L’endometrio, ossia il rivestimento interno dell’utero, gioca un ruolo essenziale per la fertilità femminile.
Un endometrio troppo sottile o troppo spesso al momento dell’impianto può ridurre la probabilità di rimanere incinta, così come eventuali infezioni o patologie a carico di questo tessuto.
In questo articolo cercheremo di spiegare in modo chiaro e semplice come funziona l’endometrio e quali condizioni legate a questo rivestimento possono essere causa di infertilità.
Indice
Cos’è l’endometrio
L’endometrio è il tessuto che riveste l’interno della cavità uterina ed è composto da due strati:
- lo strato funzionale, più superficiale, che si modifica in base ai cambiamenti ormonali del ciclo;
- lo strato basale, più profondo, che resta sempre invariato.
Quando si parla di modificazioni dell’endometrio, quindi, in realtà si fa riferimento ai cambiamenti che avvengono nello strato funzionale.
Perché l’endometrio ha un ruolo fondamentale per la fertilità e la gravidanza
Tra una mestruazione e l’altra, sotto l’influenza degli ormoni estrogeni e progesterone, l’endometrio si modifica e aumenta di spessore per ospitare l’impianto di un eventuale embrione:
- se non avviene la fecondazione, si sfalda dando origine alle mestruazioni;
- in caso di concepimento, invece, l’endometrio accoglie l’ovulo fecondato e gli fornisce inizialmente il nutrimento necessario per crescere e svilupparsi.
Un endometrio sano e ricettivo, che al momento giusto sia pronto e disponibile all’impianto dell’embrione, è quindi essenziale per l’inizio della gravidanza.
Eventuali disturbi in grado di influenzare lo spessore o la ricettività endometriale possono infatti ridurre le probabilità di rimanere incinta o di portare avanti la gestazione.
Come funziona l’endometrio (in parole semplici!)
Prima dell’ovulazione
Nella prima parte del ciclo mestruale, quella che precede l’ovulazione, l’endometrio si ispessisce e si arricchisce di vasi sanguigni, per supportare la crescita dell’eventuale embrione.
Questo stadio è governato dagli estrogeni e prende il nome di fase proliferativa.
Dopo l’ovulazione
Quando viene liberato un ovocita maturo, il livello di estrogeni cala bruscamente ed entra in azione il progesterone.
Inizia così la fase secretiva o secretoria del ciclo, in cui le ghiandole dell’endometrio cominciano a rilasciare nutrienti per l’embrione in caso di impianto.
Inoltre, durante questo processo (detto “decidualizzazione”), le cellule endometriali espongono in superficie delle speciali proteine per segnalare all’embrione che l’endometrio è ricettivo (cioè pronto per l’impianto) e per facilitare l’attecchimento.
Un endometrio non ricettivo non permette l’impianto dell’embrione.
Curiosità
Normalmente l’endometrio è rivestito da una sorta di “scudo protettivo” costituito da glicoproteine (ossia proteine legate a molecole di zucchero), che serve come difesa contro l’attacco di virus e batteri.
Circa 5 giorni dopo l’ovulazione, l’azione del progesterone rimuove questa barriera protettiva proprio per favorire l’impianto embrionario.
Dopo l’impianto
Se l’embrione attecchisce, attiva la produzione del cosiddetto ormone della gravidanza o gonadotropina corionica umana (hCG), che a sua volta stimola la produzione di progesterone e quindi il mantenimento dell’endometrio.
Se l’impianto non avviene o – per qualche altro motivo – i livelli di progesterone non sono abbastanza alti, la fase secretiva termina e lo strato funzionale dell’endometrio inizia a sfaldarsi per essere espulso con le mestruazioni.
Quando l’endometrio può causare infertilità
Endometrio sottile
Uno spessore inadeguato dell’endometrio al momento dell’impianto può ridurre le probabilità di gravidanza.
Attualmente, tuttavia, non esiste una definizione universale di endometrio sottile. In generale, tuttavia, possiamo dire che uno spessore endometriale inferiore a 6 mm è considerato non idoneo all’impianto nei trattamenti di fecondazione assistita.
Endometrio spesso
Anche un endometrio troppo spesso può ostacolare il successo di una gravidanza.
