Cos’é il “babywearing”?

Oggi Silvia, consulente certificata dell’associazione Scuola del Portare® (www.scuoladelportare.it) e mamma di una bimba di 15 mesi ci spiega cos’è il “babywearing”.
“Babywearing” o “portare i bimbi addosso”…

Cos’è questo termine “sconosciuto”?

Che lo si chiami in inglese o in italiano il significato è sempre lo stesso ed ha radici molto più profonde di quello che possiamo immaginare. Infatti, il babywearing, è una pratica utilizzata da sempre ed ancor oggi in voga in ben 2/3 del mondo.

Cambia il nome dei supporti,a seconda di dove vengano prodotti e utilizzati, ma la finalità è la stessa: portare e trasportare i propri bambini per diverse esigenze.

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In principio eravamo nomadi che, per motivi pratici, non potevano “abbandonare” i bambini per andare a cercare il cibo; lasciare incustoditi i neonati, infatti, voleva significare condannarli a morte, renderli un pasto sicuro per gli animali feroci… e allora? che si faceva? Semplicissimo: si mettevano i bimbi “in groppa” e si svolgevano tutte le attività quotidiane, finanche il procacciarsi il cibo per la giornata… (pensiamo a quanto sarebbe comodo andare a fare la spesa in un grande supermercato, con il bimbo tranquillo e caricato sulla schiena, mentre scegliamo i prodotti dagli scaffali senza doversi districare tra passeggino e carrello, o bimbi urlanti che vogliono scendere a tutti i costi o rischiare di dover fronteggiare il direttore nel vano tentativo di giustificare la scatola di caramelle finita “inavvertitamente” nella nostra borsa a causa del birbantello di turno!)

Non dimentichiamo inoltre le nostre origini ancora più lontane: siamo dei mammiferi, proprio come i primati (ad esempio) che portano i loro cuccioli aggrappati alla pelliccia… per fortuna oggi esiste la ceretta e l’evoluzione ci ha dato una mano! Però i nostri “cuccioli” conservano ancora dei riflessi innati che li legano  inevitabilmente a quelle che sono le nostre origini filogenetiche… non abbiamo più i peli (salvo alcuni papà – penserete voi! – che, tra l’altro, sono dei bravissimi “portatori”) però i nostri piccoli tendono ad aggrapparsi a noi con tutte le loro forze e, allora, perchè non aiutarli (ed aiutarci) a soddisfare questo loro BISOGNO con il giusto supporto?
E proprio di bisogni si parla, della necessità di continuare a sperimentare quell’attaccamento che hanno vissuto all’interno delle nostre pance per mesi.

Concentriamoci sul momento del parto, ma guardiamolo dal loro punto di vista: il dolore del distacco, della perdita di quei confini che li hanno protetti fin dal concepimento, le luci forti degli ospedali, la sensazione di “spazio immenso attorno a loro” quando fino ad un momento prima avevano le nostre membrane a contenerli !

Ed è qui che entra in ballo la fascia portabebè.
Si ricrea un ambiente “uterino” e si sente il profumo della mamma, pancia a pancia con lei e di nuovo quel battito che ha scandito il tempo per tutti i mesi che è stato portato in pancia… è proprio in quel momento che il neonato si abbandona, nel suo posto sicuro : la sua mamma.
Non perdetevi i prossimi articoli di Silvia sul babywearing!!!!

Silvia Fiorillo
Consulente Scuola del Portare®
www.facebook.com/silviafiorillo.consulentedelportare
https://fasciamoconsulenza.wordpress.com

Fonti:

scuoladelportare.it/