Iodoprofilassi in gravidanza e allattamento

Lo iodio è un elemento che riveste un ruolo biologico importante negli esseri umani. La quantità di iodio presente nel nostro organismo ammonta a circa 15-20 mg ed è concentrata in massima parte nella ghiandola tiroide.

Lo iodio essenziale per produrre gli ormoni tiroidei (tiroxina e triiodotironina). Lo iodio si assume con la dieta, sfatiamo il mito secondo cui l’aria e l’acqua di mare fanno bene perché ricchi di iodio.

Alimenti che contengono iodio

Tutti i prodotti alimentari che originano dalla crosta terrestre sono poveri di tale elemento, al contrario i prodotti di origine marina ne contengono in maggiore quantità (pesce 800-3000 ug/kg; meno il sale marino 20-30 ug/kg).

Anche il latte ne contiene una quantità considerevole (280 ug/L).

Frutta e verdura ne contengono minime quantità. Nelle persone il cui apporto di iodio attraverso la dieta è scarso – in particolare in regioni interne, dove il consumo di pesce o altri cibi di origine marina è raro – vi è una maggior insorgenza del gozzo.

In pratica la tiroide fatica a produrre gli ormoni a causa della mancanza del suo elemento principale per cui aumenta di volume (gozzo) nel tentativo di lavorare di più. Se lo iodio continua a scarseggiare sopraggiunge l’ipotiroidismo.

Per monitorare i valori di iodio nella popolazione viene utilizzato il dosaggio dello ioduria (iodio urinario in un singolo campione).

Metodi di iodoprofilassi: il sale iodato

Considerando che il consumo di sale è ubiquitario, l’aggiunta di iodio al sale risulta essere un sistema semplice ed economico che non altera le caratteristiche organolettiche degli alimenti. Attenzione a non confondere il sale marino (contiene iodio ma pochissimo 20 ug/kg) con il sale iodato (iodio 20 ug/g)!

In Europa tuttavia meno del 50% delle famiglie utilizza il sale iodato. In Italia una legge del 2005 rende obbligatoria la disponibilità di sale iodato nei negozi, tuttavia la copertura con sale iodato è <60%. L’Italia fortunatamente è un paese con grado lieve di carenza iodica. Vi ricordo che una gran parte del fabbisogno di iodio, soprattutto nei bambini, non è coperta dall’assunzione del sale iodato ma dal latte.

Gravidanza

In gravidanza la tiroide materna deve produrre più ormone tiroideo (considerando che per le prime 12 settimane la tiroide fetale non è ancora funzionante), inoltre la madre deve fornire lo iodio per sé stessa e per il bambino.

Nelle prime settimane di vita fetale è lo iodio materno che attraversa la placenta a guidare lo sviluppo del sistema nervoso centrale del feto, quindi è importante che la donna giunga all’inizio della gravidanza con una buona riserva di iodio (circa 150 ug/die per i tre mesi precedenti il concepimento).

Effetti avversi della severa carenza di iodio in gravidanza

Gozzo materno e fetale, ipotiroidismo, aumentato rischio di aborto, morti perinatali, cretinismo nel bambino.

Vantaggi della iodoprofilassi in gravidanza

Riduzione di aborto spontaneo, aumento del peso alla nascita, aumento del quoziente intellettivo del bambino.

Fabbisogno di iodio

Ecco uno schema del fabbisogno di iodio nelle varie fasi della vita:

Apporto di iodio:

Adulto                         150 ug/die

Gravidanza                 250 ug/die

Allattamento              250 ug/die

Neonati                       90 ug/die

Bambini (1-5 aa)        90 ug/die

Bambini (6-12 aa)      120 ug/die

Per raggiungere i 150 ug di iodio al giorno è sufficiente bere una tazza di latte tutti i giorni, utilizzare il sale fino iodato per condire gli alimenti e mangiare pesce marino 3 volte alla settimana (per le cuoche alle prime armi: il tonno in scatola è ricco di iodio).

Durante la gravidanza e l’allattamento invece è molto difficile riuscire a raggiungere i 250 ug di iodio al giorno con la sola alimentazione, per cui è consigliabile assumere un integratore contenente iodio. I comuni multivitaminici venduti per la gravidanza contengono circa 150ug di iodio.

Tutte queste indicazioni sono valide per donne che non hanno una patologia tiroidea specifica. Infatti alle donne affette da ipertiroidismo (iperfunzione della ghiandola tiroide) l’endocrinologo sconsiglia sempre l’assunzione dello iodio che tende a peggiorare il quadro clinico.

Le donne invece in terapia per un ipotiroidismo (ipofunzione della ghiandola tiroide) hanno bisogno di meno iodio poiché assumono l’ormone tiroideo già pronto.

In conclusione In gravidanza e durante l’allattamento  un supplemento di iodio è fortemente consigliato, al pari del’integrazione con ferro e folati.

Dott.ssa Isabella Negro