoraggio della temperatura basale ecc.).
L’infertilità comprende anche quelle situazioni in cui avviene il concepimento ma la gravidanza non viene portata a termine.
A una donna che non è mai riuscita a rimanere incinta verrà diagnosticata una infertilità primaria. Se una donna ha avuto almeno una gravidanza e un bimbo in braccio si parla di infertilità secondaria.
L’infertilità non è solo un problema femminile. Al giorno d’oggi nonostante i numeri e le statistiche dicano chiaramente che l’infertilità coinvolge in egual misure gli uomini che le donne, è sempre la donna che generalmente inizia per prima a fare accertamenti e a colpevolizzarsi sul non arrivo della gravidanza.
Circa il 40% dei casi di infertilità può essere attribuito all’infertilità femminile mentre i problemi degli uomini rappresentano un altro 40% di infertilità.
La restante percentuale può essere dovuta a una combinazione di infertilità maschile e femminile, oppure potrebbe non esserci una causa nota, e in questo caso di parla di infertilità idiopatica/inspiegata .
Cause di infertilità maschile
In generale, l’infertilità negli uomini è legata soprattuto a problematiche in termini di:
- concentrazione di spermatozoi nel liquido seminale
- motilità degli spermatozoi
- morfologia degli spermatozoi
Esistono una varietà di fattori di rischio, condizioni mediche e farmaci che possono influire sulla fertilità maschile
Fattori di rischio
I principali fattori di rischio associati all’infertilità maschile sono rappresentati
- età avanzata
- fumo di sigaretta
- abuso di alcol
- sovrappeso e obesità
- esposizione a tossine, come pesticidi, erbicidi e metalli pesanti
- malattie sessualmente trasmissibili
- caldo
Condizioni mediche
Le principali condizioni mediche che causano infertilità maschile sono: eiaculazione retrograda, varicocele, criptorchidismo, anticorpi anti spermatozoi, squilibri ormonali, ipogonadismo ipogonadotropo …)
Farmaci e droghe
L’assunzione di alcuni farmaci o droghe possono causare infertilità
Tra questi troviamo: farmaci per chemioterapia o radioterapia, farmaci per l’atrite reumatoide o la colite ulcerosa, farmaci per l’ipertensione, antidepressivi triciclici, steroidi anabolizzanti, marijuana e cocaina.
Ognuno di questi fattori o una loro combinazione può causare infertilità.
Cause di infertilità femminile
Le cause della infertilità femminile sono molteplici, e vanno ad interferire con i seguenti processi:
- ovulazione
- concepimento
- impianto dell’embrione in utero
Fattori di rischio
I fattori di rischio per l’infertilità femminile includono:
- età avanzata
- fumo di sigaretta
- abuso di alcol
- sovrappeso, obeso o significativamente sottopeso
- avere alcune infezioni a trasmissione sessuale che possono danneggiare il sistema riproduttivo
Condizioni mediche
Le principali condizioni mediche che interessano il sistema riproduttivo femminile e possono causare infertilità sono:
- disturbi dell’ovulazione, che possono essere causati dalla sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) o da squilibri ormonali come l’iperprolattinemia
- malattia infiammatoria pelvica (PID): un’infezione a carico dell’apparato genitale femminile;
- endometriosi
- fibromi uterini
- menopausa precoce
- cicatrici e aderenze da un precedente intervento chirurgico
Farmaci e droghe
Tra i farmaci e gli stupefacenti che possono influenzare l’infertilità femminile troviamo:
- farmaci chemioterapici o per la radioterapia
- uso prolungato di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) ad alto dosaggio
- farmaci antipsicotici
- droghe come marijuana e cocaina
Cicili mestruali molto irregolari e l’assenza di mestruaizoni sono due sintomi di cicli non ovulatori.
Cosa fare se la gravidanza non arriva?
Se state cercando di concepire da diversi mesi ma senza successo, ci sono degli approfondimenti diagnostici che diventano necessari.
Se state cercando una gravidanza da 12 mesi (o da 6 mesi se avete pi di 36 anni) è bene rivolgersi a un ginecologo specialista in infertilità di coppia.
Diventa necessario rivolgersi anche a un andrologo se nel maschio si verifica una delle seguenti condizioni:
- disfunzione erettile (DE)
- problemi con l’eiaculazione, come l’eiaculazione ritardata o l’eiaculazione retrograda
- diminuzione del desiderio sessuale
- dolore o gonfiore nella zona genitale
- precedente intervento chirurgico nella zona genitale
- esito spermiogramma non ottimale
A seconda dell’anamnesi e dell’esito dello spermiogramma, il medico potrebbe voler eseguire ulteriori test che possono includere: test ormonali, ecografia testicolare, test genetici
La fertilità femminile
La fertilità di una donna inizia a diminuire in modo evidente dopo i 35-36 anni. Le donne che hanno un’età inferiore ai 36 anni dovrebbe consultare un ginecologo esperto in infertilità dopo 12 mesi di tentativi mirati, oppure solo soli 6 mesi se ha più di 36 anni di età. Questo perché il fattore tempo dopo i 36 anni diventa molto importante.
