malattia retribuita per PMA (inps)

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Vedi 6 messaggi-dal 1 al 6(di 6 totali)
  • #344676 Rispondi
    linda
    Membro

    [quote quote=344167]e se non volessi raccontarlo a nessuno, ovviamente, nn si potrebbe fare? per forza devo farlo sapere al mio capo.

    [/quote]@kitty15 se non vuoi raccontarglielo non farlo, non sei costretta, @margheAzzurra ti ha spiegato benissimo quello che succede adesso quando si va in malattia , per la legge della privasi   non e stato mai rivelato al azienda per quale motivo sei in malattia, anche quando esisteva il certificato con ricevuta di ritorno, figurati adesso , tu chiami il datore di lavoro , comunichi il nm del protocollo e li puoi raccontare quello che voi!

    #344242 Rispondi

    [quote quote=344167]e se non volessi raccontarlo a nessuno, ovviamente, nn si potrebbe fare? per forza devo farlo sapere al mio capo.

    [/quote]

    Perchè devi dirlo al tuo capo?  Alla fine i certificati alle aziende non arrivano più quindi loro non sanno il motivo “ufficiale” per cui stai a casa….(arrivano solo i codici protocollo che confermano all’azienda che l’assenza è coperta dall’INPS)…

    Potresti dire che sei bloccata con la schiena o che ti sei stortata una caviglia….2 o 3 settimane nei casi “gravi” ci stanno… (poi quando torni al lavoro fai un po’ di “sceneggiata” e non ti metti i tacchi e la “bugia” sta in piedi… B-) )

    Sono mamma di Alessia (9 anni)
    #344167 Rispondi
    kitty15
    Membro

    e se non volessi raccontarlo a nessuno, ovviamente, nn si potrebbe fare? per forza devo farlo sapere al mio capo.

    #344132 Rispondi
    linda
    Membro

    @micarta , amore mio che bello leggerti, come sta la mia “nipotina” Alice??? quanto mi manchi , caspita , mi mancano le nostre chiacchierate , un bacio alla piccola e un abbraccio a te! io sono di nuovo in corsa, questa volta Fivet!

    @noemi1976 scusa se ho scritto a @micarta nel tuo post, ma era da un po’ che non la vedevo entrare e ne ho approfittato!

    adesso torniamo a noi, io ti parlo per esperienza personale io l’anno scorso ho fatto 6 IUI e dopo il tranfer mi prendevo i miei 10-15 gg di malattia dal mio medico di famiglia con causale ” inseminazione assistita in corso” e mi e’ sempre stata retribuita dal inps senza problemi, anch’io come te ero lavoratore dipendente! in bocca al lupo cara!

    #344058 Rispondi
    micarta
    Membro

    Ciao a me lo stesso ospedale mi aveva dato giustificativo malattia x ricovero…ma per il post transfer ti fai mettere in malattia dal tuo medico..in bocca al lupo!

    Sono mamma di Alice (10 anni)
    #343974 Rispondi
    noemi1976
    Membro

    Riporto di seguito quanto trovato su internet relativamente all’assenza dal lavoro causa PMA.

    Chiedo conferma a chi “ha già dato”!

    Grazie.

    <u>SI HA DIRITTO A UN PERIODO DI MALATTIA RETRIBUITO PER LA PMA?</u><u>
    </u>SI. Secondo il msg.7412 del 3/3/2005, l’INPS prevede per chi effettua trattamenti di procreazione assistita, <u>se certificata</u>, un periodo di astensione dal lavoro per le giornate di ricovero e per quelle successive alla dimissione di massimo 2 settimane. In fattispecie particolari è possibile richiedere anche un periodo di 1 settimana antecedente al ricovero. Per il prelievo degli spermatozoi (ovviamente chirurgico) il lavoratore può avere un periodo di astensione per malattia definito dall’INPS “congruo” e quantificato in 10 giorni.

    <u>Il testo del messaggio INPS è il seguente:
    </u>”La richiesta di astensione dal lavoro motivata da “fecondazione assistita come cura della sterilità”, pur non potendosi considerare “malattia” in senso classico, deve essere ad essa assimilata. Infatti, il periodo di riposo di solito prescritto è finalizzato ad un adeguato impianto dell’embrione in utero.
    Le giornate di ricovero e quelle successive alla dimissione, <u>prescritte dallo specialista</u> e necessarie per un sicuro impianto dell’embrione: mediamente, sono considerate congrue due settimane dopo il trasferimento dell’embrione nell’utero.
    Per quello che riguarda i controlli ecografici ed ematici quotidiani, si dovrà fare ricorso ad altri istituti contrattuali (permessi orari), ad eccezione di fattispecie particolari che possano integrare la necessità medico legale di un riposo anche antecedente la fecondazione assistita, valutabile nel caso concreto e, approssimativamente, in una settimana.
    Ove vengano effettuate tecniche di procreazione assistita che richiedono il prelievo degli spermatozoi dall’epididimo o dal testicolo, un congruo periodo di malattia, valutabile nell’ordine dei dieci giorni, è riconoscibile anche al lavoratore (dipendente).

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