Come i geni materni e paterni contribuiscono al peso del bambino alla nascita

Secondo una ricerca  frutto della collaborazione tra il  l’ospedale pediatrico britannico Great Ormond Street Hospital  e l’UCL Institute of Child Health (il più grande centro europeo di ricerca sulla salute pediatrica), il codice genetico di un padre va ad influenzare il peso di un bambino alla nascita al pari di quello materno.

I risultati suggeriscono che i geni ereditati dalla madre e il padre regolano la crescita di un bambino in momenti diversi durante la gravidanza, per garantire sia un parto di successo ma anche la sopravvivenza della madre . I due genomi parentali sembrano agire in momenti diversi durante la gestazione per controllare il peso fetale . Questo supporta l’idea che, mentre un aumento della crescita fetale è importante nella fase iniziale,è necessaria anche un’attenta regolamentazione da parte della madre per assicurare una nascita di successo.

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E’ un meccanismo molto delicato, sappiamo bene che una donna ha dei limiti fisici  imposti onde per cui non potrebbe partorire per vie naturali un bambino troppo grosso.  Tutto viene regolamentato per permettere la conservazione della specie,  la vita della madre e  quella del bambino ovviamente.

Questa ricerca sembra quindi spiegare come viene regolamentato questo “gioco di dimensioni”.

Una crescita fetale normale dipende dallo scambio di nutrienti tra la madre e il feto attraverso la placenta. E questo scambio viene regolamentato a livello genetico. Quando questo equilibrio viene in qualche modo compromesso ne deriva un basso peso del bambino alla nascita. Il basso peso a sua volta rappresenta un fattore di rischio ben noto per il diabete di tipo 2 e problemi cardiovascolari in età adulta.

Lo studio si è concentrato su un gruppo di  geni che regolano la crescita e che vengono ereditati dai genitori. Si è  visto che  se quello paterno è espresso , quello materno è  silenziato e viceversa. Si ipotizza che l’espressione dei geni del padre favorisca  la crescita di un bambino nella prima  parte della gravidanza per favorire la trasmissione del genoma paterno. Il genoma della madre invece limita la crescita fetale per garantire la distribuzione di risorse pari a ciascuno dei suoi figli e  per  garantirsi la sopravvivenza post – parto  in modo che si possa riprodurre di nuovo.

Lo studio, pubblicato sulla rivista PLoS ONE, ha esaminato la relazione tra peso alla nascita e l’espressione del fattore di crescita paterno  IGF2  all’inizio della gestazione. In questa fase IGF2 è l’ormone fondamentale che regola la crescita nel grembo materno. I ricercatori hanno studiato questo gene nei campioni di villi coriali prelevati dalle donne nel primo periodo della gravidanza  alla ricerca di correlazioni tra l’espressione del gene e il successivo peso alla nascita del bambino .

L’espressione del fattore  IGF2 è risultata inferiore nei neonati a basso peso alla nascita.

Secondo i ricercatori capire la base genetica della crescita fetale è di fondamentale importanza per la prevenzione e il controllo delle nascite di neonati a baso peso. Verificare  l’espressione del gene IGF2 paterno nel primo trimestre, potenzialmente nel sangue della madre, potrebbe essere prezioso per aiutare a monitorare  le gravidanze ” a rischio”.

Fonte:

Charalambos Demetriou, Sayeda Abu-Amero,Anna C. Thomas, Miho Ishida, Reena Aggarwal, Lara Al-Olabi, Lydia J. Leon, Jaime L. Stafford, Argyro Syngelaki, Donald Peebles, Kypros H. Nicolaides, Lesley Regan, Philip Stanier, Gudrun E. Moore mail Paternally Expressed, Imprinted Insulin-Like Growth Factor-2 in Chorionic Villi Correlates Significantly with Birth Weight  Published: January 15, 2014DOI: 10.1371/journal.pone.0085454