Probabilmente il ginecologo vorrà verificare se l’ovulazione si verifica regolarmente, tramite monitoraggio ecografico o dosaggi ormonali specifici e chiedendo alla donna di monitorare i cicli con i test ovulazione e/o la temperatura basale.
Quali sono i trattamenti per l’infertilità?
Il trattamento dipende molto dalla problematica riscontrata (sempre se è nota), da quanto si sta cercando a gravidanza, dall’età della donna, dalla salute della coppia, e dalle preferenze di trattamento della coppia.
Trattamenti per l’infertilità maschile
Il trattamento è legato al tipo di problematica riscontrata. Le opzioni per gli uomini possono includere intervento chirurgico, farmaci e la fecondazione assistita.
La chirurgia può correggere eventuali ostruzioni che impediscono l’eiaculazione o correggere condizioni come il varicocele. In alcuni casi, gli spermatozoi può essere recuperati direttamente dai testicoli per essere poi utilizzati in un trattamento di PMA (ICSI in questo caso).
I farmaci possono essere usati per gestire squilibri ormonali. Possono anche essere usati per trattare altre condizioni che possono influenzare la fertilità maschile, come la disfunzione erettile infezioni che diminuiscono la qualità del liquido seminale.
Infine la fecondazione assistita permette di far avvenire la fecondazione o tramite FIVET, o tramite ICSI, con con gli spermatozoi raccolti nell’eiaculato o estratti chirurgicamente dai testicoli o donati da un donatore nella fecondazione di tipo eterologo.
Trattamenti per l’infertilità femminile
Come nei maschi i trattamenti possono includere interventi chirurgici, farmaci e il ricorso alla fecondazione assistita
Sebbene a volte la chirurgia possa essere utilizzata per il trattamento dell’infertilità femminile, è diventata più rara a causa dei progressi con altri trattamenti per la fertilità. La chirurgia può migliorare la fertilità nei seguenti casi:
- per correggere un utero di forma anormale
- per rendere pervie le tube di Falloppio
- per rimuovere fibromi
Il trattamento chirurgico dell’endometrioma trova indicazione nel caso in cui i sintomi siano o diventino resistenti alla terapia medica, o nei casi in cui le dimensioni aumentino o siano superiori ai 3 cm di diametro nelle pazienti infertili (ASRM 2014; ESHRE 2014).
Esistono una infinità di farmaci che possono aiutare la donna a regolare le attività degli ormoni legati alla riproduzione. Esistono trattamenti per la tiroide, per stimolare la crescita dei follicoli e indurre l’ovulazione e per sostenere la fase luteale.
Ovviamente se il problema della infertilità è legata a problemi di peso (in eccesso o in grave difetto) la terapia in questo caso riguarderà un percorso per raggiungere, assieme a un nutrizionista e in alcuni casi uno psicoterapeuta, il peso più salutare.
I trattamenti ddi fecondazione assistita sono i classici trattamenti rappresentati da FIVET, IUI, e ICSI.
Esistono trattamenti alternativi?
Ci sono tre principali vie naturali che potrebbero aiutare a migliorare la fertilità. Sono lo yoga, l’agopuntura e l’alimentazione.
Ovviamente nessuno di questi può fare nulla quando ad esempio il problema è rappresentato da ostruzione delle tube, o azoospermia ostruttiva.
Secondo una review del 2018 almeno il 29% delle coppie prova una qualche forma di trattamento dell’infertilità naturale o alternativo, da solo o per integrare i trattamenti tradizionali.
Agopuntura
L’agopuntura prevede l’inserimento di piccoli aghi sottili in vari punti del corpo. Si ritiene che questi punti possano aiutare a stimolare i flussi di energia del corpo.
Non ci sono prove definitive a sostegno dell’agopuntura come trattamento per l’infertilità.
Una recente review di studi clinici ha trovato prove limitate che l’agopuntura potrebbe migliorare sia l’ovulazione che le mestruazioni nelle donne con PCOS.
Yoga
Lo yoga comprende posture e tecniche di respirazione per favorire il rilassamento e diminuire i livelli di stress.
Gli studi sullo yoga come trattamento dell’infertilità sono limitati. Tuttavia, si ritiene che la pratica dello yoga possa essere utile per alleviare lo stress che può essere associato ai trattamenti per la fertilità.
Integratori
Il mercato propone una infinità di integratori per la fertilità. La maggior pare di questi integratori contengono folati, zinco, vitamina C, vitamina E e ferro.
Sulla loro efficacia è d’obbligo il punto di domanda.
Per riequilibrare la flora batterica sono utili i probiotici, che possono promuovere una sana digestione e migliorare il benessere generale.
L’importanza della flora batterica vaginale e la comprensione del complesso equilibrio che permette la protezione dalle infezioni, è oggetto da tempo di studi e ricerche. Recentemente però i ricercatori hanno iniziato a rivolgere la loro attenzione sul ruolo che il microbiota vaginale riveste nella fertilità della donna.
