Microbiota: lo sai che?

Ecco alcune “curiosità” sul microbiota umano!

  • I microrganismi presenti nel microbiota sono 10 volte più numerosi di tutte le cellule del nostro corpo. La maggior parte di questi sono batteri, ma sono presenti anche virus e protozoi.
  • Nel microbiota umano sono state individuate attualmente più di 1000 specie batteriche.
  • I microrganismi che compongono il microbiota umano sono concentrati in 7 regioni del corpo: stomaco, intestino (colon), naso, pelle, bocca, polmoni e organi sessuali.
  • Ogni regione del corpo ha un suo microbiota caratteristico.
  • Il microbiota orale è composto da circa 700 specie diverse.
  • Le sue colonie più numerose del microbiota sono localizzate nel canale alimentare e in particolare nel colon, che contiene più del 70% dei microrganismi presenti nel corpo umano.
  • La superficie interna dell’intestino è considerata più estesa di quella di un campo da tennis (200 mq) e, proprio per la sua ampiezza, rappresenta un ambiente ideale per la colonizzazione batterica.
  • L’intestino è considerato un “secondo cervello” perché contiene cellule (chiamate neuroni) e delle sostanze prodotte dal microbiota (chiamate neurotrasmettitori) che sono presenti anche nel nostro sistema nervoso.
  • Il cervello è direttamente collegato con le cellule intestinali attraverso il nervo vago, che crea il cosiddetto asse “intestino-cervello”.
  • Recenti ricerche mostrano uno stretto collegamento tra i batteri che vivono nell’intestino e problemi psicologici, come i disturbi dell’umore e l’ansia.
  • Una alterazione del microbiota sembra essere anche collegata a problemi del sonno; viceversa una buona qualità del sonno sembra favorire lo sviluppo di un microbiota salutare.
  • Circa il 90% della serotonina, il “neurotrasmettitore della felicità”, è prodotta dal microbiota intestinale.
  • Fattori come l’alimentazione e l’uso di alcuni farmaci (in particolare gli antibiotici) possono provocare dei cambiamenti nel microbiota.
  • Lo strepococcus salivaris K12 è in grado di ristabilire condizioni di eubiosi del microbiota orale, riducendo alcune malattie del cavo orale (carie, ascessi, gengiviti, alitosi) e delle vie respiratorie (faringiti, tonsilliti, sinusiti, otiti).
  • Il microbiota orale è condizionato dal tipo di allattamento e cambia con lo svezzamento.
  • Il microbiota dei neonati è molto simile a quello materno.
  • La formazione del microbiota è legata soprattutto al momento del parto. In particolare, in caso di nascita per via vaginale, i primi microrganismi presenti saranno quelli incontrati nel canale del parto.
  • Il microbiota dei bambini nati con taglio cesareo si forma invece principalmente tramite il contatto con la pelle della mamma.
  • Negli ultimi anni si sta pensando di “contaminare” i neonati nati da parto cesareo con i microbi materni attraverso un tampone, per permettere al neonato di venire a contatto con un microbiota più salutare.
  • Un altro momento molto importante per lo sviluppo del microbiota è quello legato al contatto pelle a pelle con la mamma e all’allattamento al seno.
  • Il microbiota intestinale ha varie funzioni: produce alcune vitamine ed enzimi, contribuisce allo sviluppo delle cellule e dei villi intestinali, partecipa alla costruzione e alla modulazione del sistema immunitario e alla prevenzione di alcune malattie allergiche.
  • Una modificazione importante della dieta è in grado di provocare in pochi giorni un cambiamento temporaneo di circa il 50% del microbiota intestinale.
  • Per mantenere in salute il microbiota intestinale è importante adottare un’alimentazione corretta, praticare una regolare attività fisica ed evitare il fumo e l’abuso di alcol e farmaci.
  • In alcune malattie causate da batteri resistenti agli antibiotici (per fortuna rare!), viene utilizzato da alcuni anni il trapianto fecale, ossia l’inserimento di batteri “buoni” per ripristinare il microbiota.
  • Il microbiota cutaneo (detto anche dermobiota) ha grande importanza per la salute della pelle. Attualmente si stanno studiando alcune creme che contengono batteri “buoni”, per ripristinare il normale microbiota in caso di malattie dermatologiche come la dermatite atopica e la dermatite nell’area del pannolino.
  • Il microbiota cutaneo è specifico per ciascun individuo e in futuro potrebbe essere utilizzato nelle aule dei tribunali per l’identificazione (un po’ come le impronte digitali!).