Ci sono libri che regalano emozioni, perchè suscitano ricordi, perchè raccontano una storia vera, o perchè sentiamo di appartenere a quella storia o a ciò che quel libro vuole trasmettere.
Abbiamo tutti noi un racconto preferito, come tutti noi abbiamo un oggetto che appartiene al nostro passato e che custodiamo gelosamente nel nostro cuore. “La slitta rossa”, di Jolanda Restano è tutto questo.
Una storia di famiglia
La slitta rossa è compagna fedele di tanti giochi di Graziella e Silvano, i protagonisti del libro, due bambini che vivono il disagio e le paure causate dalla seconda guerra mondiale. La presenza dei nazisti sul territorio italiano, i partigiani, la solidarietà con chi sta combattendo con coraggio e la libertà del proprio Paese.
Nel mezzo la vita quotidiana, fatta di scuola, di giochi, di divertimento con le piccole cose. La slitta, compagna di avventure quotidiane, le passeggiate, i primi amori, permettono di mantenere una parvenza di normalità nelle loro vite.
Questi bambini che riuscivano a divertirsi con poco, che apprezzavano lo stare insieme, l’avere qualcuno con cui parlare e confidarsi, hanno davvero tanto da insegnare alla nostra generazione di ragazzi. L’amicizia, la fantasia, gli affetti sinceri, il bisogno di condivisione, resistono anche agli eventi più tragici e donano speranza, quella speranza che in parte può essere rappresentata dalla slitta rossa, simbolo di libertà.
“La slitta rossa” sebbene sia un racconto adatto a tutti, grandi e piccini, affronta temi importanti come quello della guerra, ma al contempo con grande delicatezza racconta, attraverso gli occhi di una bambina, gioie e paure, piccoli gesti, dettagli di una vita semplice ma al contempo ricca di sentimenti e buone intenzioni.
L’ho trovato un racconto genuino, sincero, mentre lo leggevo mi affioravano alla mente i racconti dei miei nonni che, come i personaggi de “La slitta rossa”, quella guerra l’hanno vissuta davvero, con tutto ciò che comportava. La paura che si sentiva nell’aria quando si trattava di nascondere in casa i partigiani, il senso forte di solidarietà quando si trattava di condividere quel poco cibo che avevano con chi ne aveva ancora meno. E soprattutto il saper apprezzare i piccoli gesti quotidiani, quelli che poi rimangono nell’anima.
Non entro nel dettagli della storia perchè merita di essere letta e vissuta senza anticipazioni. Leggetela perchè non solo vi scalderà il cuore, ma vi coccolerà nel vero senso della parola, per tutto il tempo di lettura grazie a una impaginazione ormai rara e illustrazioni meravigliose.
Il libro è dedicato alla mamma di Jolanda, Graziella, protagonista della storia, una storia vera che grazie a questo libro non verrà perduta. Perchè è ricca di valori, di sentimenti che sembrano appartenere a un passato remoto e che invece andrebbero rispolverati per vivere appieno anche la nostra realtà quotidiana.
Le illustrazioni sono di Angelo Ruta, tratte da foto che la stessa Jolanda ha inviato all’artista. Le decorazioni i dettagli, tutto è fedele alla vecchia Villa di Graglia dove è ambientata la storia. E rende ancora più speciale questo breve ma intenso racconto, che fa parte del vissuto vero della sua famiglia e che Jolanda messo nero (e rosso) su bianco.
Jolanda Restano è autrice non solo di libri ma grazie alla sua passione per le fiabe e filastrocche anche produttrice di contenuti per l’infanzia.
La potete seguire anche sul suo famosissimo portale www.filastrocche.it.
Il libro lo trovate in vendita anche su Amazon.