Amenorrea secondaria: possibili cause e conseguenze

La mancanza del ciclo mestruale per almeno 3-6 mesi viene definita amenorrea secondaria. Ecco perché può succedere, quali sono i rischi e cosa fare.

Generalmente si parla di amenorrea secondaria quando una donna sperimenta l’assenza del ciclo mestruale per almeno 3 mesi (se ha cicli regolari) o 6 mesi (se ha cicli irregolari).

Le cause possono essere varie: oltre ad alcune condizioni fisiologiche come la gravidanza, l’allattamento al seno (amenorrea da lattazione), la menopausa, e l’uso di metodi anticoncezionali (ad es. pillola o IUD medicato al progesterone), l’amenorrea secondaria può essere anche dovuta ad alcune patologie, trattamenti o procedure chirurgiche a livello uterino.

Vediamo quindi nel dettaglio quali sono le cause e i fattori di rischio di questa condizione, le possibili conseguenze e i trattamenti disponibili.

Cause di amenorrea secondaria

Escludendo la gravidanza, l’allattamento al seno e la menopausa, insieme all’uso di contraccettivi ormonali e IUD, un’assenza prolungata del ciclo mestruale può dipendere da altre cause, che solitamente comprendono:

  • disturbi ormonali;
  • danni fisici all’endometrio (il rivestimento interno dell’utero);
  • condizioni anatomiche che ostacolano la fuoriuscita del sangue mestruale.

Amenorrea da disturbi ormonali

Tra le cause ormonali di amenorrea troviamo in particolare:

  • le gravi disfunzioni della tiroide;
  • l’eccessiva produzione di prolattina (iperprolattinemia);
  • eccessivi livelli di androgeni (iperandrogenismo), come nel caso della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS);
  • l’ipogonadismo ipogonadotropo, dovuto a un’insufficiente produzione di ormoni da parte degli organi riproduttivi per mancanza di stimolazione da parte degli organi superiori come ipofisi e ipotalamo (come ad esempio in casi di anoressia o pratica sportiva a livello agonistico).

Amenorrea da danni all’endometrio

Questo tipo di amenorrea può essere causato da patologie come la sindrome di Asherman, una condizione caratterizzata dalla formazione di tessuto cicatriziale all’interno dell’utero e/o della cervice (aderenze o sinechie), che può verificarsi ad esempio dopo un intervento per un aborto spontaneo o volontario, chiamato revisione della cavità uterina o più comunemente raschiamento.

Amenorrea da condizioni anatomiche

Tra queste troviamo ad esempio l’ostruzione del canale cervicale dell’utero (stenosi cervicale), che può essere dovuta a diversi fattori come precedenti interventi chirurgici, tumori o radioterapia.

Amenorrea secondaria: quali sono i fattori di rischio?

Sono più a rischio di sviluppare amenorrea secondaria le ragazze e le donne che:

  • hanno una storia di amenorrea o di menopausa precoce in famiglia;
  • sono in condizione di obesità o di eccessivo sottopeso;
  • seguono una dieta troppo povera di nutrienti o soffrono di disturbi alimentari (ad es. anoressia o bulimia);
  • praticano un’attività fisica eccessivamente intensa;
  • sono sottoposte a forte stress;
  • assumono antidepressivi o antipsicotici.

Quali conseguenze può avere l’amenorrea secondaria?

L’assenza prolungata del ciclo mestruale può avere conseguenze negative sulla fertilità, riducendo le probabilità di gravidanza. 

In caso di amenorrea dovuta a un calo di estrogeni, si può avere inoltre un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e di osteoporosi.

Infine, l’amenorrea secondaria può essere associata anche a dolore pelvico (se dovuta a cause anatomiche).

Cosa fare in caso di amenorrea secondaria?

La prima cosa da fare è eseguire un test di gravidanza, per escludere che l’assenza del ciclo dipenda dal fatto di essere incinta.

La seconda è quella di rivolgersi al medico, che a seconda del quadro clinico eseguirà alcuni controlli ed esami, come un’ecografia o un dosaggio di ormoni nel sangue, per identificare le cause dell’amenorrea secondaria e scegliere il trattamento adeguato.

In attesa di conoscere tali cause, sarebbe consigliabile aumentare l’apporto di calcio assunto con l’alimentazione e praticare una regolare attività fisica, per contrastare il maggior rischio di osteoporosi e problemi cardiovascolari.

Inoltre, nel caso in cui l’infertilità associata all’amenorrea fosse fonte di forte stress, può essere utile un supporto psicologico.

Quale terapia per l’amenorrea secondaria?

Quando le cause dell’amenorrea non sono fisiologiche, il medico potrà prescrivere la terapia opportuna in base alla singola situazione. A seconda dell’origine del problema, i trattamenti possono includere:

  • una dieta adeguata e un regolare esercizio fisico (non eccessivo);
  • interventi mirati a ridurre il livello di stress;
  • una terapia ormonale;
  • una terapia chirurgica (in rari casi).

Fonti