Avete trovato l’uomo giusto, il lavoro va a gonfie vele e vi sentite pronte per avere un figlio. Ebbene, non per placare gli entusiasmi, ma non è tutto così semplice come potrebbe sembrare a prima vista.
È bellissimo quando una coppia prende decisione di avere un bambino, ma spesso nessuno dei partner è preparato per quella che potrebbe essere una strada lunga ed emotivamente difficile. E su questo concordano la maggior parte delle donne a cui abbiamo chiesto di raccontare la loro esperienza rispondendo alla domanda “Cosa vi sarebbe piaciuto sapere prima di iniziare la ricerca di un bambino?”.
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La gravidanza difficilmente arriva al primo tentativo
Molte concordano nel dire che avrebbero voluto sapere che tra il dire e il fare… c’è di mezzo il solito mare. Il bambino raramente arriva il primo mese di tentativi, anzi! Tante di loro, dopo aver passano molti anni ad evitare attivamente una gravidanza, rimangono scioccate nel sapere che a 30 anni una donna in piena salute ha una probabilità di circa il 25% di rimanere incinta per ciclo mestruale avendo rapporti regolari con il partner
Parliamo di 1 probabilità su 4. Ciò significa che su 100 donne che cercano di concepire durante un ciclo, 75 saranno ancora alle prese con la ricerca il mese successivo, mentre solo 25 ce l’avranno fatta. Se ci pensate non è molto e giustifica quello che sentiamo ripetere dagli esperti: è normale impiegare circ 6 mesi di tentativi mirati per riuscire ad acciuffare la cicogna.
Gli aborti nel primo trimestre sono comuni
Quando si inizia al ricerca e si rimane incinta per la prima volta ci si sente invincibili e al settimo cielo. Ma questo senso di euforia potrebbe durare poco a causa degli aborti spontanei, che purtroppo sono frequenti nei primi 3 mesi di gravidanza.
La consapevolezza che possa succedere sicuramente non placa il dolore della perdita, ma avere la solida certezza che tutto andrà bene perché non può essere altrimenti può risultare sconvolgente se la gravidanza si interrompe naturalmente.
Questo non significa che si debba vivere la gravidanza con il terrore di un aborto. Tuttavia, è importante sapere che si tratta di un evento che può verificarsi e di cui non si ha nessuna colpa.
I rapporti programmati non sono sempre piacevoli
Prima di iniziare la ricerca di un bambino si è abituati a fare l’amore quando si ha voglia. Quando si cerca la gravidanza, tuttavia. le cose possono cambiare perché interviene un terzo incomodo: l’ansia.
L’ansia di non avere avuto rapporti a sufficienza, l’ansia di averne avuti troppi, l’ansia che non siano andati a buon fine, l’ansia che averne ancora possa interferire con l’impianto dwll’embrione e così via.
Un consiglio? Respirate profondamente, cercate i ritmi giusti con il vostro partner e confidatevi con lui per superare insieme i possibili disagi.
Sappiate che non serve sforzarsi di fare l’amore tutti i giorni. I rapporti a giorni alterni sono più che sufficienti per acciuffare la cicogna. I giorni fertili non devono assolutamente diventare un periodo di lavori forzati, altrimenti la coppia ne risente.
Non prendetelo come un impegno gravoso, ma come un periodo di “divertimento” o una nuova luna di miele, in modo che nessuno dei due si senta “usato” per raggiungere lo scopo della gravidanza.
Se notate che sta diventando una routine, fermatevi e parlatene apertamente.
I tempi possono essere lunghi
L’attesa e l’arrivo delle mestruazioni, mese dopo mese, può diventare logorante avere ripercussioni anche all’interno della coppia, con inutili colpevolizzazioni reciproche.
Sapere che è normale impiegare anche 12 mesi per avere un bambino (mediamente l’85% delle coppie acciuffa la cicogna entro un anno di tentativi mirati) può aiutare a tenere a bada le ansie e le paure.
Ci vuole pazienza, non aspettatevi tutto e subito. Sappiamo che spesso avete sentito dire frasi come:
- “sono rimasta incinta al primo mese di tentativi”
- “sono rimasta incinta con il coito interrotto“
- “sono rimasta incinta con la pillola”
Certo, sono cose che capitano, ma è anche vero che le coppie che impiegano più tempo a concepire spesso non lo raccontano, anche se molto sta cambiando negli ultimi anni.
E voi?
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