Prolattina alta e gravidanza: cosa è importante sapere

Le donne con iperprolattinemia (prolattina alta) tendono ad avere cicli irregolari o anovulatori, con conseguenti problemi di infertilità. Ecco perché e cosa fare.

La prolattina (PRL) è l’ormone che, durante la gravidanza, ha il compito di preparare il seno all’allattamento e, dopo il parto, di mantenere la produzione di latte. Per questo, nella donna incinta o che allatta, è normale osservare un aumento di prolattina nel sangue.

Questo ormone, però, ha un ruolo importante anche per la salute riproduttiva femminile, dal momento che contribuisce a regolare il ciclo mestruale, al punto che una produzione troppo elevata di prolattina al di fuori della gravidanza può interferire con l’ovulazione e portare a cicli mestruali irregolari, lunghi (oligomenorrea) o assenti (amenorrea), con conseguente infertilità o difficoltà a rimanere incinta.

In alcuni casi, inoltre, le donne che soffrono di iperprolattinemia lieve possono ovulare regolarmente ma non produrre abbastanza progesterone dopo l’ovulazione. Questa condizione prende il nome di difetto della fase luteale e può determinare un ispessimento insufficiente del rivestimento uterino deputato ad accogliere l’embrione, con conseguenti difficoltà di impianto o aborto spontaneo.

Prolattina alta: valori

In genere si parla di prolattina alta – o più correttamente di iperprolattinemia – quando i livelli di prolattina nel sangue superano i seguenti valori:

  • per le donne non in gravidanza: 2-29 ng/ml (nanogrammi per millilitro);
  • per le donne in gravidanza: 10-209 ng/ml;
  • per gli uomini: a 2-18 ng/ml.

Ricordiamo infatti che l’iperprolattinemia può colpire anche gli uomini, nei quali può causare problemi di impotenza e sterilità.

In ogni caso, è bene ricordare che questi valori non vanno considerati assoluti e che occorre rifarsi a quanto riportato dal laboratorio di riferimento (esistono infatti piccole variazioni o variazioni maggiori quando cambia viene cambiata l’unità di misura).

Prolattina alta: sintomi

I sintomi dell’iperprolattinemia possono variare da persona a persona. Alcune donne non presentano nessun disturbo, mentre altre possono sperimentare:

  • cicli irregolari o assenti;
  • difficoltà a rimanere incinta o infertilità.

Tra i sintomi e i segni meno frequenti possiamo poi trovare anche:

  • perdite di latte dai capezzoli (galattorrea)
  • calo del desiderio sessuale
  • secchezza vaginale
  • vampate di calore
  • bassa densità ossea
  • dolore al seno
  • aumento di peso
  • ritenzione di liquidi
  • irritabilità
  • aumento della peluria
  • ansia e depressione (molto raramente)

Come capire se si soffre di iperprolattinemia?

La diagnosi di iperprolattinemia può essere fatta attraverso dei semplici esami del sangue per misurare i livelli di prolattina.

Il prelievo va fatto a digiuno e in condizioni di relax, dal momento che stress e sforzi fisici possono aumentare la produzione di questo ormone. Inoltre, sarebbe preferibile eseguirlo all’inizio del ciclo, in quanto i livelli di prolattina tendono ad aumentare poco prima o subito dopo l’ovulazione. 

Successivamente, il medico potrebbe richiedere ulteriori indagini come la risonanza magnetica, per indagare le cause dell’eccessiva produzione di prolattina.

Iperprolattinemia: quali sono le cause e cosa fare se si cerca una gravidanza

L’eccesso di prolattina nel sangue o iperprolattinemia può dipendere da diverse cause, che fortunatamente sono spesso trattabili, consentendo di riportare i livelli di prolattina nella norma. Vediamo insieme quali.

