Inquinamento ambientale e infertilità maschile

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Nellultimo rapporto OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) in tema  “Prospettive ambientali dell’OCSE all’orizzonte del 2050 “ si legge che in Europa l’inquinamento atmosferico è causa di ben 600.000 morti premature  e dell’aumento della morbilità. Ma non solo, l’inquinamento atmosferico si dimostra avere un impatto negativo sulla riproduzione femminile e maschile.

Inquinamento e infertilità maschile

Studi epidemiologici hanno evidenziato  che i fattori ambientali e l’esposizione ad agenti chimici incidono sulla dimensione, sulla motilità e sul numero degli spermatozoi.

Uno studio italiano, pubblicato a maggio 2018 sulla rivista Environmental Toxicology and Pharmacology,  dimostra l’impatto dell’inquinamento ambientale sul liquido seminale maschile.

Si è visto che chi vive in zone gravemente inquinate come Taranto o la Terra dei Fuochi, presenta dati allarmanti sulla vitalità e fertilità del seme maschile, a differenza di chi invece  vive in zone limitrofe ma non considerate a rischio.

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In dettaglio si è visto che i lavoratori delle acciaierie e chi vive in aree molto inquinate coma la Terra dei Fuochi,  mostrano una percentuale media di frammentazione del DNA dello sperma superiore al 30%, evidenziando un chiaro danno spermatico.

Secondo i ricercatori l’analisi del DNA dello sperma può rappresentare un indicatore della salute individuale e della capacità riproduttiva.

L’effetto degli inquinanti ambientali viene ben spiegato dalla  la dott.ssa Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma

Gli iperfluorati, usati in una varietà di prodotti di consumo, gli ftalati, impiegati nei giocattoli per bambini, i parabeni, usati soprattutto nei profumi e nei saponi, e il bisfenolo A, utilizzato per la produzione di plastiche quotidiana , sono solo alcuni esempi dei moltissimi agenti e sostanze inquinanti che ogni giorno impattano sulla nostra vita. Senza dimenticare poi i fumi tossici (diossina) sviluppati dagli incendi di materiale plastico e dai rifiuti di ogni genere abbandonati nell’ambiente e nelle nostre città. Inoltre, studi scientifici hanno evidenziato che l’esposizione a queste sostanze, nel corso della gravidanza possono provocare mutazioni epigenetiche nel feto, con trasmissione trans-generazionale delle stesse, dagli effetti irreversibili.

Per contrastare e bilanciare gli effetti negativi dell’inquinamento sulla propria fertilità – conclude la Dott.ssa Galliano – le persone, oltre a cercare di fare attenzione all’utilizzo di determinati prodotti contenenti agenti inquinanti, devono ricordare che ci sono tantissimi altri fattori che possono permettere il mantenimento di una buona fertilità, come ad esempio seguire un’alimentazione corretta e eliminare alcune cattive abitudini, come il fumo e l’abuso di alcool. Il concetto che deve passare è quello di pensare alla propria fertilità e prendersene cura, e di mettere in atto tutti i comportamenti necessari a contrastare gli effetti dell’inquinamento odierno sulla nostra vita riproduttiva”.

Qual è la percentuale di uomini infertili in Italia?

Secondo il Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita dell’Istituto superiore di Sanità, tra le coppie che si rivolgono ai centri specializzati per avere un figlio, la percentuale di uomini infertili è del 29,3% e l’età non rappresenta l’unico fattore responsabile.

Negli uomini italiani in generale viene riportato che il numero dei gameti è diminuito del 50% rispetto al passato. A nuocere sulla qualità degli spermatozoi (aumentando quindi il rischio infertilità) ci sono spesso le condizioni lavorative: quelle che espongono a radiazioni, a sostanze tossiche o a microtraumi. Influiscono negativamente anche gli inquinanti prodotti dal traffico urbano e il fumo di sigaretta.

Bibiografia
L. Bosco,T- Notari, G. Ruvolo, M.C.Roccheria, C. Martino, R. Chiappetta, D. Carone, G. Lo Bosco, L. Carrillo, S.Raimondo, A. Guglielmino, L. Montano, Sperm DNA fragmentation: An early and reliable marker of air pollution,  Environmental Toxicology and Pharmacology Volume 58, March 2018, Pages 243-249