Ipertiroidismo in gravidanza: la spiegazione dell’endocrinologa

L’ipertiroidismo è una condizione patologica in cui la ghiandola tiroide funziona troppo, cioè produce una quantità eccessiva di ormoni.

I segni e sintomi possono essere: nervosismo, cardiopalmo, perdita di peso, aumento dell’appetito, ipersudorazione, insonnia, fini tremori agli arti superiori, diarrea. In pratica vi è un eccessiva accelerazione di tutto il metabolismo.

Le cause dell’ipertiroidismo

Le cause più comuni di ipertiroidismo sono il Morbo di Basedow, il gozzo multinodulare tossico, l’adenoma di Plummer, la tiroidite subacuta e la tiroidite iatrogena o factitia.

  • Il Morbo di Basedow è una infiammazione della tiroide su base autoimmune e colpisce prevalentemente le donne giovani. La sintomatologia si instaura molto velocemente  e possono presentarsi anche disturbi oculari. Caratteristico è proprio l’esoftalmo cioè l’occhio sporgente e sbarrato.
  • L’adenoma di Plummer e il gozzo multinodulare tossico sono più frequenti in età più avanzata e il quadro di ipertiroidismo è più sfumato e si instaura lentamente nel tempo. Vi possono essere uno (nel caso del Plummer) o più noduli tiroidei benigni che producono ormone tiroideo autonomamente e in eccesso.
  • La tiroidite subacuta è una infiammazione della tiroide causata da un virus e si presenta con febbre e forte dolore al collo. A differenza delle altre tre condizioni che si curano con farmaci tireostatici (cioè bloccanti la tiroide), la tiroidite subacuta si cura con il cortisone.
  • La tiroidite iatrogena o factitia è causata invece da un eccessivo dosaggio di ormone tiroideo in chi lo assume come terapia per l’ipotiroidismo o peggio in chi lo assume senza prescrizione medica per dimagrire.

Ipertiroidismo e ricerca della  gravidanza

Le donne che hanno l’ipertiroidismo e desiderano una gravidanza devono cercare di curare nel miglior modo possibile questa malattia prima di concepire. Questo perché l’ipertiroidismo non controllato può portare a ripercussioni sia sulla mamma che sul feto e in particolare: maggiore probabilità di aborto, ipertensione gravidica, parto pretermine, basso peso del bambino alla nascita, scompenso cardiaco materno, aumentato rischio di morte perinatale.

La terapia più utilizzata per l’ipertiroidismo sono i farmaci antitiroidei: metimazolo o propiltiouracile, efficaci in quasi tutti i casi. Si inizia con dosaggi elevati che poi si riducono gradualmente fino alla completa sospensione del farmaco o al massimo a una dose di mantenimento minima compatibile con la gravidanza. La chirurgia è una opzione per i casi più gravi e refrattari alla terapia medica. La terapia con iodio radioattivo è un’altra opzione, con l’accortezza di attendere 6 mesi per programmare la gravidanza.

Ipertiroidismo in gravidanza

Nel caso in cui l’ipertiroidismo sia ancora presente al momento dell’inizio o nel caso in cui venga diagnosticato proprio durante la gravidanza è raccomandato dalle più recenti linee guida della American Thyroid Association[*] l’utilizzo del propiltiouracile nel primo trimestre e del metimazolo nel secondo e terzo trimestre, al dosaggio più basso possibile.

Il metimazolo è sconsigliato nel primo trimestre di gravidanza in quanto può causare malformazioni fetali; il propiltiouracile invece (più sicuro nel primo trimestre) può causare nella madre problemi al fegato nel secondo e terzo trimestre.

Seguendo queste accortezze la donna ipertiroidea può portare a termine la propria gravidanza senza rischi per lei o per il feto. Dopo il parto sarà il medico a decidere se la neomamma in terapia con metimazolo potrà allattare o meno il bambino.

E’ importante segnalare che esiste anche l’Ipertiroidismo gestazionale (1-3% delle gravidanze):  TSH soppresso ed FT4 elevato limitato alla prima metà della gravidanza, in assenza di autoimmunità tiroidea. Tale condizione è dovuta all’effetto degli elevati livelli di hCG che vanno a stimolare la tiroide sana. Spesso si associa ad iperemesi gravidica (nausea e vomito insistenti).

In questa condizione non vanno assunto farmaci antitiroidei ma semplicemente va evitata la disidratazione, nei casi più importanti tramite idratazione endovenosa. Nella seconda metà della gravidanza il quadro si risolve spontaneamente.

 Dott.ssa Isabella Negro


[*] Stagnaro-Green et al. Thyroid, volume 21, Number 10, 2011