Cause di iperprolattinemia lieve

L’iperprolattinemia lieve può essere dovuta a condizioni come:

  • stress
  • carenza di sonno
  • ipoglicemia
  • stimolazione dei capezzoli
  • attività fisica
  • ipotiroidismo
  • sindrome dell’ovaio micropolicistico (PCOS)

Livelli leggermente alti di prolattina non danno alterazioni del ciclo mestruale o problemi di infertilità, e spesso vengono trovati occasionalmente perché il medico richiede uno screening ormonale.

In questi casi, spesso è sufficiente ripetere il dosaggio della PRL in tre prelievi a distanza di 20 minuti circa l’uno dall’altro per vedere che la PRL si normalizza. Naturalmente, in presenza di ipotiroidismo occorre curare la tiroide.

Cause di iperprolattinemia moderata

L’iperprolattinemia moderata può essere dovuta all’utilizzo di farmaci come:

  • antipsicotici
  • neurolettici
  • antidepressivi
  • droghe leggere o pesanti
  • alcuni antipertensivi
  • alcuni farmaci per l’acidità gastrica

Per averne la certezza, in genere il medico richiede di sospendere il farmaco sospetto per 72 ore per poi ridosare la prolattina nel sangue.

Naturalmente, poiché alcune terapie non possono essere interrotte, il medico curante può sostituire il farmaco sospetto con un altro che potrebbe influire meno sui livelli di prolattina e quindi ripristinare i normali cicli mestruali.

In ogni caso ricordiamo che, indipendentemente dalla presenza o meno di prolattina alta, se si sta seguendo una terapia farmacologica è importante informare il medico prima di iniziare la ricerca di una gravidanza, per valutare che i medicinali prescritti e le dosi assunte non interferiscano con il concepimento o con il buon andamento della gestazione. 

Cause di iperprolattinemia grave

La causa più frequente di iperprolattinemia grave è rappresentata dai prolattinomi, ossia rari tumori benigni della ghiandola ipofisi che causano una iperproduzione di prolattina. In questi casi, il valore di prolattina nel sangue supera generalmente i 250 ng/ml.

A seconda delle dimensioni, i medici parlano di microprolattinomi (se inferiori al centimetro) e macroprolattinomi (se superiori al centimetro). Questi ultimi, essendo più grandi, possono causare sintomi da “compressione” come mal di testa, nausea e alterazioni della vista.

Sia micro che macroprolattinomi possono essere curati con efficacia. L’endocrinologo farà eseguire una risonanza magnetica dell’ipofisi per individuare il prolattinoma e misurarlo prima della cura. Poi inizierà una terapia a base di farmaci agonisti della dopamina (in genere cabergolina, più raramente bromocriptina), che riducono la secrezione di prolattina e il volume della formazione.

Entro due anni, spesso è possibile interrompere la cura in quanto il microprolattinoma si riduce di dimensioni fino a sparire. Per il macroprolattinoma ci vogliono invece cure più lunghe.

Appena viene iniziata la terapia, il ciclo mestruale e la fertilità vengono ristabilite per cui bisognerà decidere con il medico quando è opportuno programmare la gravidanza.

  • In caso di microprolattinoma la gravidanza non è controindicata, ma bisognerà sospendere la cabergolina non appena il test di gravidanza è risultato positivo.
  • In caso di macroprolattinoma, invece, è bene aspettare che la cura faccia effetto e cioè che il prolattinoma si riduca sostanzialmente di dimensioni. In alcune situazioni potrebbero essere necessari trattamenti aggiuntivi come la chirurgia prima che sia consigliabile una gravidanza.

In conclusione

Sebbene l’iperprolattinemia possa avere un ruolo nell’infertilità femminile (e maschile) di solito è una condizione altamente trattabile. I tassi di successo delle cure sono elevati e molte donne grazie alle terapie riescono ad abbassare i livelli di prolattina e recuperare la loro fertilità. Tuttavia, è possibile che anche altri fattori possano contribuire all’infertilità, pertanto viene spesso consigliato un check-up completo per determinare il miglior piano di trattamento.

Fonti

  • Centro Nazionale per la Cura dei Tumori dell’Ipofisi, Farmacologico (data assente). [Ultimo accesso: febbraio 2024]