Collirio a base di tobramicina: è pericoloso per la fertilità?

Egr. Dr. Torino,
Le scrivo perché il mio compagno sta utilizzando il collirio a base di tobramicina per curare un orzaiolo (lo instilla nell’occhio quattro volte al giorno fino alla scomparsa dell’orzaiolo) su indicazione del suo medico, e lo usa periodicamente ogni volta che questo problema oculistico-dermatologico fa la sua ricomparsa. Purtroppo ho letto nel bugiardino del farmaco quanto segue:
Fertilità: Non sono stati effettuati studi per valutare l’effetto sulla fertilità umana della somministrazione topica oculare di collirio e unguento oftalmico a base di tobramicina. Gravidanza:  I dati relativi all’uso topico oculare di tobramicina in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato. Gli studi negli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva. La tobramicina non è raccomandata durante la gravidanza.

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Ciò che mi preoccupa è la “tossicità riproduttiva“, anche se questa è stata rilevata solo negli animali: potrebbe incidere sulla sua fertilità? Lui ha 40 anni ed io 37, non abbiamo figli, e stiamo provando ad averne dall’inizio di quest’anno, ma non vorrei che l’uso di questo collirio renda vani i nostri tentativi .Grazie in anticipo per la Sua risposta. Cordiali saluti.

Gentile lettrice,
come lei ha già evidenziato, non esistono studi scientifici che abbiano dimostrato alterazione della fertilità nell’uomo in seguito alla somministrazione di trobamicina. E’ tuttavia altamente improbabile, per motivi legati alla farmacocinetica ed alla farmacodinamica del principio attivo, che l’uso topico (locale) della trobamicina possa creare problemi riproduttivi nel maschio.
Diverso è invece il discorso inerente l’utilizzo del farmaco in donne in gravidanza.
In questi casi infatti, come del resto avviene per tantissimi altri farmaci, diversi studi condotti su cavie hanno dimostrato effetti tossici su embrioni.

Nonostante ricerchiate una gravidanza solo da pochi mesi, il mio consiglio è comunque di valutare lo stato attuale della fertilità di suo marito attreverso l’esecuzione di uno spermiogramma, da ripetere eventualmente a distanza di 6 mesi.

Cordialmente
Dott. Mario Torino