Luca e il suo bellissimo viaggio di paternità

Ci siamo conosciuti a novembre, a dicembre ci siamo messi insieme e a gennaio abbiamo deciso di convivere essendo diventato insensato pagare due affitti. Se non fosse che Chiara ha dovuto farsi operare di una cisti ovarica probabilmente il primo figlio sarebbe arrivato nove mesi dopo invece Amelia ha dovuto aspettare 2 anni per nascere.

Quando Chiara ha realizzato di avere un ritardo alle sue mestruazioni mi ha mandato a comprare il test di gravidanza e il giorno stesso, piuttosto emozionati, l’abbiamo fatto anzi ne abbiamo fatti due per sicurezza. Il test comunque non lasciava dubbi.

Ricordo l’inizio della gravidanza come un periodo per me abbastanza sereno: ero emozionato ma mi sentivo anche piuttosto sicuro che sarebbe andato tutto bene e sono stato tutt’altro che apprensivo.
Una maggiore consapevolezza è arrivata col passare dei mesi e sebbene la gravidanza sia stata serena e tranquilla mano a mano è cresciuta anche l’ansia che qualcosa potesse andare storto. Per fortuna è andato tutto bene.
Il parto è stato lunghissimo (almeno rispetto alle nostre speranze) ed essendo iniziato la sera tardi siamo arrivati entrambi stremati alla mattina successiva. Anzi devo ammettere che pur avendo ovviamente patito molto meno di Chiara la mattina avevo un sonno esagerato, come se non avessi dormito per giorni.

Nata Amelia è iniziato il periodo più difficile: ci tenevo che Chiara provasse ad allattarla e lei pur non essendo di certo entusiasta ci ha messo tutto l’impegno necessario. Purtroppo siamo stati seguiti poco e male in questa fase molto critica e nonostante la perseveranza alla fine mia moglie ha dovuto arrendersi. Sono contento di non aver insistito in modo irragionevole perché avrei fatto uno sbaglio enorme: noi uomini (e non solo) non dovremmo interferire mai troppo con i nostri pregiudizi ed essere in grado di riconoscere quali sono veramente le priorità della vita. Di sicuro è più importante la serenità e la salute mentale di tua moglie rispetto al tipo di allattamento adottato.

Oltre l’allattamento uno dei problemi più grandi nei primissimi mesi è stato il sonno. Per fortuna Amelia, ma più avanti anche Ettore hanno sempre dormito senza troppi problemi ma comunque doverci svegliare durante la notte ci distruggeva; ricordo con Amelia l’incubo di riuscire a farla addormentare specialmente quelle rare volte che veniva colta da inspiegabili crisi isteriche. Noi abbiamo deciso di appendere la “culla” subito sopra il nostro letto in modo da poterla cullare con il minimo sforzo e ridurre al minimo i tempi tra le poppate e la ripresa del sonno.

L’essere sempre stato, grazie anche a mia madre, molto indipendente nei lavori domestici mi ha permesso di aiutare mia moglie parecchio ma ciò di cui vado più fiero è l’essere riuscito a limitare moltissimo le sue ansie ed averla aiutata a mantenere i rapporti sociali e la passione per la danza. Ricordo ancora come siamo riusciti velocemente a organizzarci per rendere possibili le uscite cosicché Chiara ha potuto riprendere la danza dopo solo un mese e mezzo e più avanti muniti di porte-enfant e di Kit di sopravvivenza per pappe e cambio pannolini eravamo in grado di partecipare ad aperitivi con amici, così come andare semplicemente a prenderci una pizza o partecipare a una fiera piuttosto che un saggio.

La scelta di provare a dare un fratellino-sorellina ad Amelia è stata più difficile anche se eravamo entrambi d’accordo che non avremmo dovuto aspettare più di due-tre anni per farlo.
Io avevo due fratelli e non avevo dubbi sui vantaggi per Amelia di questa scelta mentre mia moglie, forse perché figlia unica e perché ricordava con chiarezza di non aver mai voluto fratelli o sorelle, era molto incerta e divisa. Le principali preoccupazioni erano di non riuscire ad amare entrambi nello stesso modo, di fare un torto ad Amelia e che il secondo figlio potesse nascere non sano e condannare noi ed in particolare la sorella a grossi ed ingiusti sacrifici.
Quest’ultima eventualità preoccupava seriamente anche me e per questo a differenza della prima figlia abbiamo deciso di fare il B-test ed eravamo concordi ad affrontare un eventuale aborto nel caso fosse risultato evidente dall’ecografia morfologica l’esistenza di gravi patologie o malformazioni.

Augurerei a tutti di essere fortunati come noi che non abbiamo dovuto affrontare, se non ipoteticamente, scelte difficili e abbiamo potuto avere due figli sani e felici.
Vorrei comunque aggiungere che la collaborazione di entrambi i genitori, la costruzione di una fiducia reciproca, il saper affrontare un confronto di opinioni senza dare per scontato di avere più ragione dell’altro sia un buon punto di partenza per il successo e la serenità di una famiglia.

Come genitore di due bambini di 4 e 6 anni, avendo anche seguito le problematiche di altri genitori con figli più grandi, vorrei sottolineare che l’attenzione verso i nostri figli, la presenza attiva di entrambi i genitori, le scelte educative, la collaborazione, il dialogo e il confronto non sono e non devono rimanere un’emergenza dei primi anni di vita ma un impegno costante.