Tumore ovarico: sintomi e opzioni per preservare la tua fertilità

Vediamo insieme quali sono i sintomi di un tumore ovarico, i fattori di rischio e le cure disponibili per diventare madre dopo la diagnosi e il trattamento.

Il tumore ovarico: una malattia silenziosa

Quando parliamo di tumore ovarico ci troviamo davanti a una delle neoplasie più insidiose del sistema riproduttivo. Pur essendo meno comune rispetto al tumore al seno, infatti, viene spesso diagnosticato in ritardo, quando i sintomi diventano evidenti ma le possibilità di cura sono più complesse.

Questo perché i segni iniziali con cui si presenta sono molto vaghi e quindi facilmente ignorati dalla donna o attribuiti ad altre cause.

Come riconoscere i sintomi di un tumore ovarico

Per prevenire un grave ritardo nella diagnosi, è molto importante imparare a conoscere i segni e i sintomi precoci con cui può manifestarsi un tumore all’ovaio, che sono in particolare:

  • gonfiore addominale persistente;
  • meteorismo intestinale (aria nella pancia);
  • bisogno frequente o urgente di urinare.

A questi si possono poi aggiungere:

  • dolore addominale o pelvico (ad es. fitte all’addome);
  • cambiamento delle abitudini intestinali (stipsi o diarrea);
  • sanguinamento vaginale;
  • mal di schiena;
  • estrema stanchezza;
  • mancanza di appetito e/o senso di sazietà anche a stomaco vuoto.

Importante

Alcuni di questi sintomi sono molto comuni e possono essere causati da altre condizioni (come ad es. la sindrome del colon irritabile). In ogni caso, se questi disturbi non ci sono mai stati e si presentano all’improvviso insieme o in rapida successione, e se persistono per più di 12-15 giorni, è fondamentale rivolgersi al medico per eventuali approfondimenti.

Chi sono le donne più a rischio

Il rischio di sviluppare un tumore all’ovaio è piuttosto basso nella popolazione rispetto ad altri tipi di tumori. Esistono però dei fattori di rischio che possono aumentarlo drasticamente.

Tra questi, troviamo in particolare delle specifiche mutazioni genetiche ereditarie:

  • la mutazione del gene BRCA1, che è associata a un rischio del 44% di sviluppare un tumore ovarico e del 72% di avere un tumore al seno;
  • la mutazione del gene BRCA2, che conferisce un rischio del 17% di ammalarsi di tumore ovarico e del 69% di avere un tumore al seno.

Altri fattori che possono aumentare la predisposizione a sviluppare un tumore all’ovaio sono:

  • età tra i 50 e i 69 anni (ma alcuni tipi di tumore possono colpire anche le giovani donne)
  • storia familiare di tumore a ovaio, seno, utero e intestino
  • precedente tumore a ovaio, seno, utero e intestino
  • prima mestruazione in età precoce
  • menopausa in età avanzata
  • assenza di figli o prima gravidanza in età avanzata
  • obesità
  • fumo
  • sedentarietà
  • esposizione ad alcune sostanze (es. amianto)

Essere in età fertile non significa “essere al sicuro”

Uno degli errori più comuni – e più pericolosi – è pensare che il tumore ovarico riguardi solo le donne in menopausa. È vero infatti che questa neoplasia tende a colpire soprattutto le donne tra i 50 e i 69 anni; tuttavia, circa il 10-15% delle diagnosi avviene in donne sotto i 40 anni, in piena età riproduttiva.

Queste pazienti si trovano quindi ad affrontare una doppia sfida: curare la malattia e, quando possibile, preservare la propria fertilità.

Tumore ovarico: potrò ancora diventare madre?

Il trattamento del tumore ovarico può avvenire mediante rimozione chirurgica e/o chemioterapia. Entrambe queste opzioni, tuttavia, possono compromettere la capacità riproduttiva di una donna in età fertile.

Se la paziente desidera una gravidanza in futuro è quindi importante, prima di procedere ai trattamenti oncologici, valutare con i medici le possibili tecniche a disposizione per preservare la propria fertilità.

Chirurgia conservativa

Quando la donna è in età fertile e il tumore è in uno stadio precoce, si può scegliere di procedere con una chirurgia conservativa, per cercare di preservare quanto più possibile la funzionalità dell’apparato riproduttivo. Ciò significa che verrà asportato solo il tumore o l’ovaio interessato, lasciando in sede l’utero e l’ovaio sano.

Questa tecnica implica controlli più frequenti, perché ha un rischio più alto che il tumore si ripresenti (recidiva), ma dà alla paziente la possibilità di una futura gravidanza.

Crioconservazione degli ovociti

Un’opzione possibile quando il trattamento chirurgico non prevede la rimozione dell’utero è quella di prelevare e congelare gli ovociti della paziente prima dell’inizio delle terapie oncologiche, che in futuro potranno essere utilizzati per la fecondazione in vitro (FIVET o ICSI).

Crioconservazione del tessuto ovarico

Tra le tecniche consolidate che possono essere usate per preservare la fertilità femminile prima di un trattamento oncologico troviamo anche la crioconservazione del tessuto ovarico.

Questa procedura consiste nel prelevare una porzione di tessuto ovarico sano, che al suo interno contiene i follicoli ovarici e quindi gli ovociti.

Il tessuto prelevato viene quindi congelato a bassissime temperature e al momento opportuno può essere reimpiantato.

In conclusione

Parlare di tumore ovarico non deve spaventare, ma generare consapevolezza.

  • Se hai sintomi insoliti e simili a quelli che abbiamo descritto, parlane con il tuo ginecologo.
  • Se un tuo familiare ha sofferto di tumore al seno o all’ovaio, valuta con il medico l’opportunità di eseguire dei test genetici per le mutazioni BRCA1 e BRCA2.
  • Se stai affrontando la diagnosi di tumore ovarico, informati bene sulle possibili opzioni per preservare la tua fertilità prima di iniziare i trattamenti necessari e affidati solo ed esclusivamente a un centro altamente specializzato, che garantisca un approccio multidisciplinare.

Fonti

  • Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, Cancro e fertilità, 2022, Airc.it [Ultimo accesso: maggio 2025]