Parto podalico naturale: quando è possibile e quali sono i rischi

Esistono delle condizioni in cui è possibile offrire un parto podalico vaginale alle donne che lo richiedono. Ecco quando si può scegliere, quali sono i rischi e il video di un caso reale.

Sempre più spesso, si sente parlare in rete del cosiddetto parto podalico naturale, ossia della possibilità di partorire per via vaginale anche se il feto si trova in posizione podalica, evitando un parto cesareo programmato.

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza sulle indicazioni e sui rischi di questa procedura, che può essere eseguita solo in situazioni ben precise e in centri specializzati con operatori esperti.

Parto podalico naturale: perché non si esegue di routine?

Quando il feto non è correttamente posizionato con la testa verso il basso al momento del parto, i medici programmano in genere il taglio cesareo. Per quale motivo?

La ragione è facilmente comprensibile. Quando il bambino è pronto per nascere, la sua testa preme sul collo dell’utero e stimola la dilatazione. Se il feto è in posizione podalica, la pressione delle natiche e delle gambe è inferiore e non riesce a ottenere la stessa dilatazione. Di conseguenza, la testa potrebbe fare fatica a passare laddove il resto del corpo è fuoriuscito senza problemi, con possibili rischi per il bambino.

D’altra parte, il parto cesareo richiede comunque un intervento chirurgico e, come tale, presenta a sua volta dei rischi.

Ecco perché, salvo controindicazioni, intorno alla 37a settimana di gravidanza il ginecologo proporrà alla futura mamma di eseguire alcune manovre per tentare di girare il feto podalico a testa in giù.

Inoltre, la posizione fetale verrà controllata ecograficamente fino al momento del parto. Talvolta, infatti, il bambino può ruotare spontaneamente anche a fine gravidanza, rendendo possibile il parto naturale.

Quando si può scegliere un parto podalico naturale?

In alcune situazioni il parto podalico naturale non è una scelta, ma una necessità. Nel caso di un parto precipitoso, ad esempio, la mamma potrebbe arrivare in ospedale quando il bambino è praticamente già pronto per nascere. In tal caso, i medici metteranno in atto tutte le misure per ridurre i possibili rischi.

Esistono poi delle condizioni in cui è possibile offrire un parto podalico vaginale alle donne che lo richiedono. Naturalmente, sarà il ginecologo a valutare se questa opzione è praticabile, a seconda della specifica situazione.

Tra i criteri di selezione per poter eseguire il parto podalico naturale troviamo innanzitutto le seguenti condizioni:

  • non devono esistere controindicazioni al parto vaginale (ad es. placenta previa);
  • la donna non deve aver subito un precedente taglio cesareo;
  • non devono essere presenti anomalie fetali in grado di complicare il passaggio del bambino;
  • il peso fetale stimato deve essere compreso tra 2 e 4 kg (no IUGR, no macrosomia);
  • il parto deve avvenire dopo le 36 settimane di gravidanza;
  • il travaglio deve insorgere spontaneamente (no induzione);
  • il feto non deve presentare iperestensione della testa (ossia la testa inclinata all’indietro con un angolo maggiore di 90°);
  • la presentazione podalica deve essere franca o completa (come da immagine sottostante);
  • deve essere presente personale esperto.

Inoltre, non devono essere presenti alterazioni del battito cardiaco.

Immagine del feto in posizione podalica completa, incompleta e franca

Infine, è bene sapere che difficilmente i medici proporranno il parto podalico vaginale a una donna alla prima gravidanza. Di solito, infatti, questa opzione viene riservata a chi ha già partorito naturalmente e presenta quindi dei tessuti “meno tonici”, che si distenderanno più facilmente al passaggio del bambino.

Come avviene il parto podalico naturale?

Il parto podalico naturale potrebbe essere più lento di un parto in presentazione cefalica.

Solitamente, la prima fase è di semplice attesa. Se tutto procede per il verso giusto sarà il feto a ruotare e a permettere l’espulsione spontanea di tutto il corpo. Al massimo, l’operatore sosterrà il corpo nelle fasi finali di espulsione della testa. 

In alcuni casi, un volta espulse le natiche, il ginecologo potrebbe dover attuare delle manovre per agevolare la fuoriuscita del bambino (in questa situazione, si parla di assistenza al parto podalico).

Tra queste troviamo:

  • la manovra di Lovset, che consiste nell’afferrare il feto a livello delle anche e ruotarlo delicatamente per disimpegnare le spalle e le braccia e far uscire spontaneamente la testa;
  • la manovra di Mauriceau, che può essere utilizzata per favorire il disimpegno della testa. Consiste nel posizionare l’avambraccio sotto il busto del bambino e le dita a livello della bocca, per indurlo a piegare la testa in avanti.

La fuoriuscita di meconio (le prime feci del bambino) è un evento piuttosto comune, ma generalmente ha cause meccaniche e non è un segno di distress fetale.

Parto podalico naturale: quali sono i rischi?

Anche in presenza di condizioni favorevoli per procedere a un parto spontaneo, esiste comunque il rischio di complicazioni, che appare maggiore per le donne alla prima gravidanza.

In particolare, il neonato potrebbe andare incontro a un deficit di ossigeno o a lesioni di natura traumatica.

Per questo motivo, il parto podalico naturale viene proposto solo in centri specializzati e deve essere eseguito solo da operatori esperti.

Parto podalico naturale: il video

In questo video ti presentiamo un caso reale di parto podalico naturale. Come vedrai, si tratta di un filmato molto particolare, perché il bambino nasce “con la camicia” ossia ancora circondato dal sacco amniotico.

Fonti

  • ACOG Committee on Obstetric Practice. ACOG Committee Opinion No. 340. Mode of term singleton breech delivery. Obstet Gynecol. 2006 Jul;108(1):235-7. doi: 10.1097/00006250-200607000-00058. PMID: 16816088.