Fertilità maschile: attenzione alla plastica e alle creme solari

I bassi tassi di fertilità maschile  sono stati imputati ai bagni caldi, agli indumenti stretti, al ciclismo, ai pc  appoggiati sulle gambe. Ora però alcuni ricercatori hanno iniziato a puntare il dito contro alcuni prodotti di uso comune, come  le creme solari  e le padelle per cucinare  che sono ritenuti responsabili della diminuzione generale della fertilità maschile che si è registrata in questi ultimi anni.

Durante l’European Society of Human Reproduction and Embryology, annuale conferenza che si è tenuta quest’anno a Lisbona, il ricercatore danese Niels Jorgensen ha puntato il dito contro alcune sostanze chimiche ritenute responsabili di bassi tassi di fertilità. Purtroppo questi  prodotti chimici sono presenti intorno a noi.

Jorgensen in 15 anni ha valutato la fertilità di  più di 5000 uomini danese con un’età media di 19 anni.

Ha riscontrato che solo il 25 % ha una buona qualità dello sperma, che comprende sia  la forma che  la concentrazione degli spermatozoi.

Circa il 15 per cento ha una scarsa qualità dello sperma tale da  indurli a un trattamento dii fecondazione assistita nel caso vogliano diventare padri.

Un ulteriore 27% degli uomini ha uno spermiogramma  che prevede tempi lunghi per riuscire a concepire naturalmente.

Quali sono le sostanze pericolose per la fertilità maschile?

Le sostanze chimiche che preoccupano sono conosciute come ftalati che si trovano dappertutto, dalle tende della doccia ai cruscotti delle auto ma anche nei prodotti per la pulizia. Tutte cose con cui gli uomini entrano in contatto quotidianamente.

creme solari-fertilita

Jorgensen ritiene estremamente dannosi i PFC (perfluorurati) che si trovano in oggetti di uso quotidiano, come le padelle antiaderenti e giacche impermeabili.ma anche nei pesticidi.

Buttare un capotto o sostituire una padella non è poi tanto difficile.  Più difficile è rinunciare all’uso di creme solari che sono importantissime per proteggerci dai tumori della pelle ma che numerosi test di laboratorio indicano come responsabili di interferenze con la funzionalità dello sperma.

Durante la conferenza ha detto esplicitamente “Se dovessi consigliare la mia famiglia, direi di non fare uso di creme solari”, ha aggiunto.Il rischio non sarebbe solo per gli uomini ma anche per i bambini nel grembo materno.

Jorgensen sconsiglia alle donne incinte di fare uso di  creme salari e make up in quanto le sostanze in essi contenuti potrebbero avere un impatto negativo sulla futura produzione di spermatozoi dei feti di sesso maschile.

Sono affermazioni forti che sicuramente vanno prese con le pinze valutando sempre il rischio beneficio.Un occhio di riguardo all’etichetta quando comprate prodotti e cosmetici credo sia d’obbligo.

Anche il National Institutes of Health statunitense aveva recentemente pubblicato uno studio sulle creme solari che conferma le dichiarazioni di Jorgensen.

La classe di filtri ultravioletti a base di benzofenone, comprende circa 29 sostanze chimiche utilizzate anche nelle creme protettive solari ed in altri prodotti per la cura della persona, per proteggere la pelle ed i capelli dai danni del sole.

Alcune di queste sostanze chimiche, dopo essere stato assorbite dalla pelle, possono comportarsi da interferenti endocrini. I ricercatori hanno scoperto che gli uomini con elevata esposizione ai filtri UV BP-2 o  4OH-BP avevano avuto una riduzione del 30 per cento della loro capacità riproduttiva.

In questo studio la fecondità maschile sembra essere più sensibili a queste sostanze chimiche di quella femminile.

Riferimenti:

National Institutes of Health: http://www.nih.gov/news/health/nov2014/nichd-14.htm

European Society of Human Reproduction and Embryology: http://www.eshre.eu/