Parto cesareo: quando, come e perché (VIDEO)

Il parto cesareo è un intervento chirurgico utilizzato per far nascere il bambino quando il parto naturale non è possibile. Vediamo insieme in quali casi è necessario e come avviene.

Cos’è il parto cesareo?

Il parto cesareo è un intervento chirurgico che permette di estrarre il bambino attraverso un’incisione dell’addome e dell’utero. Questa procedura viene eseguita solo in particolari situazioni, ossia quando il parto per via vaginale implica un rischio per la futura mamma o per il nascituro.

Il parto cesareo viene definito:

1.             parto cesareo programmato (elettivo), quando il ginecologo fissa una data per l’intervento, solitamente non prima della 39+0 settimane di gravidanza (come da linee guida dell’Istituto superiore di Sanità, per evitare un distress respiratorio nel neonato);

2.             parto cesareo urgente o emergente, quando durante il travaglio si verificano delle complicazioni pericolose per la salute della mamma o del bambino, che rendono necessario accelerare il parto.

Quando si esegue un parto cesareo programmato?

La decisione di effettuare questo tipo di intervento spetta al ginecologo, che dovrà informare la mamma sulle motivazioni di questa scelta e sui rischi e i benefici della procedura.

In particolare, è necessario ricorrere a un parto cesareo programmato quando:

  • il bambino si trova in posizione podalica o trasversale in prossimità del termine (sebbene ad oggi, in alcune situazioni particolari e solo presso specifici centri di riferimento, sia possibile offrire alla mamma che lo richiede un parto podalico naturale);
  • la mamma soffre di gravi patologie (fisiche o psichiche);
  • il ginecologo valuta che il bambino è troppo grande (macrosomia fetale) o il bacino della mamma è troppo stretto per un parto vaginale; 
  • si osserva una placenta previa (ossia troppo bassa all’interno dell’utero);
  • la mamma presenta alcuni tipo di malformazione uterina;
  • il bambino è affetto da particolari malformazioni o anomalie.

Anche una gravidanza gemellare e un precedente parto cesareo possono rappresentare un’indicazione al parto cesareo programmato: in questo caso, tuttavia, il ginecologo valuterà insieme alla futura mamma la modalità di parto più adatta a seconda della specifica situazione.

Quando si esegue un parto cesareo urgente?

Solitamente, si procede a un parto cesareo d’urgenza in caso di:

  • distocia, ossia un arresto della dilatazione della cervice uterina;
  • sofferenza fetale;
  • distacco di placenta;
  • rottura dell’utero;
  • emorragia materna.

Quale anestesia per il parto cesareo?

La maggior parte dei cesarei è preceduta da un’anestesia loco-regionale, chepermette alla mamma di essere cosciente durante il parto.

Anestesia spinale

La tecnica più utilizzata è la spinale (subaracnoidea) che consiste in un’iniezione di anestetico nella parte bassa della schiena (zona lombare).

L’iniezione è indolore e l’effetto inizia dopo soli 3 o 4 minuti.

Anestesia epidurale

In alternativa, può essere utilizzata la tecnica epidurale (peridurale), che prevede l’inserimento di un catetere nella zona lombare, attraverso cui viene somministrato il farmaco anestetico.

Anche questa procedura è indolore, essendo preceduta da un’iniezione di anestetico locale. A differenza dell’anestesia spianale, tuttavia, richiede più tempo per fare effetto, anche se poi ha una durata maggiore.

Anestesia totale

In caso di grave emergenza o di particolari condizioni, come ad esempio delle alterazioni della coagulazione sanguigna, il parto cesareo si svolge invece in anestesia totale (generale).

Parto cesareo: come si svolge e quanto dura

In linea di massima, la durata complessiva di un parto cesareo è di circa 30-45 minuti.

In caso di cesareo programmato, prima dell’intervento vengono eseguiti alcuni controlli ed esami, che possono essere effettuati anche la mattina stessa del ricovero.

Alla futura mamma viene inoltre accomandato di restare a digiuno dalla mezzanotte del giorno dell’intervento. In genere, non viene invece più richiesto di radersi il pube, come accadeva in passato.

L’incisione

Una volta disinfettato l’addome, la procedura inizia solitamente con un taglio orizzontale sulla cute, un paio di centimetri sopra il pube. Molto più raramente, il taglio eseguito è verticale e più ampio. Successivamente, vengono incisi i tessuti sottostanti, spostando i muscoli e la vescica, fino raggiungere l’utero.

Il primo incontro

Una volta rotto il sacco amniotico, il chirurgo estrae il bambino e lo mostra alla mamma, che lo incontrerà per la prima volta.

Successivamente si esegue il taglio del cordone ombelicale e il piccolo viene lasciato alle cure dell’ostetrica e del neonatologo per i primi controlli, dopo i quali verrà affidato al papà fino al termine dell’intervento.

Le suture

A questo punto, si procede al secondamento, ossia alla rimozione della placenta, e alla pulizia della cavità uterina, dopodiché vengono applicati i punti di sutura per richiudere i tessuti incisi. Solitamente, il filo utilizzato è riassorbibile e pertanto non deve essere rimosso.

Cosa succede dopo il parto cesareo?

Terminato l’intervento, la mamma deve rimanere in osservazione per circa due ore, durante le quali può restare con il bambino per il primo contatto pelle a pelle e per l’avvio dell’allattamento.

Se l’intervento è stato effettuato in anestesia generale, invece, sarà necessario attendere circa 12 ore prima di attaccare il bimbo al seno, per smaltire i farmaci assunti.

In assenza di complicazioni, il ricovero in ospedale dura circa 3 o 4 giorni, durante i quali la mamma avvertirà fastidio, prurito o dolore a livello della ferita e dell’addome, che possono essere alleviati con l’assunzione di farmaci analgesici.

Rispetto a un parto vaginale, la ripresa post-operatoria è più lunga e solitamente servono almeno 24 ore prima che la mamma possa camminare, assistita dal personale sanitario, che la aiuterà anche ad accudire il bambino.

In alcuni casi, tuttavia, già la sera stessa dell’intervento è possibile alzarsi (sempre con l’aiuto del personale). Inoltre, se la mamma sta bene e l’intervento non è stato complicato, si può rimuovere il catetere vescicale che era stato posizionato prima dell’intervento.

La cicatrice

Per una buona guarigione della ferita da taglio cesareo, è importante prendersi cura della cicatrice in modo corretto. Nel seguente articolo trovi tutto ciò che è importante sapere sull’aspetto e i sintomi (normali e preoccupanti) della cicatrice da cesareo, e le indicazioni da seguire fin dai primi giorni in ospedale.

Fonti

  • Fondazione ISTUD, Tu donna partorirai con dolore: parliamone, 2010.