Anemia in gravidanza: cosa mangiare?

Quali sono i sintomi dell'anemia in gravidanza? Quali i rischi per il feto? E soprattutto, cosa mangiare per prevenire o contrastare la carenza di ferro in dolce attesa?

In dolce attesa è piuttosto comune soffrire di anemia, ossia di una carenza di ferro nel sangue.

Soprattutto nel terzo trimestre, infatti, il fabbisogno di questo minerale aumenta notevolmente e non sempre le future mamme riescono a introdurlo in quantità adeguate con la dieta.

Anemia in gravidanza: sintomi

La carenza di ferro può manifestarsi con diversi sintomi, tra cui:

  • stanchezza
  • affaticamento
  • difficoltà di concentrazione
  • mal di testa
  • palpitazioni
  • pallore

Inoltre, talvolta può dare origine alla cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo, una sorta di fastidio o formicolio a una o entrambe le gambe che si presenta soprattutto nelle ore serali o notturne e che scompare con il movimento.

In presenza di questi sintomi, anche se molto poco specifici, è sempre bene informare il ginecologo di fiducia, che attraverso le opportune analisi accerterà l’eventuale anemia e valuterà la prescrizione di appositi integratori.

Anemia in gravidanza: rischi per il feto

Una grave carenza di ferro durante la gestazione, fortunatamente non frequente, può avere serie conseguenze non solo sulla mamma, ma anche futuro bebè. Questa condizione, infatti, aumenta il rischio di parto prematuro, basso peso alla nascita e depressione post-partum.

Inoltre, i bambini nati da madri anemiche hanno una maggiore probabilità di sviluppare a loro volta una carenza di ferro nei primi mesi di vita.

Anemia in gravidanza: cosa mangiare?

Per prevenire l’anemia in dolce attesa, è fondamentale seguire una dieta corretta ed equilibrata, che comprenda alimenti a elevato contenuto di ferro, acido folico e vitamina B12 come:

  • legumi
  • cereali integrali
  • verdure a foglia verde scuro
  • carne
  • pesce
  • uova

A questo proposito è importante sottolineare che il ferro di origine vegetale (ferro non eme) viene assimilato con maggiore difficoltà rispetto a quello animale (ferro eme).

Per migliorarne l’assorbimento, tuttavia, è sufficiente adottare le seguenti strategie:

  • consumare nello stesso pasto cibi ricchi di vitamina C, vitamina A o acido folico. Ad esempio, puoi aggiungere del succo di limone all’acqua di ammollo dei legumi o abbinare a un piatto di cereali un’insalata di pomodori;
  • accompagnare le verdure con un secondo a base di carne o pesce. Questi cibi, oltre a contenere ferro eme, sono ricchi di cisteina, una sostanza in grado di aumentare di 2-3 volte l’assorbimento del ferro non eme;
  • insaporire i piatti con le erbe aromatiche. Oltre ad essere fonti naturali di vitamine A e C, questi alimenti mantengono alta l’acidità dei succhi gastrici, favorendo l’assorbimento del ferro;
  • evitare l’abbinamento con alimenti ricchi di calcio o di tannini (come tè e caffè). Consumate nello stesso pasto, queste sostanze ostacolano l’assimilazione del ferro contenuto nelle pietanze.