Mamma e donna su binari paralleli: davvero la madre smette di essere desiderabile?

Sarà bellissimo, ti dicono. E aggiungono spesso che non ti sentirai più sola. E invece sola quando si diventa mamme ci si sente spesso, eccome.

Sola davanti a un telefono che suona molto meno di prima, sola a cercare di rimediare al disordine, ai panni da stirare, al frigo vuoto e a giornate che sembrano interminabili, sola davanti a un pianto che non è sempre facile interpretare e soprattutto sola di fronte a quella nuova te che a tratti sembra troppo distante da quella di prima. Sola davanti a un corpo che è cambiato e non banalmente per qualche chilo di troppo, ma perché gravidanza, parto e postparto sono mesi intensi e allo stesso complessi, esperienze che lasciano tracce così profonde difficili raccontare, perfino a se stesse.

Sola perché un semplice “sono stanca” pronunciato in alcune situazioni equivale spesso esporsi a una serie di critiche inutili e poco costruttive se non di giudizi e frasi fatte dal “Ci siamo passati tutti”, all’intramontabile “Hai voluto la bicicletta”.

No, non è il prologo a uno dei tanti approfondimenti sulla depressione postparto, tema importantissimo e di cui si conosce ancora troppo poco, ma un desiderio di confronto sincero su un passaggio di vita che ci si è stato spesso raccontato in modo troppo distante dalla realtà e che non perdiamo occasione di provare a raccontare in modo diverso, sicuramente più autentico. E sui cui siamo quasi certe che si fa fatica a confidarsi, con il solito timore di non trovare comprensione.

Ogni tanto ci sono donne che fanno sentire la loro voce fuori dal coro, che provano a mettere in luce le difficoltà, gli aspetti meno facili e meno felici, perché in fondo di quelli felici sono più semplici da raccontare.

E queste voci, preziose e rare, sono una boccata d’aria che in qualche modo restituisce all’esperienza della maternità tutta l’autenticità di cui le donne hanno bisogno, lontana dagli stereotipi e dalle narrazioni pubblicitarie e dalle menzogne dei social network,  utili sicuramente a vendere sogni, passeggini e pannolini, ma troppo distanti dalla vera quotidianità di una mamma.

La donna madre non è più desiderabile?

Qualche tempo fa, la dichiarazione di un’icona di femminilità come Monica Bellucci a Vanity Fair, ha fatto riflettere su quanto probabilmente quel senso di smarrimento dopo l’arrivo di un figlio sia un vissuto totalmente trasversale e che ci accomuni senza troppe distinzioni, al di là di qualsivoglia  status sociale e molto più di quello che possiamo immaginare: “Siamo nel pieno di un cambiamento enorme. Le donne escono allo scoperto, parlano di più, vedi molte più donne regista, donne  pilota, donne arbitro. 

Diventa sempre più sottile il confine tra bisogno di essere amate e rispettate.  La donna madre forse, non è più desiderabile? Ah, boh… ci lasciate fare le mamme e poi ve ne andate con le altre donne. Così ci perdiamo...”.

Quante volte struccate la mattina, magari dopo qualche nottata un po’ movimentata, ci è capitato di guardarci allo specchio e di faticare a riconoscerci, stanche e sciupate, e quanto ci siamo sentite anche peggio probabilmente, paragonando le nostre giornate trafelate, fatte di ritardi al lavoro, corse, febbri improvvise, alla perfezione spesso “sbandierata” delle “mamme famose”, apparentemente impeccabili sui social network?

Allora c’è da domandarsi se questo senso di “abbandono”svelato dalla Bellucci, in realtà vada ben oltre l’estetica, oltre la possibilità di disporre o meno di aiuti , di curarsi fisicamente, di trovare tempo per se stesse. Sicuramente può essere un sollievo, eccome, sarebbe ipocrita negarlo, ma probabilmente non è tutto e sarebbe semplicistico pensare che basti un’ora di palestra o una piega dal parrucchiere a placare l’emotività spesso conflittuale di una mamma, a riportarla indietro a quella spensieratezza forse perduta, a catapultare indietro la coppia alla sua dimensione prima dei figli. Qualcosa cambia, qualcosa di grande silenziosamente si trasforma e probabilmente il problema non è nemmeno quello. Il punto probabilmente è che in un momento così cruciale, le mamme talvolta perdono il loro primo interlocutore, che è proprio chi insieme a loro dovrebbe essere più coinvolto nell’avventura: il compagno.

Mamme allo specchio: come vedono se stesse?

La gravidanza, il parto e i mesi che seguono sono passaggi di vita che non sono hanno un grande impatto sul vissuto di ogni donna, ma che rendono indispensabile attingere a  risorse che non si credeva nemmeno di possedere. Non si diventa mamma leggendo i libri di puericultura, non lo si diventa probabilmente dal primo momento che si stringe il bambino tra le braccia.

Lo si diventa a suon di errori e di scoperte. Si diventa genitori destreggiandosi tra biberon, notti insonni, risate, e qualche lacrima. Lacrime di gioia, lacrime di stanchezza, in un equilibrio che oscilla tra gratitudine, felicità e smarrimento.

Si diventa mamme facendo lo slalom tra la prima febbre, lo svezzamento, e i pianti all’asilo. Ci si arricchisce ogni giorno come forse mai prima, ma inevitabilmente si lascia indietro qualcosa di sé. La spensieratezza, per prima cosa probabilmente. Le giornate improvvisate, le sveglie all’ultimo secondo, i weekend a leggere, a riposarsi, a dedicare tempo a se stesse.

Si lascia indietro molto del rapporto di coppia, probabilmente gran parte del suo aspetto seduttivo, presi dalla frenesia di tutto il resto, perché il tempo è quello che è e le energie sono prevalentemente destinate ad altro.

Si impegna il tempo molto spesso a cercare di capire, a studiare soluzioni, a organizzare, a programmare e cambiare in una ricerca costante di equilibrio.

Tirando le somme, tanto impegno ha un prezzo, spesso quello della stanchezza e della minore attenzione ai propri bisogni, tra aiuti che scarseggiano e corse quotidiane.

Un sondaggio condotto qualche tempo da Netmums su un campione di 3.000 donne ha svelato fa ha svelato che le madri non si sentirebbero più attraenti, in particolare modo agli occhi del partner. Oltre a questo, i rapporti sessuali dopo i figli sarebbero sempre meno frequenti. Per la grande maggioranza delle intervistate insomma, essere madri è l’equivalente di aver perso attrattiva sessuale.

Solo il 12 percento ritiene che il proprio compagno le veda ancora come “femminili” e sexy, o almeno un po’ attraenti. Per il 69% invece il proprio marito le giudica “stanche”.

Infine, una donna su cinque, riferisce di essere stata etichettata dal proprio compagno come “asessuale”, il che sicuramente non è un toccasana per l’autostima.
Donna e madre sembrano innegabilmente viaggiare su binari paralleli, almeno nella maggioranza dei casi.

Ma siccome più di qualsiasi sondaggio, siamo interessate alle vostre esperienze, ci raccontate come avete vissuto questo passaggio di vita?