Come respira il feto nella pancia della mamma

Durante i nove mesi il feto non respira nel verso senso della parola, ma riceve l'ossigeno di cui ha bisogno dalla madre, attraverso il cordone ombelicale.

All’interno del grembo materno, il feto non respira, o meglio, non per come lo intendiamo noi.

In realtà, è la mamma a respirare per lui e a fornirgli tutto l’ossigeno di cui ha bisogno, attraverso il cordone ombelicale.

Nell’utero, infatti, non c’è aria e il feto è completamente circondato dal liquido amniotico. Di conseguenza, anche se i suoi polmoni raggiungono la completa maturità alla 36a settimana, è impossibile per lui respirare all’interno del pancione.

Il primo vero respiro del bambino, quindi, avverrà solo dopo la nascita, quando il suo corpo si troverà per la prima volta a contatto con l’aria.

Come respirano i bambini nella pancia della mamma?

Il feto respira (o meglio si ossigena) attraverso il sangue contenuto nel cordone ombelicale. Questa struttura collega il bambino alla placenta ed è formato da una vena e due arterie, avvolte da una sostanza gelatinosa protettiva. 

Ogni volta che la mamma inspira il suo sangue si arricchisce di ossigeno, che viene trasportato alla placenta. Da qui, attraverso un complicato sistema di vasi sanguigni, passa all’interno della vena del cordone ombelicale e raggiunge il feto.

Al contrario, l’anidride carbonica di scarto prodotta dal bambino viene riportata alla placenta attraverso le due arterie del cordone ombelicale, raggiunge il circolo sanguigno materno e viene eliminata con l’espirazione.

Immagine schematica del feto nel pancione con dettaglio dei vasi della placenta

Riassumendo, quindi, è la mamma a “respirare” per il bambino, attraverso quello che possiamo definire un meccanismo molto sofisticato.

A che settimana il feto è capace di respirare da solo? 

In linea generale, possiamo dire che normalmente il feto è in grado di respirare da solo intorno alla 36a settimana.

Se il parto avviene alla 34a settimana o più, tuttavia, i polmoni hanno già raggiunto un buon livello di maturazione e in assenza di altri problemi di salute si ha solitamente un basso rischio di complicazioni respiratorie.

Come si sviluppa il sistema respiratorio del feto?

In realtà, i polmoni del feto iniziano a formarsi molto presto in gravidanza, ma è solo alla fine del primo trimestre che il bambino inizia a esercitarsi nella respirazione.

I primi respiri “di prova” avvengono a circa 10-12 settimane, quando il futuro bebè comincia ad aspirare il liquido amniotico dalla bocca e a inghiottirlo. A 24 settimane, inoltre, le sue narici iniziano lentamente ad aprirsi e gli permettono di inalare il liquido amniotico dal naso.

Questi primi tentativi di respirazione non forniscono alcun ossigeno, ma sono essenziali per il corretto sviluppo del sistema respiratorio.

Sempre a 24 settimane, inizia inoltre a formarsi il surfattante (o surfactante), una sostanza fondamentale per il corretto funzionamento dei polmoni fuori dall’utero.

A circa 32 settimane, anche se i polmoni non sono ancora maturi, il bambino è finalmente in grado di effettuare dei veri e propri movimenti respiratori con il torace. Ancora una volta però, lo scopo non è quello di ricevere ossigeno, ma piuttosto di fare pratica per la vita fuori dall’utero.

Infine, a circa 35-36 settimane, i polmoni hanno raggiunto la piena maturazione e hanno prodotto abbastanza surfattante da funzionare correttamente.

Come respira il bambino durante il parto e dopo la nascita?

Durante il travaglio e il parto, il bambino continua a ricevere ossigeno tramite il cordone ombelicale.

È solo dopo la nascita che, con il suo primo vagito, respira per la prima volta nel vero senso del termine.

Questo primo respiro dilata gli alveoli polmonari (delle piccole “camere” attraverso cui avviene lo scambio tra i gas respiratori e il sangue) e permette al bambino di procurarsi per la prima volta l’ossigeno senza l’aiuto della madre.

Attenzione però: dopo la nascita ci vorranno alcuni secondi perché il neonato inizi a piangere e alcuni minuti prima che respiri regolarmente.

Nonostante tutto l’allenamento fatto nel pancione, infatti, il bebè deve fare ancora un po’ di pratica. Per questo, tra una inspirazione e l’altra potrebbero esserci delle pause fino a 5 secondi, con un’alternanza tra respiri lenti e respiri veloci.

Polmoni immaturi e parto pretermine

Una delle complicazioni più frequenti del parto pretermine (o prematuro) è che i polmoni del feto non hanno il tempo di maturare completamente.

Se il parto avviene alla 34a settimana o più, tuttavia, i polmoni hanno già raggiunto un buon livello di maturazione e in assenza di altri problemi di salute si ha solitamente un basso rischio di complicazioni respiratorie.

Se invece il parto avviene prima della 34a settimana, il rischio è maggiore e aumenta quanto più precoce è la nascita.

Per questa ragione, le principali società scientifiche raccomandano di proporre la somministrazione di farmaci per la maturazione polmonare a tutte le donne tra le 24 e le 34 settimane di gravidanza in caso di:

  • sospetto o confermato travaglio pretermine
  • parto pretermine programmato

Questi farmaci, che prendono il nome di corticosteroidi, sono infatti in grado di accelerare la produzione di surfattante e quindi la maturazione dei polmoni del bambino, riducendo il rischio di complicazioni alla nascita.

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