Il tampone vagino-rettale in gravidanza

Tra la 35esima e la 37esima settimana di gravidanza, il ginecologo ti prescriverà un tampone vaginale (e spesso anche rettale) per la ricerca dello streptococco agalactiae. Vediamo insieme come viene eseguito, se è doloroso, come prepararsi e cosa fare se il risultato è positivo.

Tra gli ultimi esami da fare in gravidanza prima del parto, troviamo il tampone vaginale e rettale per la ricerca dello streptococco di gruppo B (noto anche come Streptococcus Agalactiae, Streptococco beta-emolitico di gruppo B o con gli acronimi GBS o STRAGA).

Questo esame spesso preoccupa molto le future mamme, che si chiedono “Sarà doloroso?”, “Come devo prepararmi all’esame?” e soprattutto “Cosa devo fare se il risultato è positivo?”.

Con questo articolo cercheremo quindi di rispondere a tutte le domande più frequenti sul tampone vagino-rettale in gravidanza, con l’obiettivo di farti arrivare all’esame preparata e soprattutto serena!

Perché si fa il tampone vagino-rettale in gravidanza?

Rileva se la mamma è portatrice dello Streptococco Agalactiae

Il tampone vaginale (solitamente associato a un tampone rettale) serve a rilevare la presenza di un batterio potenzialmente pericoloso per il feto: lo streptococco di gruppo B (Streptococco Agalactiae).

Questo microrganismo, innocuo per la mamma, può essere trasmesso al bambino durante il parto vaginale e, anche se raramente, può causare infezioni molto serie nel neonato, come polmonite, meningite e setticemia.

Riuscire a identificare le donne in gravidanza portatrici di streptococco di gruppo B permette di iniziare per tempo un trattamento antibiotico e di ridurre notevolmente il rischio di contagiare il bambino.

Quando si fa il tampone vagino-rettale in gravidanza

È raccomandato a fine gestazione

Il tampone vagino-rettale per la ricerca dello streptococco di gruppo B in gravidanza viene eseguito preferibilmente tra le 36 e le 37 settimane di gestazione, ossia intorno al 9° mese, e ha una validità di 5 settimane.

Se la donna entra in travaglio prima delle 36 settimane, potrebbe essere effettuato in ospedale durante la visita.

Nessun tampone se l’urinocoltura è positiva

Se in corso di gravidanza si evidenzia la presenza di streptococco B tramite urinocoltura, il tampone vagino-rettale non verrà eseguito, perché la donna sarà automaticamente candidata al trattamento antibiotico durante il travaglio.

Tampone per lo streptococco in gravidanza: come si esegue?

Il tampone per la ricerca dello streptococco in gravidanza è solitamente sia vaginale che rettale. Questo perché trattandosi di due ambienti molto vicini è facile che avvenga una contaminazione da uno all’altro.

Come si fa il tampone vaginale

È il primo ad essere eseguito. L’ostetrica o il ginecologo ti faranno sdraiare su un fianco o in posizione ginecologica, e inseriranno un bastoncino ovattato (simile a un lungo cotton fioc) all’interno della vagina, per prelevare un campione di secrezioni dal terzo inferiore del canale vaginale.

La procedura dura pochi secondi e non richiede l’uso dello speculum.

Come si fa il tampone rettale

Subito dopo il prelievo vaginale, il tampone verrà inserito nel retto attraverso l’ano per circa 2-4 cm e strofinato per alcuni secondi contro le pareti dell’intestino, per raccogliere un ulteriore campione di secrezioni.

Tampone vagino-rettale in gravidanza: fa male?

Il tampone vaginale e rettale è un esame non invasivo e non doloroso. Al limite, è possibile sentire un po’ di fastidio, che è comunque inferiore a quello di un pap test.

Inoltre, si tratta di un test assolutamente privo di rischi per mamma e bambino.

Come prepararsi all’esame?

Non serve una preparazione particolare

Per eseguire il tampone vagino-rettale in gravidanza non è richiesta una preparazione specifica.

In particolare, è sconsigliato eseguire lavande vaginali o clisteri anali, che potrebbero alterare la flora batterica e compromettere il risultato dell’esame.

Inoltre, sarebbe bene effettuare il tampone a distanza di 3-5 giorni da eventuali terapie antibiotiche.

Tampone vagino-rettale in gravidanza: dove si fa e chi lo esegue?

In ospedale con l’ostetrica, con esenzione ticket o privatamente

Il tampone vagino-rettale può essere eseguito gratuitamente in ospedale o presso strutture convenzionate presentando una prescrizione del medico (con codice M + n° settimana di gravidanza).

Questo esame rientra infatti tra le prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale alle donne in gravidanza. Attenzione però a prenotarlo per tempo, perché potrebbero esserci lunghe liste d’attesa.

Solitamente, il tampone viene effettuato da un’ostetrica.

In alternativa, il test può essere eseguito a pagamento, sia in ospedale che presso professionisti e centri diagnostici privati. In questo caso, può essere effettuato dall’ostetrica o dal ginecologo stesso.

Tampone vagino-rettale positivo in gravidanza: che fare?

Subito in ospedale se iniziano le contrazioni o si rompono le acque

In circa 2 future mamme su 10 il tampone vagino-rettale risulta positivo. In questo caso, non occorre fare nulla fino al momento del parto.

Il bambino è ben protetto all’interno del sacco amniotico e una terapia antibiotica iniziata subito sarebbe non solo inutile, ma anche controproducente, perché rischierebbe di selezionare batteri resistenti al farmaco.

L’unica cosa da fare è andare in ospedale non appena iniziano le contrazioni o si rompono le acque.

Questo perché:

  • la profilassi antibiotica contro lo streptococco di gruppo B deve essere iniziata almeno 4 ore prima dell’espletamento del parto;
  • con la rottura prematura delle membrane il sacco amniotico perde la sua funzione di barriera protettiva contro la possibile risalita di batteri dal canale vaginale.

Nessun antibiotico in caso di cesareo programmato

La profilassi antibiotica non viene effettuata se è stato programmato un parto con taglio cesareo, a meno che non si sia verificata una rottura prematura delle membrane.

Terapia raccomandata se il parto è prematuro

Cosa succede se il travaglio inizia prima di aver fatto il tampone?

In questo caso, il ginecologo potrebbe decidere di eseguirlo al momento. In mancanza di tempo, tuttavia, verrà eseguita di routine la profilassi antibiotica per via endovenosa.

E dopo il parto?

Se il tampone per lo streptococco è risultato positivo, verrà eseguito un tampone anche al neonato, sia orofaringeo che nell’orecchio.

In caso di risultato positivo, verrà iniziata una terapia antibiotica per via intramuscolare.

Tampone vagino-rettale positivo in gravidanza: posso partorire a casa?

Solo dopo attenta valutazione e con ricetta medica

Un tampone positivo per lo streptococco B in gravidanza rappresenta una controindicazione relativa al parto in casa o in casa maternità. Questo significa che l’ostetrica dovrà valutare, eventualmente con l’aiuto del ginecologo, le condizioni della donna (oltre che la propria esperienza).

Ricordiamo che in caso di parto in casa/casa maternità è necessaria una prescrizione medica per effettuare la terapia antibiotica intrapartum.

Fonti