Tiroidite cronica autoimmune, fertilità e aborti spontanei

Ricevo sempre più spesso domande riguardanti l’associazione tra tiroidite cronica autoimmune e infertilità (sia maschile che femminile), aumentato rischio di aborto spontaneo e danni fetali causati dall’ipotiroidismo. In questo articolo cercherò di chiarire i punti salienti. Vorrei però sottolineare il fatto che parlerò di eccezioni, cioè di casi molto rari.

La maggior parte delle donne con tireopatia autoimmune diventa mamma di bimbi sani senza alcuna difficoltà poiché non è una malattia grave ed è facilmente curabile.

Nelle donne in età fertile la causa principale di disfunzione tiroidea  è la tiroidite cronica autoimmune, detta anche tiroidite di Hashimoto.

E’ una malattia autoimmune, spesso presente in più componenti della stessa famiglia, con prevalenza maggiore nel sesso femminile. Essa è causata dalla presenza di anticorpi anti tiroide (anticorpi anti-TPO e anti tireoglobulina) che inducono una infiammazione cronica della ghiandola e portano col tempo  alla sua distruzione e perdita della funzione.

Quando la tiroide funziona poco si parla di ipotiroidismo, condizione che richiede una terapia ormonale sostitutiva con ormone tiroideo.

L’ipotiroidismo non curato porta a irregolarità del ciclo mestruale, disturbi dell’ovulazione e riduzione delle possibilità di impianto dell’embrione.  Anche nel maschio l’ipotiroidismo porta a una riduzione della qualità dello sperma riducendo quindi la fertilità della coppia.

L’ipotiroidismo riduce la fertilità della coppia

Per tale motivo sarebbe opportuno controllare sempre la funzionalità tiroidea quando si programma la gravidanza. Le linee guida consigliano tale controllo solo nelle donne over 30 o in quelle che hanno familiarità per patologie tiroidee. Fortunatamente i ginecologi hanno iniziato a controllare la funzionalità tiroidea delle pazienti in fase pre-concezionale sempre più spesso.

Il rischio di aborto spontaneo

Per quanto riguarda il rischio di aborto spontaneo nel primo trimestre recenti studi hanno evidenziato un rischio lievemente aumentato nelle donne con positività degli anticorpi anti TPO, anche in quelle con un buon compenso della funzionalità tiroidea (cioè con TSH nella norma). Il meccanismo d’azione non è stato ancora chiarito per cui non è ancora disponibile una cura efficace.

Su un numero esiguo di donne con storia di poliabortività sono state “provate” alcune cure utilizzate in un’altra patologia autoimmune frequente e cioè la sindrome da anticorpi anti fosfolipidi.

Il trattamento consisteva nell’utilizzo di antiaggreganti piastrinici o anticoagulanti o immunoglobuline endovena nel primo trimestre. Saranno necessari ulteriori studi per dimostrare l’efficacia di tali terapie nelle donne con tiroidite cronica autoimmune e poliabortività, al momento non sono consigliate.

Per quanto riguarda i possibili effetti dell’ipotiroidismo subclinico (TSH compreso tra 3 e 10) e clinico (TSH > 10  mUI/L) in gravidanza vi rimando al mio articolo “guida all’ipotiroidismo in gravidanza” in cui viene spiegato nel dettaglio quali valori di TSH sono desiderabili in gravidanza e quali possono essere le complicanze per mamma e feto se non trattato.

Dott.ssa Isabella Negro

Riferimento

R.Vissenberg et al. 2015 Pathophysiological aspects of thyroid hormone disorders/thyroid peroxidase autoantibodies and re production. Human Reproduction Update Vol 21, No.3, 378-387.