fbpx

Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

Informazioni sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

Come aiutare i bambini ad apprendere attraverso il gioco

Il gioco, durante la prima infanzia e per tutta l’età evolutiva, ha una fondamentale valenza educativa. Permette al bambino di apprendere e sviluppare competenze cognitive, emotive e sociali fondamentali per affrontare le successive fasi di crescita.

Man mano che il bambino cresce, è molto importante aiutarlo ad individuare spazi e attività che gli permettano un’esplorazione autonoma del mondo.

Tuttavia, ci sono competenze che possono essere acquisite solo attraverso la mediazione e la guida di una figura adulta, che aiuti il bambino, con suggerimenti e domande, che lo stimolino ad imparare a conoscersi per comprendere quali strategie sono più utili per apprendere (questa capacità è definita da psicologi e pedagogisti riflessione metacognitiva).

Come aiutare i bambini ad apprendere attraverso le attività di gioco

I bambini apprendono attraverso il gioco procedendo per tentativi ed errori. Questo a volte genera frustrazione (di fronte a difficoltà o errori che il bambino percepisce come insormontabili).

E’ quindi fondamentale che il bambino sia sostenuto nella sua voglia di esplorare e sperimentare ma al contempo sia incoraggiato a tollerare la frustrazione e a fare degli errori un’occasione di crescita. Per fare ciò occorre stimolare, sia nei bambini più piccoli sia in quelli più grandi, lo sviluppo delle funzioni esecutive, ossia le competenze che consentono di individuare le giuste strategie per risolvere i problemi.

Il gioco in particolare stimola lo sviluppo e il potenziamento di alcune funzioni esecutive:

  • autoregolazione emotiva, ossia la capacità di riconoscere e controllare le proprie emozioni affinché non ostacolino il proprio obiettivo;
  • flessibilità cognitiva, ovvero la capacità di gestire le situazioni, soprattutto in presenza di eventuali imprevisti;
  • pianificazione, la capacità di prefigurarsi le mosse da compiere per raggiungere un certo obiettivo;
  • attenzione focalizzata, cioè l’abilità di concentrarsi sugli elementi importanti per il proprio scopo, isolandoli da tutti quelli che non giocano un ruolo importante utile per raggiungere il risultato finale;
  • memoria di lavoro, che consiste nel tenere a mente le procedure necessarie per svolgere una determinata attività per il tempo necessario alla conclusione del compito stesso;
  • inibizione della risposta, ossia la capacità di trattenersi dal mettere in atto la prima risposta che potrebbe venire in mente, controllando l’impulsività.

Chiaramente, occorre tenere conto dell’età del bambino, dei suoi tempi e delle sue necessità oltre che dell’interesse e delle preferenze che già fin da piccolo egli è in grado di esprimere. Questo aspetto è molto importante, poiché proporre un gioco troppo complesso per le abilità che il bambino ha acquisito fino a quel momento, rischia di non gratificarlo a sufficienza e di indurre ad abbandonare una strada che potrebbe essere percorsa in una fase di crescita immediatamente successiva.

Come possono quindi i genitori stimolare la voglia di sperimentazione e allo stesso tempo aiutare il bambino a sviluppare gradualmente le differenti funzioni esecutive?

Ecco alcuni consigli.

Incoraggiare il bambino in caso di errore

Prima di tutto è importante incoraggiare il bambino davanti all’errore, in maniera rassicurante e, allo stesso tempo, permettendogli di imparare dall’errore stesso. Per esempio, davanti ad un “fallimento” (un puzzle che il bambino non riesce a terminare, una costruzione con i mattonicini che non riesce a fare, una macchinina che non riesce ad aggiustare) il genitore può incoraggiare il bambino con frasi come “Funziona così? Proviamo in un altro modo”. In questo modo il bambino saprà che vi sono altre strategie che possono essere messe in atto per raggiungere l’obiettivo.

Aiutarlo a capire le relazioni di causa-effetto

Il genitore deve aiutare il bambino ad individuare il processo di causa-effetto, accogliendo con enfasi l’eventuale scoperta casuale di un  fenomeno. Ad esempio, se il bambino scopre che lasciando la presa da un oggetto tenuto in mano, l’oggetto cade (quante volte i bambini fanno cadere gli oggetti dal seggiolone per poi guardare dove sono caduti!) oppure che spingendo una palla sul pavimento la palla rotola, il genitore può dire: “Fammi vedere come hai fatto! Riproviamo, vediamo se succede di nuovo!”. In questo modo il bambino si sentirà soddisfatto di sé, rassicurato dall’apprezzamento del genitore e sarà incoraggiato a compiere altre sperimentazioni.

Avere fiducia nelle sue capacità

Infine, è importante supportare il bambino nella frustrazione dell’obiettivo non raggiunto, facendo percepire la vostra presenza e la vostra fiducia nelle sue capacità. In questo modo, il bambino sarà rassicurato sulle sue capacità e capirà di avere le risorse per raggiungere comunque gli obiettivi, nonostante i fallimenti.

Quali giochi per stimolare lo sviluppo delle funzioni esecutive

Ecco, età per età, quali giochi sono più adatti per favorire lo sviluppo delle funzioni esecutive dei vostri bambini.

Da 0 a 18 mesi

Per i bambini molto piccoli, fino ai 18 mesi, sono molto importanti i giochi che pongono l’attenzione sui 5 sensi, in quanto permettono ai bambini di ricevere le stimolazioni necessarie a compiere le prime esperienze di apprendimento. A questo proposito, sono molto utili i libri e i giochi sonori e tattili e tutto ciò che preveda la scoperta di suoni e materiali differenti.

Da 18 a 36 mesi

A partire dai 18 mesi fino ai 3 anni, diventa interessante per i bambini sperimentare gli incastri, per la percezione di forme e colori, oltre che per attivare una iniziale forma di pianificazione e flessibilità cognitiva. In questa fase, si partirà  dagli incastri di forme e colori, per arrivare alla realizzazione di veri e propri puzzle.

Da 3 a 6 anni

Nella fascia di età va dai 3 ai 6 anni, prende avvio la fase in cui è possibile iniziare a sperimentare i cosiddetti giochi da tavolo, che rappresentano un ambito importantissimo per lo sviluppo di aspetti relazionali e sociali e per le funzioni esecutive, che assumeranno un valore crescente con l’avvicinamento all’età scolare. Molti giochi tradizionali possono essere d’aiuto in questo senso. Attraverso il posizionamento delle pedine sulla dama, per esempio, si sviluppa l’organizzazione visuo-spaziale. La scelta delle mosse da compiere per contrastare l’avversario richiede inoltre pianificazione e flessibilità cognitiva. Gli shangai, permettono di sperimentare l’attenzione focalizzata e l’inibizione della risposta, oltre a permettere il potenziamento della manualità fine e lo sviluppo di una gestualità importante per la prensione della matita funzionale ai processi grafo-motori.