L’aborto spontaneo e gli aspetti psicologici più comuni

Quali sono le conseguenze psicologiche di un aborto spontaneo e i consigli della psicologa per superare il trauma.

Quali sono le conseguenze psicologiche di un aborto spontaneo? Come affrontare il dramma dell’interruzione della gravidanza e trovare la forza emotiva per riprovare? Si tratta di domande difficili e dolorose, a cui cercheremo di rispondere in questo articolo.

Cos’è l’aborto spontaneo?

Si parla di aborto spontaneo quando la gravidanza si interrompe spontaneamente prima delle 20 settimane. Secondo alcune statistiche, circa il 15% delle gravidanze termina con un aborto spontaneo. Questo evento, quindi, è molto più comune di quanto si creda, anche se spesso le coppie e le donne non ne parlano. Il rischio di interruzione, tuttavia, si riduce notevolmente superato il primo trimestre di gravidanza.

Le cause dell’aborto spontaneo sono controllabili?

Nella stragrande maggioranza dei casi l’aborto non dipende da cause controllabili, è indipendente dalle proprie azioni ed è quindi importante che la donna ne sia consapevole per evitare di colpevolizzarsi ingiustamente.

Le emozioni della mamma

L’incredulità e il senso di vuoto

Nonostante sia difficile descrivere in modo esauriente tutte le emozioni e i pensieri che la coppia genitoriale sperimenta durante il lutto dell’aborto spontaneo, ci sono tuttavia delle condizioni abbastanza comuni come il vuoto e lo sconcerto, perché la rottura inattesa del legame che si era creato con il bambino si presenta come un evento traumatico, contro natura e per questo totalmente al di fuori di una realtà comprensibile e accettabile.

Una grande tristezza

Spesso dopo un aborto spontaneo può subentrare anche una lieve depressione, una grande tristezza per tutto ciò che si era già immaginato e che non potrà realizzarsi. Una coppia che sa di aspettare un figlio, anche se da poche settimane, si carica emotivamente di tutte le responsabilità che costruiscono un legame sia fisico che mentale con il bambino, e fantastica su come sarà il piccolo, come cambierà il loro stile di vita, cosa si dovrà comprare, come bisognerà eventualmente preparare la casa e tanto altro.

Le fantasie sul “bambino immaginario” sono molteplici e i desideri e le aspettative crescono soprattutto vedendo nelle immagini delle ecografie la crescita del bambino. Questo crea anche un forte attaccamento a quel piccolo “fagiolino” che sta crescendo nell’utero della mamma e che rende consapevoli i genitori che presto ci sarà un fisiologico e psicologico passaggio da una diade ad una triade, quindi a tutti gli effetti si formerà una nuova famiglia. In particolare, è soprattutto la mamma a instaurare da subito un rapporto con il bambino che sta crescendo nel pancione, mentre il papà è meno coinvolto fisicamente, anche se si sente già pieno di orgoglio.

Alcune donne avvertono una sensazione di irrealtà associata a tristezza, che può combinarsi ad agitazione e tendenza a tenersi estremamente occupate, quasi per poter evitare di pensare all’accaduto.

Si cerca una ragione

Nei giorni successivi all’aborto, oltre a emozioni della sfera negativa come tristezza e angoscia, la mamma spesso si sente in colpa o comunque tende a cercare un motivo, uno sbaglio commesso che in qualche modo abbia potuto nuocere al bambino.

L’intento è quello di trovare una ragione per ciò che è successo e talvolta, durante l’arco della stessa giornata, può accadere di alternare momenti di apatia con profondi sentimenti di dolore e di disperazione associati a sensi di colpa e al ricordo verso quanto accaduto. Altre volte invece possono manifestarsi momenti di iperattività, che portano spesso a rifugiarsi nel lavoro.

Parlare e condividere per superare il lutto

Per affrontare e superare questo momento drammatico è fondamentale non chiudersi in se stessi. Il consiglio, al contrario, è quello di parlare con il partner del disagio psicologico che si sta vivendo per poter condividere questo momento di dolore, riconoscendo questa sofferenza per l’elaborazione del lutto come del tutto legittima ma da affrontare e superare.

Altrettanto fondamentale è anche il contributo di chi circonda la coppia genitoriale, come i nonni o gli amici intimi, che potranno fornire anche un aiuto pratico nelle faccende di casa, nella preparazione dei pasti, nelle attività della famiglia e nell’intrattenimento degli altri figli se presenti.

L’aborto spontaneo, come qualsiasi altro lutto, richiede del tempo per essere elaborato, durante il quale a volte può esserci anche un alterazione del ritmo sonno veglia o dell’appetito. La durata di questa elaborazione varia da persona a persona, ma in generale si conclude nell’arco dei primi sei mesi. Per questa ragione in genere sconsiglio alle donne che affrontano un aborto spontaneo di cercare una nuova gravidanza nell’immediato, ma di concedersi tempo per superare il trauma.

Se invece l’elaborazione del lutto non avviene naturalmente, consiglio di rivolgersi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta.