Travaglio: quanto manca al parto? A che punto sono?

Durante il travaglio, una domanda ricorrente delle donne e i loro compagni è quella di voler capire a che punto sono: “Quanto manca al parto?“.

Spesso questa domanda è accompagnata dalla richiesta di una visita vaginale e dalla paura di non essere abbastanza dilatate, di avere ancora il collo dell’utero chiuso o che non sia cambiato nulla dall’ultima visita.

Concorderete che le sensazioni che accompagnano questo preciso momento non sono positive per il travaglio, perché paura e dubbi possono rallentare le contrazioni e aumentare la percezione del dolore.

Ma per fortuna tutto ciò è recuperabile!

Basta smettere di guardare l’orologio, lasciarsi coccolare nei momenti di pausa dal proprio compagno e dal personale sanitario e fidarsi della propria capacità di dare alla luce un bambino. Perché anche se vi sentite stanche, pensate di non farcela più e di non avere energie, non sapete quanto sia incredibile il vostro corpo.

Ecco una serie di cose a cui fare attenzione durante il travaglio, che vi porteranno, senza la necessità di richiedere una visita vaginale, a capire quanto manca per abbracciare il vostro bambino.

Dilatazione 2 cm quanto manca al parto

1. Voce

Durante i prodromi e le prime contrazioni parlate, chiacchierate, scherzate e riuscite a rispondere senza difficoltà alle domande che l’ostetrica o il medico vi fa.

Nelle fasi successive del travaglio, gradualmente comincerete ad avvertire la necessità di riposarvi e chiudere gli occhi, sentirete le voci più distanti, sarete in un mondo tutto vostro e più che la parola, userete gli occhi per cercare sostegno dalle persone che vi sono vicine.

È importante che le persone che vi sono accanto, compresi gli operatori dell’ospedale, rispettino questo silenzio.

Infine nella fase espulsiva ci sarà un nuovo cambiamento, dai lamenti, canti, silenzio, passerete ai suoni gutturali profondi.

2. Odore

È difficile per una coppia percepire questo profumo, se l’ostetrica non porta la loro attenzione proprio su questo aspetto, ma vedrete: sentirete un odore forte. Perché molti non lo sanno, ma la nascita profuma di fieno appena tagliato in una giornata di pioggia.

3. Frasi con poco senso

Questo segnale è probabilmente il più divertente per i futuri papà, perché appena la loro compagna dice qualcosa di irrazionale, sono pronti a farlo notare sorridendo. Voi rilassatevi, significa che siete vicine alla fine.

Non è raro sentir dire alla mamma che vuole tornare a casa per dormire un po’, che vuole rimandare.

A volte una mamma dice che vuole tornare a casa, che ha finito e che magari torna più tardi, vuole vestirsi e andarsene oppure chiede un parto cesareo nonostante tutto stia andando bene.

Se è la stanchezza a portarvi a dire queste cose, cercate di riposare tra una contrazione e l’altra, magari entrando in vasca oppure rimanendo a letto, sdraiate sul fianco sinistro e con un cuscino tra le gambe.

Riacquistate energia, che vi sarà indispensabile per l’ultima fase del travaglio.

4. Usate le dita

Ecco un trucco molto semplice ma utilissimo. Durante la gravidanza, fatevi insegnare a capire quale sia il fondo del vostro utero (la parte che si trova in cima alla pancia) e a comprendere la sua forma.

Durante il travaglio l’utero subisce delle modificazioni, soprattutto a livello del collo che si assottiglia, si centralizza e si dilata.

All’inizio del travaglio provate a misurare con le dita la distanza che c’è tra il vostro fondo dell’utero e la linea del reggiseno. All’inizio saranno 5 dita. Quando lo spessore del fondo dell’utero comincia ad aumentare, le dita che riuscirete a inserire tra la cima della pancia e la linea del reggiseno saranno sempre meno. 

Quando le dita diventano 3, di solito è il momento giusto per andare in ospedale perché la dilatazione dovrebbe essere arrivata a 5 cm. Quando riuscite a fare passare un solo dito significa che siete completamente dilatate. Incredibile, vero?

5. Dite al compagno di guardare

Guardare cosa? Il solco delle natiche. All’inizio ha una lunghezza di 1 cm, durante la dilatazione si allunga e arriva a 10 cm: la sua lunghezza è correlata con la dilatazione del collo dell’utero.

6. Perdite di muco miste a filamenti di sangue

Solitamente, le perdite vaginali sono abbondanti per quasi tutta la gravidanza: è la cosiddetta leucorrea. Vicino al termine, la perdita di muco più eventuali striature rosso vivo corrisponde alla cosiddetta espulsione del tappo mucoso. In travaglio, queste perdite mucose miste a sangue possono indicare che il collo dell’utero si sta modificando e quindi, se si hanno le contrazioni, c’è una dilatazione di 2-3 cm.

Spesso, tuttavia, sono difficili da notare, perché nei giorni che precedono il travaglio il muco vaginale aumenta notevolmente. Le perdite sono di solito abbastanza consistenti, possono essere chiare oppure striate di sangue scuro o rosso.

Se il sangue è presente in quantità maggiore di un paio di cucchiaiate, è utile fare un controllo presso il pronto soccorso ostetrico più vicino, per verificare che tutto stia procedendo bene.

7. Piccolo bozzetto sul dorso

È il punto che, di solito, una donna in travaglio desidera che si massaggi: la zona sopra il coccige. Ha forma triangolare e sporge quando è il momento di cominciare a spingere.

Dilatazione di 1 o 2 cm: quanto manca al parto?

La dilatazione del collo dell’utero può dare solo informazioni molto approssimative su quanto manca al parto, perché i tempi del travaglio variano da donna a donna.

La velocità di dilatazione dipende infatti da vari fattori, come l’efficacia e la regolarità delle contrazioni o lo stato d’animo della mamma (che a sua volta è influenzato dall’ambiente e dalle persone che la circondano).

In linea generale, possiamo dire che a una dilatazione da 1 cm a 3 cm si parla ancora di periodo prodromico e non di vero travaglio. Questa fase può durare settimane, giorni oppure ore prima del parto.

Dilatazione di 3, 4 o 5 cm: quanto manca al parto?

Una dilatazione di 3-4 cm segna l’inizio del travaglio attivo. A questo punto, se si tratta del primo figlio, in media trascorrono circa 7-8 ore prima che inizi la fase espulsiva.

In tutto, possiamo considerare circa 10 ore, compreso il parto e il secondamento della placenta (che avviene generalmente circa 20 minuti dopo la nascita del bambino), anche se le eccezioni sono frequenti e legate a diversi fattori.

Alla seconda gravidanza o successiva, non è raro assistere a parti più veloci.

Lettura consigliata

La gioia del parto. Segreti e virtù del corpo femminile durante il travaglio e la nascita – di Ina M. Gaskin

Copertina del libro "La gioia del parto", segreti e virtù del corpo femminile durante il travaglio e la nascita