Che cosa significa preservare la fertilità femminile?
Si tratta di un tema molto ampio, da un lato possiamo pensare a tutte quelle accortezze che permettono di prenderci cura del nostro benessere. Facendo attenzione a quello che mangiamo o assumiamo, all’attività fisica, all’adozione di comportamenti non a rischio che potrebbero esporci a malattie sessualmente trasmissibili che possono compromettere la fertilità.
Preservare la fertilità da un punto di vista strettamente medico /riproduttivo significa anche poter fare ricorso a quelle particolari metodiche che consentono di crioconservare cellule e tessuti per programmare una gravidanza futura.
Al giorno d’oggi esistono varie possibilità più o meno sperimentali come la vitrificazione degli ovociti che ormai è diventata un gold standard nei percorsi di fecondazione assistita, e la crioconservazione del tessuto ovarico.
Il congelamento dei propri ovociti a scopo precauzionale, chiamato comunemente anche social freezing, permette di poter conservare i propri gameti per poter avere una gravidanza con i propri gameti, nel momento in cui la si riterrà più opportuna.
Ci sono vari motivi che possono spingere una donna o una coppia al congelamento dei propri gameti. Possono essere ad esempio motivi di salute, sociali, economici o affettivi. In ogni caso è una prassi che sta prendendo piede negli Stati Uniti dove viene addirittura messa a disposizione alle dipendenti di grandi aziende.
In Italia se ne parla poco nonostante il nostro sia un Paese in cui le coppie ricorrono sempre più spesso alla donazione di gameti (fecondazione eterologa), quando la gravidanza non arriva per motivi spesso legati all’età della donna.
Ha senso congelare gli ovociti in modo consapevole, per preservare la propria fertilità?
La crioconservazione preventiva degli ovociti, fatta a tappeto sul tutte e donne, avrebbe diversi vantaggi.
- se una coppia decide di avere un figlio dopo una malattia che ha richiesto la chemioterapia, può utilizzare ovociti e spermatozoi crioconservati preventivamente senza dover ricorrere all’eterologa
- se una coppia decide di avere un figlio dopo i 40 anni, i propri ovociti crioconservati in giovane età aumentano drasticamente la chance di gravidanza
- gli ovociti crioconservati che una donna decide di non utilizzare più, perché magari ha già avuto i suoi figli, potrebbero, dietro consenso della donatrice ovviamente, essere donati a chi non può avere figli, superando il problema della penuria di ovociti che attualmente vengono acquistati dai centri di PMA a caro prezzo dai paesi esteri (Spagna in primis)
Sicuramente è un tema che va approfondito sotto tutti i punti di vista.
- Meglio congelare gli ovociti per cercare lavoro e stabilità economica o e meglio che la donna abbia la possibilità di avere una gravidanza in giovane età?
- È giusto rimandare una gravidanza dopo i 40 anni? O verso i 50? Non ci sono rischi maggiori per la donna e per il bambino? Che impatto sociale avrà questo continuo rimandare la genitorialità?
- È giusto rimandare la gravidanza perché il datore di lavoro impone contratti che obbligano la donna a rimandare il proprio desiderio di maternità?
- Ha senso che la medicina intervenga per rimediare a problemi (invecchiamento ovarico legato all’età) causati da fatto sociali (impossibilità di avere le condizioni economiche-sociali adeguate per avere una famiglia??)
- Che fare di tutti quegli ovociti che poi non verranno mai utilizzati? La donazione può davvero essere una soluzione? Non tutte le donne se la sentono di donare i propri ovociti a una coppia di estranei. Se da un lato si regala a una coppia la possibilità di avere un bambino, dall’altra non si può nascondere il fatto che la donatrice avrà uno o più figli biologicamente propri al mondo e che probabilmente non conoscerà mai.
Abbiamo approfondito il tema della crioconservazione degli ovociti qui.
Ci farebbe invece piacere sapere cosa ne pensate voi.
Abbiamo accettato molto volentieri di partecipare a una ricerca dal titolo “CRIOCONSERVAZIONE DEGLI OVOCITI: CONOSCENZE, OPINIONI, ATTEGGIAMENTI IN ITALIA – 2021” .
Si tratta di un progetto che nasce dalla collaborazione di alcuni atenei italiani, coordinata dalle dott.sse Emanuela Rinaldi (sociologa, Università degli Studi di Milano-Bicocca) e Pamela Tozzo (medico, Università degli Studi di Padova, già autrice di numerose pubblicazioni su questo tema).
Lo scopo del progetto, che ha un fine puramente scientifico, è indagare principalmente sia gli aspetti di conoscenza e atteggiamenti sulla pratica di crioconservazione degli ovociti delle donne, sia gli aspetti legati alle decisioni economiche legate alla maternità.
Ti chiediamo di rispondere al questionario dedicando 10-15 minuti del tuo tempo e di condividere il link con una o più amiche.
Trovi il questionario e maggiori dettagli qui.
https://docs.google.com/forms/d/1Mb9fxV-PWyQ7QNyAXy9zwtCM7dCI8bp2lPgzUBxju9k/edit
Per qualsiasi dubbio o domanda, puoi contattare la coordinatrice della ricerca emanuela.rinaldi@unimib.it
Un estratto dei risultati sarà pubblicato online sul sito Periodofertile.it quando i dati saranno elaborati, presumibilmente entro fine dicembre 2021
Grazie della preziosa collaborazione