Sindrome dell’ovaio policistico e test di gravidanza: cosa è importante sapere

La PCOS può alterare il risultato del test di gravidanza e dare un falso positivo o negativo? Come capire qual è il momento giusto per fare un test di gravidanza se si soffre di PCOS? Ecco tutte le risposte!

Sindrome dell’ovaio policistico e test di gravidanza

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disordine ormonale caratterizzato da importanti alterazioni del ciclo mestruale: le donne che ne soffrono tendono infatti ad avere cicli molto irregolari, con mestruazioni che possono saltare per diversi mesi o durare più a lungo del normale. In queste condizioni, per chi sta cercando un figlio, diventa difficile (e molto stressante!) capire quando fare il test di gravidanza e se fidarsi davvero del risultato, positivo o negativo che sia.

Molte aspiranti mamme, ad esempio, temono che i disturbi ormonali legati alla sindrome dell’ovaio policistico possano causare un test di gravidanza falso positivo, soprattutto se non avvertono sintomi particolari.

D’altra parte sappiamo bene che fare un test di gravidanza troppo presto dopo l’ovulazione può portare ad avere un falso negativo e quindi a credere erroneamente di non essere incinta, perché la gravidanza è troppo precoce per essere rilevata dai comuni stick sulle urine.

Se anche tu sei alla ricerca di un figlio e soffri di PCOS, ecco tutto quello che devi sapere su sindrome dell’ovaio policistico e test di gravidanza: quando farlo e come evitare falsi negativi e positivi.

Sindrome dell’ovaio policistico e test di gravidanza falso positivo

La PCOS non può alterare il risultato del test di gravidanza e dare un falso positivo. I disturbi ormonali associati alla sindrome dell’ovaio policistico, infatti, non incidono sulla produzione o sulla rilevazione dell’ormone beta hCG (l’ormone della gravidanza), che è quello rilevato dai test.

Detto ciò, indipendentemente dalla PCOS, è sempre possibile (seppur raro) che un test di gravidanza possa dare un risultato falsamente positivo. I motivi sono diversi e ne abbiamo parlato nel dettaglio qui.

In ogni caso, se hai fatto un test di gravidanza e hai ottenuto un risultato positivo, il consiglio è quello di comportarti come se fossi incinta e contattare subito il tuo ginecologo, che eventualmente ti consiglierà di eseguire un test delle beta su sangue.

Sindrome dell’ovaio policistico e test di gravidanza falso negativo

In caso di mestruazioni saltate o in ritardo, tipiche della PCOS, è molto difficile capire quando è il momento giusto per fare un test di gravidanza. Il rischio di farlo troppo presto e avere un falso negativo è quindi reale.

Esistono però anche altre ragioni per cui un test può non rilevare una gravidanza in corso, come aver bevuto troppi liquidi, aver utilizzato un test scaduto o aver commesso errori durante la procedura.

Per questa ragione, se le mestruazioni non arrivano, il consiglio è quello di ripetere il test a distanza di una settimana.

Dal forum

… è un anno che mi sto “struggendo” con i test di gravidanza, avendo la PCOS non sapevo mai quando venivano, poi ho iniziato con la tb e devo dire che dal momento che mi segna l ovulazione (cosa che i test di ovulazione non mi segnano) devo contare circa 15/17 giorni e il ciclo arriva.
– Anastasia

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Sindrome dell’ovaio policistico: quando fare il test di gravidanza

Solitamente, l’indicazione degli esperti è quello di non eseguire il test troppo presto e di attendere almeno il primo giorno di ritardo delle mestruazioni e preferibilmente una settimana. Nelle donne che soffrono di PCOS, tuttavia, questo consiglio è difficile da seguire, non sapendo quando e se si verificherà la prossima mestruazione.

Uno stratagemma può essere quello di monitorare l’ovulazione con il metodo della temperatura basale, mentre l’uso dei test di ovulazione è sconsigliato perché la sindrome dell’ovaio policistico può causare falsi picchi di ormone LH.

Un altro suggerimento è quello di cercare di favorire la regolarità dei propri cicli mestruali, seguendo una dieta sana, facendo regolarmente esercizio fisico e valutando con il proprio ginecologo eventuali trattamento come l’assunzione di appositi integratori.

Fonti