
Abbiamo sempre pensato che la gravidanza avesse una durata di 280 giorni, iniziando a contare dalla data di inizio delle ultime mestruazioni.
Gli ultimi studi sul tema invece fanno vacillare questo che ormai era considerato un assioma.
Solo il 4 per cento delle donne partorisce a 280 giorni, e solo il 70% delle donne partorisce entro 10 giorni dalla presunta data del parto e questo anche anche se tale data è calcolata grazie alle ecografie fatte. Nel mondo reale, la durata della gravidanza può variare di ben cinque settimane!!!
Un gruppo di epidemiologi del National Institute of Environmental Health Sciences, ha analizzato 125 gravidanze individuando per ciascuna di esse il momento preciso in cui la donna aveva ovulato e il momento esatto dell’impianto dell’embrione, concepito naturalmente, nell’utero.
L’analisi ha evidenziato che tra l’ovulazione e la nascita passano circa 268 giorni e cioè 38 settimane+ 2 giorni. Escludendo i parti pre-termine la variazione del tempo di gestazione è di ben 37 giorni (5 settimane circa).
Una variabilità enorme se ci pensate. La lunghezza della gestazione varia molto da donna a donna ma di solito questo fatto era stato attribuito ad errori nell’assegnazione del momento del concepimento.
Lo studio invece è esente da questi errori di datazione e la variabilità diventa un dato di fatto.
Come hanno fatto ad individuare esattamente il momento dell’ovulazione e dell’impianto nell’utero?
Sono stati utilizzate le informazioni di uno o studio condotto tra il 1982 e il 1985 in cui erano state analizzate 130 gravidanze singole dal concepimento fino al parto.
Le donne partecipanti avevano interrotto la contraccezione, al fine di avere una gravidanza, erano sane e senza problemi di fertilità. Alle donne era stato chiesto di compilare un diario giornaliero e di sottoporsi quotidianamente di prima mattina al prelievo di campioni di urina per sei mesi, o fino alla fine dell’ottava settimana se erano rimaste incinte.
I campioni di urina sono stati analizzati per tre ormoni connessi con l’inizio della gravidanza: hCG (gonadotropina corionica umana), estrone-3-glucuronide e pregnandiolo-3-glucuronide. Si è risaliti al giorno esatto dell’ovulazione valutando il rapporto tra estrogeni e progesterone. Il giorno dell’ impianto dell’embrione è stato identificato come il primo giorno che ha evidenziato aumento sostenuto dei livelli di hCG.
Nel 2010, i ricercatori hanno contattato le donne dello studio per ottenere informazioni sul loro parto, se avessero affrontato un parto naturale, indotto o i taglio cesareo. Hanno ottenuto informazioni complete su 125 gravidanze che hanno dimostrato la variabilità delle 5 settimane di gestazione.
Oltre a questa variabilità lo studio ha messo in luce che quando gli embrioni impiegavano più giorni per l’impianto, era anche più lungo il tempo tra l’impianto e il parto.
Le gravidanze che invece avevano dimostrato un aumento del progesterone ritardato, erano più brevi di circa 12 giorni rispetto a quelle con un aumento del progesterone precoce.
Quindi eventi che accadono molto presto nella gravidanza, ancora prima che la donna scopra di esser incinta, hanno influenza sul momento in cui avverrà il parto. E questo è straordinario se ci pensate.
Ci sono altri fattori comunque che influenzano la data del parto come l’età della donna (un anno in più di età aggiunge un giorno in più alla ddp) e il suo peso.
In definitiva quindi la variabilità naturale della data del parto è più alta di quanto si pensasse e questo può avere implicazioni sul quando i medici dovrebbero intervenire per una gravidanza che apparentemente si protrae troppo a lungo.
Fonte:
Ukic, A. M., Baird, D. D., Weinberg, C. R., McConnaughey, D. R., Wilcox, A. J., ‘Length of human pregnancy and contributors to its natural variation’, Human Reproduction August 6, 2013 doi: 10.1093/humrep/det297