La fase prodromica

“Il mio travaglio è durato 27 ore!”: Una delle cose che più terrorizzano le future mamme sono queste affermazioni. Ora vediamo un po’ di spiegarvi se questa è una cosa possibile e come è composto un travaglio e un parto.

Il travaglio è formato da varie fasi.

La fase prodromica

La prima fase, quella che ci fa iniziare con spavento, sorpresa o entusiasmo, il percorso verso la nascita, ha il nome di periodo prodromico ed è fatto da tutte quelle contrazioni che anticipano l’arrivo del travaglio vero e proprio.

Sono contrazioni irregolari, non frequenti e di intensità variabile. Questo è l’unico dato che vi fa capire che quello che state sentendo non è un travaglio vero e proprio ma è solo la fase che lo anticipa.

Quanto tempo dura questa fase? Sono dolorose queste contrazioni? Quando devo andare in ospedale?

Queste sono domande a cui è davvero difficile rispondere perché ogni donna percepisce il dolore in modo diverso. Magari alla mamma A il dolore delle contrazioni prodromiche assomiglia ad un crampetto mestruale mentre alla mamma B quella contrazione fa fatica a tollerarla perché dolorosa. Il passaggio dalla fase dei prodromi al travaglio vero e proprio può avvenire dopo qualche ora o dopo un giorno, in modo graduale le contrazioni diventano regolari e di solito aumentano di intensità e frequenza.

In genere il cambiamento è lento, ma è lento perché le cose belle si fanno attendere, perché il corpo deve capire come rispondere a questa produzione di ormoni, la donna ha bisogno di tempo per capire cosa sta succedendo e che deve lasciarsi andare, rimanere concentrata, respirare e muoversi. Il periodo prodromico è importantissimo.

Come dicevo prima, questa fase, può durare davvero da poche ore a un giorno intero o anche più giorni quindi è frequente sentire una mamma che racconta che per ore e ore ha fatto fatica a dormire, riposarsi, mangiare, che le contrazioni nonostante fossero ancora irregolari erano di intensità forte e quindi dolorose. A tutto questo si aggiunge lo sconforto che magari ad una visita ostetrica il collo dell’utero è ancora non dilatato e si viene rimandate a casa.

Inoltre in questa primissima fase tutto gli ormoni che nel parto vi aiutano a supportarvi e darvi sostegno, non ci sono, quindi si rimane attente, si ragiona ancora con l’emisfero maschile, quello che controlla, cataloga, misura.

Cosa si può fare per stare meglio?

Respirate, fate una passeggiata con il vostro amato, danzate, fate yoga, cucinate un dolce fatto con amore, cercate di dormire se il vostro corpo ve lo permette tra una contrazione e l’altra. Un compagno che vi supporti in ognuna di queste cose è spesso la svolta per l’andamento di questa fase e il passaggio ad un travaglio vero e proprio. Frasi invece come “ti porto in ospedale che stai soffrendo troppo”, “quando dobbiamo andare in ospedale?” oppure “dai cosa sarà mai, non sei ancora in travaglio e dai tutte queste storie” non aiuta affatto.
Frequentare un corso di accompagnamento al parto, farlo in coppia, sapere cosa sta succedendo al vostro corpo, cosa vi può aiutare, vi fa affrontare con consapevolezza e quindi fiducia questo periodo di transizione.

Mettete in pratica i consigli

  • Usate la voce. Scegliete toni bassi come m-u-o-a-i-i-i-m-i-o-a-i-i-i. Esistono tanti cd che vi potranno indicare come si fa il canto carnatico.
  • Ispirate con il naso ed espira con la bocca, come se stessi soffiando dentro una cannuccia. Inspirando la pancia si gonfia e espirando l’ombelico rientra.
  • Fatevi massaggiare dal compagno o dalla vostra ostetrica le gambe, i fianchi, usando un olio di mandorle dolci con dentro delle gocce di olio essenziale alla lavanda. Massaggiate le anche, gambe, i fianchi, le mani e i piedi. Prendete un matterello e avvolgetelo con un asciugamano e fatelo scorrere sulla parte bassa della schiena.
  • Cercate di fare spesso pipì
  • Usate l’acqua calda del doccino facendo docce di almeno 20 minuti per volta. Passate il doccino sulla pancia e sulla schiena. State in piedi durante la doccia o al massimo su uno sgabello basso.
  • Se volete dormire fatelo sul fianco sinistro.
  • Guardate il compagno negli occhi se sentite di non farcela e ridete
  • Camminate un po’ a carponi così da aiutare la testina del bimbo a incanalarsi per bene.
  • Ballate con il compagno facendo un 8 con il bacino come se steste ballando un ballo caraibico, una salsa.

La cosa più importante è essere felici e continuare parlare al bambino, raccontategli cosa farete una volta nato, chi lo aspetta, che è bravissimo e che sta andando tutto bene.