Sempre parlando di fecondazione assistita, si considera poco idoneo all’impianto uno spessore endometriale superiore ai 15 mm.
Difetto della fase luteale (insufficienza luteale)
Si parla di difetto della fase luteale o insufficienza luteale quando le ovaie non producono abbastanza progesterone dopo l’ovulazione.
Come conseguenza, l’endometrio può non riuscire a raggiungere o mantenere lo spessore adeguato per consentire l’impianto o il proseguimento della gravidanza, aumentando il rischio di infertilità o aborto spontaneo.
Tra le condizioni che possono causare un difetto della fase luteale possiamo citare:
- endometriosi
- sindrome dell’ovaio policistico (PCOS)
- disturbi della tiroide
- obesità
- stress
- esercizio fisico eccessivo
- disturbi dell’alimentazione (come l’anoressia)
Endometriosi
L’endometriosi è una malattia cronica caratterizzata dalla crescita anomala di tessuto simile all’endometrio fuori dall’utero.
Questa condizione può interferire in vari modi con la ricerca della gravidanza.
Ad esempio, può causare la formazione di aderenze (ossia bande di tessuto cicatriziale) a livello degli organi riproduttivi e compromettere il loro funzionamento, oppure ridurre la recettività dell’endometrio o la capacità di decidualizzazione, ostacolando così l’impianto dell’embrione.
Adenomiosi
L’adenomiosi è una malattia cronica che consiste nella crescita anomala dell’endometrio nel miometrio, lo strato muscolare che compone le pareti dell’utero.
Anche l’adenomiosi, come l’endometriosi, può causare infertilità, ostacolando l’impianto o aumentando (seppur lievemente) il rischio di aborto spontaneo.
Endometrite
L’endometrite è definita come un’infiammazione o un’infezione dell’endometrio.
Questa condizione può ostacolare l’instaurarsi della gravidanza, ad esempio causando la formazione di aderenze all’interno della cavità o della cervice uterina.
La presenza di microrganismi e di infiammazione, inoltre, può alterare la recettività dell’endometrio e, attivando le difese immunitarie, impedire l’impianto dell’embrione o aumentare il rischio di aborti spontanei.
Sindrome di Ashermann
Consiste nella massiccia formazione di aderenze intrauterine (dette sinechie). Si tratta di una complicazione che può insorgere ad esempio in seguito a un raschiamento uterino o un aborto mancato o incompleto.
L’elevata presenza di tessuto cicatriziale può ostacolare il concepimento ma anche causare aborti ripetuti, a causa della minore capacità di distensione dell’utero.
Altre condizioni
Oltre ai disturbi che abbiamo elencato esistono anche altre condizioni e patologie legate all’endometrio che possono causare infertilità.
Tra queste possiamo citare:
- malattia infiammatoria pelvica, un’infezione che può coinvolgere anche l’utero e la cervice uterina;
- polipi endometriali o uterini, neoformazioni benigne dell’endometrio.
Endometrio e infertilità: i sintomi da non sottovalutare
Esistono alcuni sintomi che possono associarsi a disturbi legati all’endometrio e che è bene conoscere per poter richiedere una visita di approfondimento.
Tra questi troviamo:
- cicli mestruali irregolari
- mestruazioni dolorose
- mestruazioni molto abbondanti
- spotting intermestruale
Se hai uno o più di questi sintomi, rivolgiti al tuo ginecologo per una valutazione.
Cosa fare in caso di infertilità
Quando la gravidanza non arriva dopo 12 mesi di tentativi (6 mesi se la donna ha più di 35 anni), è bene rivolgersi a un ginecologo specializzato in fertilità.
In base alla storia clinica della coppia, il medico deciderà quali visite ed esami effettuare per identificare la causa dell’infertilità, come ad esempio:
- dosaggi ormonali
- ecografia di base
- ecografia di secondo livello
- isteroscopia
- biopsia endometriale
Una volta individuate le possibili cause, si potranno concordare gli eventuali trattamenti necessari. In alcuni casi, ad esempio, potrebbe essere sufficiente una terapia ormonale, mentre in altri potrebbero essere richiesti altri interventi, come un trattamento chirurgico o il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA).
Fonti
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