Le posizioni della placenta: anteriore, posteriore, fundica e previa

La placenta è un organo fondamentale durante la gravidanza, perché permette lo scambio di sostanze (nutritive e di rifiuto) tra mamma e bambino.

La sua posizione all’interno dell’utero dipende dal punto in cui avviene l’impianto dell’embrione. Tuttavia, con il procedere della gravidanza, la placenta può spostarsi leggermente, a causa dell’espansione dell’utero e della crescita del feto.

In questo articolo, esamineremo quali sono le possibili posizioni della placenta e spiegheremo quali sono normali e quali invece sono considerate a rischio.

Quando si forma la placenta?

La placenta è un organo temporaneo, che si forma pochi giorni dopo il concepimento e che viene espulsa dopo il parto, nella cosiddetta fase di secondamento.

La sua origine è duplice, perché nasce da una sorta di “fusione” tra i tessuti della madre e quelli del bambino. Per questo motivo, è composta da due parti:

  • una componente materna (detta decidua basale), che si sviluppa dalla mucosa che riveste l’interno dell’utero
  • una componente fetale, che prende origine dallo strato più esterno della blastocisti, ossia la massa di cellule da cui si formerà l’embrione.

A cosa serve la placenta?

La placenta collega mamma e bambino attraverso il cordone ombelicale e svolge delle funzioni essenziali per il feto:

  • gli fornisce i nutrienti e l’ossigeno necessari per la crescita
  • elimina le sostanze di scarto
  • agisce come un filtro, impedendo il passaggio di alcuni batteri, virus o sostanze nocive
  • produce alcuni ormoni essenziali per il proseguimento della gestazione, come l’hCG e il progesterone

Per tutti questi motivi, la salute e il corretto funzionamento della placenta hanno un’importanza fondamentale durante la gravidanza.

Immagine schematica che illustra la posizione del feto e della placenta.

Posizione della placenta: quando è normale?

La posizione della placenta dipende da dove si impianta l’embrione nelle primissime settimane di gravidanza. Normalmente, si parla di:

  • placenta fundica, quando la placenta è localizzata nella parte superiore dell’utero, detta fondo;
  • placenta laterale, quando si inserisce sul lato destro o sinistro;
  • placenta posteriore, quando è posizionata sul retro dell’utero (tra il bambino e la colonna vertebrale);
  • placenta anteriore, quando è localizzata nella parte anteriore (tra la pancia e il bambino).

Queste posizioni sono tutte fisiologiche, anche se alcune sono più comuni di altre. In alcuni casi, tuttavia, può accadere che la placenta sia posizionata in basso e vada a coprire completamente o in parte la cervice, ossia l’apertura dell’utero. Questa condizione viene definita placenta previa e richiede quasi sempre un parto cesareo.

Placenta bassa non significa placenta previa!

È importante sottolineare che l’osservazione di una placenta bassa durante le ecografie del primo o del secondo trimestre di gestazione non dovrebbe essere motivo di allarme, in quanto non comporta necessariamente lo sviluppo di una placenta previa.

Molto spesso, infatti, quest’organo tende a spostarsi verso l’alto con il procedere della gravidanza, in seguito alla progressiva crescita dell’utero. Per questo motivo, in genere si dovrebbe parlare di placenta previa solo dopo la 28a-30a settimana.

Anche in questo caso, inoltre, la diagnosi di placenta previa dovrà essere confermata con un’ecografia nelle ultime settimane di gravidanza, perché è proprio in questa fase che si assiste allo “spostamento” maggiore della placenta.

Posizione della placenta: la placenta fundica e la placenta laterale

La placenta viene definita fundica quando si trova a livello del fondo uterino (che al contrario di quanto sembrerebbe indicare il nome rappresenta la parte superiore dell’utero, opposta alla cervice). Questa condizione è la più comune e non desta particolare preoccupazione.

Si parla invece di placenta laterale quando l’inserzione è sulla parete destra o sinistra dell’utero. Questa posizione, pur essendo del tutto fisiologica, è quella che si incontra con minore frequenza.

Posizione della placenta: la placenta posteriore

Quando la placenta è localizzata sul retro della cavità uterina viene definita posteriore. Questa condizione permette alla mamma di percepire meglio i movimenti fetali e solitamente è associata ad un posizionamento ottimale del bambino per il parto (ossia con la schiena rivolta verso la pancia della madre).

Posizione della placenta: la placenta anteriore

La placenta viene definita anteriore quando aderisce alla parete anteriore dell’utero. Questa posizione è considerata normale e solitamente non causa problemi alla mamma o al bambino. Tuttavia presenta alcune differenze rispetto ad altre sedi. 

Placenta anteriore e movimenti fetali

Quando la posizione della placenta è anteriore, potrebbe essere più difficile percepire i movimenti fetali, specialmente quando il bambino è piccolo. In questo caso, infatti, la placenta agisce come una sorta di “cuscinetto” che attutisce i movimenti e li rende avvertibili un po’ più tardi nel corso della gravidanza.

In ogni caso, via via che il bambino cresce, la mamma imparerà a riconoscere la sua attività. Se il feto dovesse cambiare il suo ritmo abituale e muoversi meno del solito, sarà importante contattare il ginecologo o l’ostetrica.

Inoltre, in caso di placenta anteriore, sarebbe bene evitare di usare i kit casalinghi di monitoraggio del battito fetale, poiché potrebbero non essere attendibili.

Placenta anteriore e amniocentesi

La presenza di una placenta anteriore può rendere più difficile l’esecuzione dell’amniocentesi, un test prenatale che serve a diagnosticare eventuali anomalie genetiche del feto.

Per questo, nel caso in cui si scelga di eseguire questo esame, è ancora più importante rivolgersi a operatori e strutture di comprovata esperienza, che svolgano questa procedura di routine (come ad esempio dei centri di terzo livello).

E se la placenta si abbassa?

Più raramente, può accadere che durante la gravidanza la placenta scenda leggermente, invece di spostarsi verso l’alto, andando a coprire parzialmente o totalmente la cervice uterina (placenta previa). Se questo abbassamento dovesse durare fino al parto, si dovrà ricorrere quasi certamente al parto cesareo per far nascere il bambino.

In questo caso, l’unica differenza tra placenta bassa anteriore e posteriore è che la prima condizione potrebbe richiedere di eseguire l’incisione dell’utero un po’ più in alto (ad esempio a livello del fondo).

Naturalmente, sarà il ginecologo a scegliere la via migliore da seguire, basandosi sull’esame ecografico.