Il fattore RH in gravidanza

All’inizio della gravidanza tutte noi future mamme siamo sottoposte ad alcuni esami.

Uno di questi serve per determinare il Fattore Rh del sangue. Il fattore può esserci (Rh positivo) o non esserci (Rh negativo) e mediamente 86 persone su 100 sono Rh positive.

E’ molto importante determinare il fattore Rh quando il sangue della futura mamma è Rh negativo,e quello del futuro papà è Rh positivo. In questo caso raramente ci sono problemi con il primo figlio ma durante il parto il sangue materno e fetale vengono in contatto causando nella madre la produzione di anticorpi che potrebbero essere pericolosi nella eventuale seconda gravidanza.

I problemi sorgono  infatti  se il bambino eredita il fattore Rh positivo dal padre. In questo caso  potrebbe insorgere nel feto una grave forma di anemia  che se non curata in tempo potrebbe causare  la morte del bambino prima o dopo il parto.

Questo accade perchè i globuli rossi Rh negativi del bambino passano nella circolazione sanguigna della mamma. Questo passaggio potrebbe avvenire per un’emorragia accidentale verso a fine della gravidanza o durante il parto o in caso di aborto spontaneo. In questi casi il corpo della mamma reagisce a questo fattore Rh producendo anticorpi contro di esso.

Quando questi anticorpi ritornano  nella circolazione sanguigna del feto causano la distruzione di molti globuli rossi fetali e conseguente grave anemia.

Durante la gravidanza in genere il passaggio di sangue dal feto alla madre non è così rilevante da indurre la produzione di anticorpi. Però durante il parto un po’  di sangue fetale passa nella circolazione materna causando la produzione di anticorpi . Il rischio grave è alla eventuale successiva gravidanza  dove, se il bambino è Rh positivo, gli anticorpi attaccheranno il sangue fetale causando gravi problemi e anche la morte del feto stesso.

La somministrazione di immunoglobuline quando la mamma è RH negativa e il papà RH positivo

Per prevenire tutto ciò in genere si somministra alla mamma Rh negativa   immunoglobuline anti-D , alla 28° e alla 34° settimana di gravidanza, e un’altra dose immediatamente dopo la nascita del bambino Rh positivo  . Questa somministrazione evita nella mamma la formazione di anticorpi contro i globuli rossi Rh positivi. Questa iniezione va fatta anche in caso  di aborto perchè anche in questo caso c’è il rischio di mescolanza di sangue.

Se invece una donna Rh negativo  ha già sviluppato gli anticorpi queste iniezioni di immunoglobuline sono inutili. In questo  caso la gravidanza può essere considerata a rischio e quindi sarà necessario valutare attraverso l’amniocentesi il grado di anemia fetale.

In ogni caso una donan con Rh negativo con partner Rh positivo, viene monitorata durante tutta la gravidanza per valutare la presenza di anticorpi contro il fattore rh positivo.

Se si formano anticorpi viene esaminato anche il sangue del bambino . Se necessario verranno fatte delle trasfusioni  al feto ed eventualmente si ricorrerà aun parto pre-termine sempre se il bambino è abbastanza maturo per affrontarlo e sopravvivere. In alcuni casi viene fatta anche una trasfusione completa al bambino per eliminare tutti gli anticorpi presenti in circolo.

Comunque con la profilassi delle immunoglonuline questo problema si presenta raramente.