Allattamento con due gemelli: la mia esperienza

Quando si allattano due gemelli, al di là della modalità adottata, serve organizzazione per non perdersi tra orari e quantità e non rimanere disarmati di fronte a pianti che talvolta sembrano ingiustificati e sono invece pienamente spiegati. Capita in momenti di forte stanchezza di avere la sensazione di aver terminato la poppata da pochi minuti, scoprendo poi invece che effettivamente è già ora di ricominciare…

Il quaderno dei pasti

Ecco allora che segnare in un block-notes o un’agendina i pasti e le quantità o i tempi consumati da ciascun bimbo diventa accortezza vitale. Vi aiuterà a pilotare i pasti successivi. Basta un semplice schema con una colonna dedicata a ciascun bimbo, da compilare via via con orari e indicazioni a voi comprensibili.

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Nella mia esperienza, “il quadernino dei pasti”, come lo chiamavamo io e mio marito, ha svolto un ruolo fondamentale. Il comportamento di Giulia e Davide è sempre stato totalmente diverso e annotare orari e quantità in un quadernino mi permetteva di districarmi nel complesso mondo dell’allattamento al seno con integrazione artificiale. Un quadernino che ho compilato diligentemente per sette mesi, che ho odiato più di qualche volta e che ora guardo di tanto in tanto quasi con incredulità e un pizzico di nostalgia.

Le differenze tra i gemelli

Giulia sin dal suo primo giorno di vita, si è attaccata delicatamente al seno, aiutandomi a stimolare la produzione di latte. Davide, nato più piccolo (e privo di pazienza sin dal suo primo vagito) ha impiegato più tempo nel capire come attaccarsi e per lui sono iniziate subito le aggiunte, poi estese anche a Giulia.

La mia produzione di latte, anche ad allattamento avviato, non è mai stata tale da soddisfare in modo esclusivo il fabbisogno dei due bimbi. Per cocciutaggine o volontà, ho coltivato il sogno di riuscirci per mesi, continuando ad aiutarmi anche con il tiralatte elettrico (i modelli professionali sono noleggiabili in farmacia). Così nei sette mesi durante i quali ho avuto latte, ho provato un po’ tutte le alternative di allattamento possibili: all’immancabile inizio poppata al seno, seguivano poi eventualmente biberon di latte materno o artificiale a seconda della disponibilità.

La situazione è divenuta se possibile ancor più complessa quando Davide ha cominciato a soffrire di rigurgito, rallentando i tempi di suzione e richiedendo integrazioni di latte specifico.

Il mio allattamento non è sempre stato edificante e intimo, anzi spesso era intervallato da pianti, prove vane di allattamento simultaneo (Davide richiedeva attenzioni doppie rispetto a Giulia che finiva quasi sempre per attendere pazientemente il suo turno) e talvolta assistito dal papà o da un parente di passaggio incastrato a dare il biberon al bimbo che aveva finito il proprio turno al seno.

Eppure, i momenti in cui riuscivo ad allattare con calma e tranquillità e a godermi poi quelle espressioni beate sui loro visi, valevano più di mille momenti di tensione e ripagavano la stanchezza e la fatica.

Poi con il rallentare della frequenza dei pasti, il regolarizzarsi dei ritmi dei bimbi e, ancor più in là nel tempo, con l’introduzione delle prime pappe, anche l’allattamento è divenuto via via meno pressante. Ai loro otto mesi, quando i bimbi hanno cominciato a reggere in autonomia il biberon del mattino da semiseduti, la frenesia dei primi tempi è divenuta definitivamente ricordo sfuocato.

E’ un percorso di crescita… doppia!

Allattare, e soprattutto allattare dei gemelli, non è sempre facile, ma è parte di un percorso di crescita, insegna a gestire domande e risposte a più mani, insegna ad avere pazienza e permette anche di assaporare piccole cose che altrimenti non si avrebbero tempo di osservare: una manina che stringe involontariamente quella del fratellino, un piedino che spinge ritmicamente contro il braccio del genitore, e i primi sorrisi, spasmi involontari dal potere magnetico. Sono esperienze che poi sfuggono… per fortuna ne seguono altre e con i gemelli… la sorpresa è sempre doppia!

Mamma Paola