Dieta della fertilità
Ciò che mangiamo può influire molto sugli equilibri ormonali e di conseguenza anche sulla fertilità.
Per questo abbiamo scritto un libro sul tema (Le ricette della fertilità), per far capire come l’alimentazione possa interferire con la fertilità e dare spunti su cosa mangiare a livello pratico.
Alcuni consigli dietetici per aumentare la fertilità includono:
- scegliere i carboidrati con saggezza concentrandosi su cibi ricchi di fibre (come verdure e cereali integrali) evitando i carboidrati raffinati ad alto contenuto di zucchero
- evitare i grassi trans, presenti in molti prodotti alimentari fritti e lavorati
- sostituire alcune delle proteine animali con fonti proteiche vegetariane
- selezionare latticini ad alto contenuto di grassi (come il latte intero) invece di prodotti a basso contenuto di grassi
Mangiare sano e fare una regolare attività fisica moderata possono aiutare la fertilità sia maschile che femminile.
Monitorare la fertilità
Le donne sono fertili solo 5-6 giorni per ciclo mestruale. Sono i 3-4 giorni che precedono l’ovulazione, il giorno dell’ovulazione e il giorno dopo.
Monitorare l’ovulazione e quindi concentrare i rapporti nei giorni fertili (sono sufficienti rapporti a giorni alterni nel periodo fertile), può aumentare le possibilità di concepimento.
Un ovocita che viene liberato dal follicolo al momento dell’ovulazione, può essere fecondato entro 12-24 ore al massimo poi degenera. Gli spermatozoi possono vivere nel corpo di una donna fino a 3- 5 giorni, aumentando le possibilità di concepimento anche con rapporti lontani dall’ovulazione . Per questo motivo, la donna è effettivamente fertile per circa 5-6 giorni per ciclo mestruale.
L’ovulazione non avviene alla stessa ora ogni mese, quindi è importante riconoscere i sintomi dell’ovulazione.
I numeri dell’infertilità
In Italia 1 coppia su 5 ha difficoltà ad avere una per vie naturali
La diminuzione della fertilità maschile e l’aumento dell’età media in cui si cerca la prima gravidanza, hanno determinato un aumento dei casi di infertilità.
La fertilità diminuisce con l’età sia negli uomini che nelle donne, ma gli effetti dell’età sono maggiori nelle donne. A 30 anni, le donne sono circa la metà meno fertili rispetto a quando avevano 20 anni e le possibilità di concepimento delle donne diminuiscono significativamente dopo i 35-36 anni di età. Anche la fertilità maschile diminuisce con l’età, ma più gradualmente
Non mollare
Ricevere una diagnosi di infertilità non significa che il vostro desiderio di genitorialità non possa essere esaudito. Potrebbe volerci del tempo, ma un certo numero di coppie che soffrono di infertilità alla fine sono in grado di avere un figlio. Alcuni ci riusciranno da soli, mentre altri avranno bisogno di assistenza medica.
Il trattamento giusto per voi e il vostro partner dipenderà da molti fattori, tra cui la vostra età, la causa dell’infertilità e le vostre preferenze personali.
In alcuni casi, un problema di fertilità potrebbe non essere risolvibile. A seconda delle circostanze, il medico potrebbe suggerirvi di prendere in considerazione la donazione dei gameti (fecondazione eterologa) o l’adozione.
Risulta fondamentale per la coppia il supporto della famiglia, degli amici, dei gruppi di mutuo-aiuto e di professionisti specializzati. Il supporto psicologico per le coppie che ricorrono alla PMA è fondamentale.
Il gruppo invece rappresenta uno spazio di condivisione e sostegno, permette di lasciarsi andare parlando del proprio vissuto, mette in atto una collaborazione reciproca e un supporto emotivo.
Fonti:
Ministero della Salute, piano nazionale fertilità
Dunson, D. B., Baird, D. D., & Colombo, B. (2004). Increased infertility with age in men and women. Obstetrics & Gynecology, 103(1), 51–56.
Practice Committee of the American Society for Reproductive Medicine in collaboration with the Society for Reproductive Endocrinology and Infertility. (2013). Optimizing natural fertility: A committee opinion. Fertility and Sterility , 100 (3), 631–637.
Levine H, Jørgensen N, Martino-Andrade A, Mendiola J, Weksler-Derri D, Mindlis I, Pinotti R, Swan SH. Temporal trends in sperm count: a systematic review and meta-regression analysis. Hum Reprod Update. 2017 Nov 1;23(6):646-659. doi: 10.1093/humupd/dmx022. PMID: 28981654; PMCID: PMC6455044.
Mauro Busacca, Massimo Candiani, Vito Chiàntera, Cristofaro De Stefano, Alessandra Di Giovanni, Caterina Exacoustos, Lucia Lazzeri, Stefano Luisi, Mario Malzoni, Salvo Micalef, Fabio Parazzini, Valentino Remorgida, Renato Seracchioli, Flavia Sorbi, Michele Vignali, Errico Zupi, Felice Petraglia, LINEE GUIDA SULLA DIAGNOSI E TRATTAMENTO DELL’ENDOMETRIOSI