Aumento di peso in gravidanza: un caso reale

Quando una donna è in gravidanza, per 9 mesi vede il suo corpo trasformarsi completamente, per consentire al suo bambino di avere lo spazio necessario per crescere a sufficienza e poi nascere in tutta sicurezza.

Non è facile accettare questi cambiamenti, soprattutto se si è sempre avuta molta cura della propria linea e della propria salute, ma sono preoccupazioni che svaniscono non appena si percepisce la presenza del piccolo.

Naturalmente eventuali battute da parte di amici e parenti sull’aumento di peso potrebbero non essere prese con allegria dalla futura mamma, perché ogni organismo è a sé ed ogni organismo reagisce diversamente rispetto ai cambiamenti.

Quali sono le raccomandazioni ufficiali?

In gravidanza si ha un aumento dei fabbisogni energetici, essenzialmente per due motivi:

  1.  perché aumenta il fabbisogno di proteine e lipidi per la costruzione dei tessuti della placenta e del feto da un lato e del tessuto adiposo ed altri tessuti della gestante, come utero e ghiandole mammarie, dall’altro;
  2. perché aumenta la richiesta di energia da parte della futura mamma, che deve “muovere” una maggiore massa corporea, soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza. Infatti, nel corso della gravidanza, si osserva un aumento del metabolismo basale (la quantità di kcal consumate a riposo) del 5% nel primo trimestre, 10% nel secondo trimestre e addirittura del 25% del terzo trimestre.

Nel tempo si è passati da una visione, in vigore negli anni ’50, di fare in modo di prendere meno peso possibile, ad una più attenta ad evitare un peso troppo basso alla nascita ed altre complicanze fetali ed ostetriche (anni ’90), fino ad arrivare alla visione attuale, che considera un aumento di peso accettabile in base al BMI (Body Mass Index) della gestante.

Tabella degli aumenti di peso in gravidanza

I valori medi dell’aumento di peso “normale” in gravidanza dipendo dall’indice di massa corporea iniziale. Eccoli elencati:

  • 12,5 – 18 kg nelle donne sottopeso (BMI < 18),
  • 11,5 – 16 kg nelle donne normopeso (BMI compreso tra 18 e 24,9),
  • 7 – 11,5 kg nelle donne sovrappeso (BMI compreso tra 25 e 29,9) e
  • 5 – 9 kg nelle donne obese (BMI >30).

Inoltre, per le donne di età inferiore ai 20 anni e di statura inferiore ai 157 cm sono consigliati i valori tendenti all’estremo superiore degli intervalli appena citati. Nelle gravidanze gemellari mediamente è consigliato un aumento di peso di 11,5 – 16 kg.

Mediamente si considerano giusti 12 kg

Per semplicità, comunque, si considera un aumento di peso pari a circa 12 kg come media di tutti gli intervalli e su questo valore si è stabilito che gli apporti energetici con l’alimentazione andrebbero aumentati a partire dal secondo trimestre (260 kcal/die in più) e nel terzo trimestre (500 kcal/die in più), mentre nessun aumento è necessario nel primo trimestre.

Naturalmente casi particolari vanno trattati singolarmente (donna con stile di vita molto sedentario, donna molto obesa o molto sottopeso, ecc)

Cosa accade nella realtà?

Ogni regola teorica deve, poi, essere calata in ogni singolo caso, perché non sempre l’aumento di peso corrisponde ad un aumento di massa grassa.

Nell’immagine sotto sono rappresentate due stratigrafie addominali di una ragazza alla 12-esima settimana (immagine a sinistra) e alla 27sima settimana (immagine a destra).

La stratigrafia è un’ecografia del tessuto sottocutaneo effettuata tramite adipometro, la cui profondità può arrivare massimo a 100 mm sotto la cute (in questo caso si arriva a 60 mm), dando la possibilità di osservare lo strato di grasso e di muscolo sottocutanei.

Le due linee rosse individuano, però tre strati e non due, questo perché, a partire dall’alto, i primi due strati sono entrambi costituiti da grasso, ma hanno diversa origine. Nello specifico, il primo strato è costituito da un grasso di origine ormonale.

Spesso questo strato risulta molto pronunciato quando ci sono problemi tiroidei o di insulino resistenza, ad esempio; il secondo strato, invece, è il tessuto grasso che si viene a creare in conseguenza di un’alimentazione sbagliata e/o una scarsa o nulla attività fisica. Guardiamo il secondo strato.

Nell’immagine di sinistra la futura mamma è alla 12-esima settimana. Ha 33 anni, è alta 161 cm e la gravidanza è iniziata già in condizione di sovrappeso, per cui è necessario che non prenda troppi kg. Secondo i riferimenti prima citati, dovrebbe mantenersi tra i 7 e gli 11,5 kg.

Nell’immagine a destra, è alla 27-esima settimana. Lo strato centrale, il tessuto adiposo dipendente dall’alimentazione, è visibilmente ridotto, i numeri visibili indicano lo spessore dello strato in quei punti, in pratica si è dimezzato. La ragazza ha perso peso? Inizialmente si, al primo controllo aveva 1,5 kg in meno rispetto all’inizio. Ma alla 27-esima settimana ha 4,5 kg in più. Com’è possibile?

La ragazza ha presentato ritenzione idrica (e questo si verifica molto quando la gravidanza si svolge con il caldo, in estate), che nota in particolari momenti della giornata, stitichezza, gonfiore. Tutti fattori che possono concorrere all’aumento di peso (oltre all’aumento delle dimensioni del bambino, ovviamente che, come detto, prevede la costruzione di tessuti di neosintesi).

L’aumento di peso non segue uno schema generale

Cosa significa questo?

Che l’aumento di peso in gravidanza non segue uno schema generale valido per tutte e purtroppo, quando si nota un aumento di peso eccessivo, nonostante un’alimentazione controllata, il solo peso sulla bilancia non è sufficiente per comprendere quello che sta accadendo nel corpo della gestante.

In questi casi è consigliabile rivolgersi ad un nutrizionista o un dietologo o un dietista, che possa effettuare un esame della composizione corporea, un’adipometria (come questa raffigurata in foto) o una bioimpedenziometria, in modo da capire se si sta acquistando realmente massa grassa e magari c’è bisogno davvero di sistemare l’alimentazione o l’aumento dipende da altro.

E’ sempre comunque importante un approccio multidisciplinare ginecologo/ostetrica – nutrizionista perché è con un’analisi a 360 gradi che si può individuare e risolvere ogni potenziale problema all’origine.

Dott.ssa Giovanna Corona

Riferimenti bibliografici:

FAO/WHO/UNU, Report of a Joint FAO/WHO/UNU Expert Consultation. Rome: FAO Food and nutrition technical report series No. 1, 2004

LARN, Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia. IV Revisione, SINU, Società Italiana di Nutrizione Umana, ottobre 2014