Sempre più donne oggi sanno cosa sia l’endometriosi e ne conoscono – almeno in parte – i sintomi. Molte di loro, tuttavia, si chiedono se sia possibile “vedere l’endometriosi” durante una normale ecografia di routine dal ginecologo o se invece sia necessario rivolgersi a uno specialista ed eseguire esami più approfonditi.
Per rispondere in breve, possiamo dire che l’ecografia è uno degli strumenti chiave per diagnosticare alcuni tipi di endometriosi, ma solo se eseguita con protocolli specifici e da chi conosce bene la malattia.
Altre forme, tuttavia, tendono a sfuggire a questo esame anche se condotto da mani esperte e possono essere diagnosticate solo ricorrendo ad altri mezzi di indagine, come vedremo in questo articolo.
Indice
Tipi di endometriosi
L’endometriosi è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di tessuto simile all’endometrio in sedi anomale, al di fuori della cavità uterina.
A seconda della sua localizzazione, possiamo distinguere 3 tipi di endometriosi, che possono coesistere nella stessa donna.
1. Endometriosi superficiale peritoneale
Rappresenta la variante più comune della malattia. In questo caso, il tessuto simil-endometriale forma delle lesioni piccole e superficiali localizzate nel peritoneo (ossia la membrana che riveste sia la cavità addominale che gli organi in essa contenuti).
2. Cisti ovariche endometriosiche (endometriomi ovarici)
Sono più rare. Si tratta di cisti di dimensioni variabili localizzate nelle ovaie, spesso indicate con il nome di “cisti cioccolato” per il loro colore.
3. Endometriosi profonda (DIE)
È la forma meno comune e più grave della malattia: le lesioni sono formate da tessuto duro e fibroso e si infiltrano per più di 5 mm al di sotto del peritoneo, andando a invadere anche gli organi sottostanti.
Conoscere questa classificazione è importante, perché queste tre forme non hanno la stessa visibilità ecografica.
Endometriosi: cosa si può vedere all’ecografia
L’ecografia transvaginale (ossia eseguita inserendo la sonda ecografica all’interno della vagina) è l’esame di prima scelta per identificare le cisti ovariche da endometriosi (endometriomi).
Se condotta da un operatore esperto e applicando procedure specifiche, l’ecografia transvaginale permette inoltre di sospettare e diagnosticare anche la presenza di endometriosi profonda.
Diversamente, le lesioni superficiali del peritoneo restano spesso invisibili all’ecografia transvaginale.
Tuttavia, l’esperienza dell’operatore e la qualità della strumentazione possono fare la differenza, permettendo di evidenziare alcunisegni indiretti (detti “soft markers”)che – quando presenti – aumentano il sospetto di endometriosi.
Ciò può indirizzare la diagnosi e aprire la strada, se necessario, ad altri esami di approfondimento.
Diagnosi dell’endometriosi: l’ecografia di I livello (ecografia standard)
Da quanto detto finora, si può già intuire che l’ecografia eseguita dal ginecologo durante una visita di routine può non essere sufficiente per individuare o sospettare l’endometriosi, sia per la natura stessa dell’esame, sia per il livello di specializzazione dell’operatore.
L’ecografia standard o di I livello è comunque un primo step utile per esaminare:
- l’utero e i tessuti che lo costituiscono (ad es. il rivestimento interno, detto endometrio, o la componente muscolare, detta miometro);
- le ovaie e la presenza di eventuali cisti.
Un operatore adeguatamente formato, combinando questo esame con apposite manovre, potrà inoltre valutare altri aspetti importanti ai fini della diagnosi:
- la presenza di soft markers ecografici;
- la mobilità e la dolorabilità delle ovaie;
- la mobilità dell’utero e degli organi pelvici (manovra di sliding sign).
Per un esame più approfondito, tuttavia, è necessario ricorrere a un’ecografia più avanzata, detta di II livello, che richiede operatori esperti nella diagnosi della malattia.

Diagnosi dell’endometriosi: l’ecografia di II livello
L’ecografia di II livello è un esame complesso, che punta a identificare le lesioni superficiali e profonde. Durante l’indagine, viene studiata interamente la pelvi, inclusa la sua parte più profonda e posteriore (detta comparto pelvico posteriore), situata dietro l’utero e la vagina e davanti al retto.
In questa zona, si trovano strutture che possono essere sede di endometriosi profonda, come:
- il setto retto-vaginale, cioè lo spazio tra vagina e retto;
- la parete posteriore della vagina;
- il retto e il sigma, l’ultimo tratto dell’intestino;
- i legamenti utero-sacrali, che collegano l’utero all’osso sacro.
Quando richiedere un’ecografia per endometriosi e a chi rivolgersi
All’inizio del percorso diagnostico
Se si hanno sintomi sospetti (ad es. mestruazioni molto dolorose, dolore pelvico cronico, dolore durante i rapporti sessuali) e non si ha ancora una diagnosi, è utile richiedere una visita con ecografia al ginecologo di fiducia, per orientare la diagnosi e verificare se esistono lesioni visibili.
Se l’ecografia standard non evidenzia nulla ma i sintomi persistono
Se il ginecologo non è un ecografista esperto di endometriosi, il consiglio è quello di rivolgersi a uno specialista e valutare insieme a lui se eseguire un’ecografia di II livello e/o procedere con altri approfondimenti (ad es. risonanza magnetica o laparoscopia).
Se l’ecografia standard evidenzia o supporta il sospetto di endometriosi
Anche in questo caso, è bene rivolgersi a un professionista esperto nella diagnosi e nel trattamento della malattia, per valutare l’estensione e la gravità delle lesioni e pianificare la terapia più adatta.
In conclusione
L’ecografia transvaginale è il primo passo nell’iter diagnostico dell’endometriosi.
Quando eseguita con strumenti di alta qualità e da ginecologi ecografisti esperti, è un esame molto efficace per identificare endometriomi e lesioni profonde. Tuttavia, non è infallibile per tutte le varianti di endometriosi: un esito normale, quindi, non esclude la malattia, soprattutto in presenza di sintomi sospetti.
Se avverti dolori mestruali intensi, dolore durante i rapporti o altri disturbi tipici e l’ecografia di routine non ha evidenziato nulla, non fermarti a questo primo esame. Rivolgiti a un ginecologo con esperienza specifica o a un centro specializzato nella diagnosi e nel trattamento dell’endometriosi, dove potrai ricevere una valutazione più approfondita e personalizzata.