“C’è una volta”, la prima favola personalizzabile sulla riproduzione assistita

“C’è una  volta” è un libro illustrato per bambini che racconta la grande avventura della riproduzione assistita.

Si tratta di un libro personalizzabile, si può infatti caratterizzare la propria storia attraverso la scelta delle figure genitoriali (una mamma single, due papà, una mamma e un papà, due mamme…), e il tipo di percorso di riproduzione assistita effettuato. Adatto per bambini dai 2 ai 6 anni, ma utile anche agli adulti.

Sono gli adulti infatti i più restii ad affrontare il tema PMA. Parlare di fecondazione assistita in Italia, ma non solo, non è semplice. Tanti i tabù, tanti i pregiudizi su un tema che,  nonostante sia entrato nel nostro quotidiano, ha ancora un grande bisogno di essere “umanizzato”. Complici anche le titubanze dovute al timore dei genitori preoccupati di compromettere il legame con i figli, la cultura del segreto è dura da sradicare. “C’è una volta” nasce per normalizzare questa situazione.

La prima favola personalizzabile sulla riproduzione assistita

Il libro illustrato, edito da Matamua Books, consente a ciascuno di costruire la propria storia attraverso pochi click sulla pagina web della casa editrice, vedere l’anteprima del racconto e infine acquistare il libro. Nello specifico, “C’è una volta” permette di personalizzare il libro attraverso la scelta delle figure genitoriali e i diversi trattamenti di fecondazione assistita (donazione di ovuli, di embrioni o di seme, FIVET, gestazione per altri), oltre al numero e al sesso dei bambini.

Qui su Periodofertile abbiamo spesso affrontato il tema delle difficoltà, abbiamo riportato  testimonianze, non sempre positive, ma anche esperienze che accendono  luce di positività e sincerità sul percorso  PMA.  A tal propositi vi invito a leggere l’intervista a  Enrico e Verena di “Diario di una vita sincerologa” che affronta il tema della sincerità verso i proprio figli sulle modalità che hanno portato alla loro nascita.

 Per far cadere i pregiudizi sulla famiglia, che non è solo quella tradizionale, e sulla procreazione, che non è solo quella naturale, c’è bisogno della volontà e consapevolezza di tutti.

Il progetto , lanciato su Kickstarter è stata finanziata in 28 giorni. Fanno parte del team  Beatrice Mele, Raquel Gutierrez e Alvaro Duque,  tre creativi divisi tra la Spagna e l’Italia. Insieme alla psicologa Martina Mele hanno unito le forze per realizzare “C’è una volta”, la prima storia illustrata di Matamua Books.

“Mata Mua” è un dipinto di Paul Gauguin il cui titolo significa “C’era una volta”, come il classico incipit delle favole. Infatti, la nuova casa editrice vuole pubblicare storie. Per dirla tutta: storie differenti per una società più accogliente e inclusiva.

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Beatrice Mele che ci ha raccontato come è nato “C’è una volta”.

Quando è nata l’esigenza di scrivere questo libro?

Mia sorella lavora in una clinica di fecondazione assistita in Spagna. Lei si occupa di accogliere e seguire le persone che arrivano dall’estero e che sperano di tornare a casa con una nuova vita.

Quelle che incontra sono spesso persone provate, disorientate e spaventate. Molte volte anche in incognito, nel senso che né i parenti né gli amici conoscono il motivo del viaggio.

Poiché è una psicologa capita che continui a seguire alcuni di loro anche dopo perché magari hanno bisogno di un sostegno per affrontare un secondo tentativo o semplicemente per elaborare questa esperienza e prepararsi alla nascita nel migliore dei modi.

È allora che iniziano a domandarsi se e come raccontare tutto questo al bambino. Una favola ci è sembrato un buon modo per affrontare la questione.

Perché secondo te è così difficile ancora oggi affrontare con amici e parenti il tema della fecondazione assistita?

L’Istituto superiore di Sanità stima che in Italia le coppie che soffrono di infertilità sono il 15%, un dato destinato a crescere. Lo stigma però è ancora molto forte. Ti senti difettoso, come il titolo di un libro di Eleonora Mazzoni di qualche anno fa che racconta bene questa condizione e che consiglio. Sono molti e comprensibili i timori di chi affronta un percorso del genere. Inoltre le leggi restrittive in materia di Pma non favoriscono di certo la normalizzazione. Per questo la cultura del segreto è così dura da sradicare.

Nel sito di presentazione del libro balzano subito all’occhio parole che emanano positività, aspettativa, amore… Sappiamo che il percorso di fecondazione assistita è spesso lungo e doloroso. Quanto è importante secondo te umanizzare il percorso di fecondazione assistita?

Ti rispondo con un aneddoto da dietro le quinte. Per far conoscere questa favola, tra i vari canali che utilizziamo c’è quello pubblicitario. La sponsorizziamo sui social, insomma. Bene, dobbiamo stare molto attenti alle parole che usiamo perché basta un niente per farla finire tra i prodotti medici. Il che sarebbe un errore perché si tratta di un libro illustrato per bambini. Sarebbe un errore perché non parliamo di tecniche mediche ma di emozioni.

In questo percorso c’è una quota, importante, di dolore evitabile. È quella che proviamo a curare con “C’è una volta”.

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