Aiuto, mi sento una cattiva mamma!

Le madri perfette non esistono. Ognuna cerca di fare ciò che crede sia il meglio per il proprio bambino e sicuramente tutte sono in buona fede, dando per scontato che alla base ci sia sanità mentale.

“Non esiste una madre perfetta, ma una madre sufficientemente buona.”

D. Winnicot

Molte mamme lo hanno pensato almeno una volta, tante lo scrivono (spesso in anonimo) su forum e social: mi sento una cattiva mamma! Cosa devo fare?

Una questione di aspettative

La società di oggi, soprattutto attraverso i mass media, mostra spesso madri perfette da tutti i punti di vista.

Ad esempio, nelle pubblicità si vedono sempre mamme bellissime, vestite e pettinate modello pre-sfilata, con un enorme sorriso e il viso disteso e rilassato, che giocano divertendosi con il proprio figlio – anche lui perfettamente vestito e pettinato – in un posto da favola.

La realtà è completamente differente.

Le mamme reali sono quelle che dormono poco e male, che ogni tanto (a volte anche spesso) vorrebbero scappare in un qualsiasi luogo isolato frequentato solo da maggiorenni, hanno crisi di pianto e di rabbia e a volte si sentono inadeguate e piene di sensi di colpa. Sono quelle che la mattina quando aprono gli occhi in realtà erano già sveglie con il pensiero rivolto a come organizzare la giornata, la settimana e il mese, sono già in ritardo e se riescono a ricordarsi tutto prima di uscire è un evento del tutto straordinario.

Le madri perfette non esistono. Ognuna cerca di fare ciò che crede sia il meglio per il proprio bambino e sicuramente tutte sono in buona fede, dando per scontato che alla base ci sia sanità mentale.

Ci sono mamme che…

… comprano per i figli omogeneizzati e cibo precotto, altre che preparano tutto in casa. 

… faticano a uscire di casa da sole con i propri figli, altre che fanno mille attività e trovano sempre qualcosa di interessante da fare.

… sono dipendenti dai nonni, altre che purtroppo non li hanno e altre che non vogliono nessun tipo di intromissione.

… condividono qualsiasi decisione con il papà, mentre altre sono più impositive.

… non vedono l’ora di tornare al lavoro e quando rientrano non vedono l’ora di fare il tempo pieno e stare fuori di casa più tempo possibile, mentre altre che vorrebbero rimanere tutto il giorno a casa con il proprio figlio.

… non hanno più una vita sociale (e non si parla solo dei primi 3 mesi), e madri che si affidano ad asili nido, baby sitter, nonni e tutto quello che possono richiedere, non solo per questioni di lavoro, anche per poter uscire, svagarsi, andare in palestra, ecc.

Al giorno d’oggi esistono un’infinità di sfaccettature per definire una mamma. Quello che importante ricordare è che ogni madre fa le proprie scelte e che, agli occhi degli altri, tutte possono essere discutibili.

Tante teorie… ma in pratica?

Oggi vanno di moda moltissime teorie che fanno sentire le madri pedagogiste, psicologhe, educatrici, medici, infermiere e nutrizioniste. Sicuramente una mamma che vuol prendersi cura al meglio del proprio bambino, oltre ad usare l’istinto materno, si informa, studia e si confronta. Ma essere dei professionisti del settore è tutta un’altra cosa.

Se da un lato nessuno conosce bene il proprio figlio come la propria madre, dall’altro questo non deve far sentire le mamme onnipotenti e sempre con la verità assoluta in mano.

Ad esempio, oggi è molto popolare il metodo montessoriano per educare i bambini, ma esistono tantissimi metodi a cui fare riferimento e, per quanto impossibile, un’integrazione di tutti sarebbe la scelta più completa. 

Al di là delle teorie educative, quello che è importante è che ricordare che non esistono madri perfette e infallibili. Ciò che conta, invece, è ascoltare il proprio figlio, attraverso l’osservazione e le richieste dirette.

Questo ascolto permetterà a ogni mamma di “adattarsi” ai suoi bisogni, talvolta indirizzandosi verso scelte opposte rispetto a quelle pensate inizialmente, perché solo essendo in grado di cambiare punto di vista, opinione e idea si può essere una mamma imperfettamente perfetta.

Fonti