Quanto aumenta il fabbisogno energetico in gravidanza?

Durante la gravidanza il corpo della mamma si trasforma di giorno in giorno, assecondando le esigenze del feto: le nuove richieste energetiche si devono alla sintesi di nuovi tessuti (ghiandole mammarie, utero e placenta), al deposito di trigliceridi nel tessuto adiposo e alle necessità metaboliche che si accrescono progressivamente.

Il metabolismo basale

In condizioni normali, una donna di 30 anni, con un’altezza di 1,60 metri e un peso di 58 kg, ha un metabolismo basale all’incirca di 1310 kcal: questo numero rappresenta il dispendio energetico a riposo ed equivale alle energie spese dall’organismo per mantenere in funzione gli organi vitali. Può variare a seconda del sesso, dell’età, del peso e della quantità di massa magra.

A queste 1310 kcal bruciate quotidianamente andrà sommata l’energia consumata tutti i giorni nelle varie attività: il tipo di lavoro, i mezzi di trasporto, l’attività fisica incidono notevolmente sul dispendio energetico totale.  Inoltre, andrà aggiunto il costo della termogenesi indotta dagli alimenti, ovvero quell’energia spesa nei processi di digestione, assorbimento e metabolismo. Infine, altre componenti minori, come il fumo, l’assunzione di caffeina e il freddo possono modificare le richieste energetiche.

Se consideriamo una donna mediamente attiva, il suo dispendio energetico totale varrà dunque circa 2100 kcal, scendendo a 1820 kcal se sedentaria, salendo a 2640 kcal se molto attiva.

Quanto aumenta il metabolismo basale in gravidanza?

In termini pratici un primo aspetto da considerare è l’aumento di peso della gestante, pari a:

  • in una donna sottopeso 12,5-18 kg;
  • in una donna normopeso 11,5-16 kg;
  • in una donna sovrappeso 7-11,5 kg;
  • in una donna obesa 5-9 kg.

Il fabbisogno energetico in gravidanza

Un secondo fattore da considerare è dato dalle variazioni del dispendio energetico: durante la gravidanza si osserva un aumento del metabolismo basale; crescono la fame ed i malumori e spesso la donna si trova a sovrastimare il suo fabbisogno. In media l’incremento delle necessità energetiche corrisponde al:

  • 5% nel primo trimestre;
  • 10% nel secondo trimestre;
  • 25% nel terzo trimestre.

Inoltre nel terzo trimestre si verifica un ulteriore aumento del dispendio energetico delle attività fisiche, sia per le attività senza carico sia per le attività con carico.

Sulla base di quanto appena detto, i livelli di assunzione di riferimento della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) prevedono un aumento degli apporti energetici pari:

  • 70 kcal nel primo trimestre;
  • 260 kcal nel secondo trimestre;
  • 500 kcal nel terzo trimestre.

Pertanto, le esigenze nel primo trimestre di gravidanza risultano trascurabili. Inoltre, l’incremento del fabbisogno sarà molto più contenuto nelle donne che durante la gestazione mostrano uno stile di vita particolarmente sedentario, mentre se si considerano le donne sottopeso o sovrappeso/obese la stima risulterà più complessa. Diverse saranno invece le richieste durante l’allattamento.

È essenziale ricordare che questi valori rappresentano dei livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana (LARN) e che, di conseguenza, ogni donna dovrà saper riconoscere i fabbisogni specifici e fare sempre riferimento a un nutrizionista o a un medico.

Francesca Giopp per Madegus

Fonti: SINU, WHO