Cosa mangiare e cosa non mangiare in gravidanza dalla A alla Z

Cosa non si può mangiare in gravidanza e perché? Ecco tutte le spiegazioni della nutrizionista e una tabella con l'elenco completo degli alimenti vietati e permessi in gravidanza, insieme alle indicazioni su come consumarli in sicurezza.  

Durante la gravidanza il corpo di una donna subisce tantissimi cambiamenti, non solo esternamente, ma anche (e soprattutto) internamente. Nel corso dei nove mesi, c’è un susseguirsi di variazioni ormonali che modificano il metabolismo della mamma con lo scopo di costruire nuovi tessuti, sia per il bambino che sta crescendo, sia per la mamma stessa, che deve adattare il proprio corpo e nutrire la vita che si sviluppa dentro di lei. 

Molto di quello che mangia e beve la mamma attraversa la placenta e arriva al bambino. Più in generale, quasi tutto ciò che circola nel sangue della mamma può passare al bambino, compresi alcuni microrganismi potenzialmente dannosi.

Prime settimane di gravidanza: cosa non mangiare

Se si è appena fatto il test ed è risultato positivo o si ha il sospetto di una gravidanza, è consigliabile avere un po’ di prudenza nell’alimentazione, evitando di assumere cibi e bevande che potrebbero comportare un rischio, come vedremo tra poco.

La stessa raccomandazione vale se si sta cercando una gravidanza, dal momento che nelle prime settimane di gestazione non è possibile sapere con certezza se si è rimaste incinte fino al momento del test.

In particolare, se la mamma non è ancora arrivata a fare le analisi del primo trimestre (che in genere sono molto complete proprio per andare a monitorare la situazione immunitaria della futura mamma), non si potrà sapere se si è ricettiva alla toxoplasmosi, un’infezione abbastanza innocua per un individuo adulto (tanto da non dare nemmeno sintomi significativi) ma che per il feto può essere molto pericolosa.

In questo caso è bene evitare di consumare carne cruda o poco cotta (salumi crudi compresi) e frutta e verdura cruda se non accuratamente lavata.

Per il resto, valgono tutte le raccomandazioni che vedremo nei prossimi paragrafi sugli alimenti consentiti e vietati per tutta la dolce attesa, oltre ad alcune accortezze per cercare di alleviare la nausea e il bruciore di stomaco delle prime settimane.

Cosa non mangiare in gravidanza

In generale di veri e propri “divieti” in gravidanza ce ne sono pochi, ma per molti alimenti è richiesta una maggiore attenzione.

Carne cruda o poco cotta e salumi

Il Toxoplasma gondii, parassita responsabile della toxoplasmosi, può trasmettersi tramite l’ingestione di carne infetta, inclusi i salumi crudi (salame, bresaola, ecc.). Poiché questo microrganismo sopravvive alla macellazione e a molti metodi di conservazione, l’unico metodo per evitare di mangiare carne contaminata è cuocerla bene fino al suo interno.

Non è necessario arrivare a “bruciacchiare” la superficie, anzi: meglio evitare questo inconveniente, in quanto le bruciature sprigionano altre sostanze nocive. Il Toxoplasma muore a circa 60-70°C.

Anche per quanto riguarda il prosciutto crudo (un alimento di cui non si sente mai la mancanza se non durante i nove mesi di gravidanza!) non c’è un divieto assoluto. Alcuni studi, ad esempio, dimostrano che una stagionatura superiore a 12 mesi riesce ad uccidere il parassita.

E riguardo al prosciutto crudo congelato? In questo caso,la risposta è no. Non è certo, infatti, che il congelamento riesca a inattivare il Toxoplasma. Surgelare i salumi crudi quindi non è una soluzione sicura per prevenire la toxoplasmosi in gravidanza.

È comunque importante, come anche nella scelta di altri salumi cotti, assicurarsi che non sia affettato con la stessa macchina degli altri prodotti crudi, poiché questo non ne garantirebbe la sicurezza. Nella scelta, quindi, in gravidanza è meglio preferire gli affettati nelle vaschette preconfezionate.

Frutta e verdura cruda

Anche in questo caso non c’è un divieto, ma una raccomandazione a una maggiore attenzione.

Parlando sempre di toxoplasmosi, il parassita può essere presente su frutta e ortaggi crudi contaminati dalle feci di animali infetti. Si parla molto di lavaggi con aceto, bicarbonato, amuchina e altri prodotti a base di cloro, ecc. La verità è che nessuna di queste sostanze, da sola, garantisce una totale disinfezione. Ciò che realmente può eliminare la contaminazione è un lavaggio energico sotto acqua corrente, preferibilmente con l’uso di una spazzola.

L’uso di un disinfettante a base di cloro può dare quella “sicurezza” in più alla mamma, a patto che sia nella concentrazione di 20 ml per 1 litro di acqua e che comunque sia abbinato a un vigoroso lavaggio.

Un appunto riguardante le verdure di IV gamma (quelle tagliate, lavate, confezionate e pronte al consumo, come le insalate in busta): il processo di lavaggio e disinfezione di queste verdure è stabilito per legge, così come lo sono i limiti microbiologici che devono mantenere le verdure per poter uscire dallo stabilimento. Il rispetto di queste normative fanno sì che il Ministero della Salute acconsenta alla scritta “prodotto lavato e pronto per il consumo” sulle confezioni. 

Il lavaggio industriale permette di eliminare completamente i residui di terra o parassiti eventualmente presenti, ottenendo un sostanziale abbattimento della carica batterica contaminante.

Funghi

Anche in questo caso, non esiste un divieto assoluto. A parte le raccomandazioni per un consumo consapevole e sicuro dei funghi (quindi solo funghi controllati, acquistati e cotti), è richiesta un’attenzione in più perché i funghi possono essere indigesti, indipendentemente dalla presenza o meno di tossine.

Questo alimento contiene infatti sostanze che non sono tossiche di per sé, ma che richiedono enzimi specifici per la loro digestione, che non è detto che la mamma possieda in maniera efficiente. Il problema è che, se la mamma dovesse sentirsi male e si rendesse necessaria una terapia farmacologica, non tutti i medicinali disponibili sarebbero compatibili con lo stato di gravidanza.

Formaggi crudi e molli

Formaggi crudi, molli, semimolli e con muffe (come brie, gorgonzola, feta, camembert, ecc.), così come il latte non pastorizzato e suoi derivati sono tutti da evitare poiché non possiamo avere un sufficiente controllo sulla loro sicurezza.

Questi alimenti, infatti, possono essere contaminati da Lysteria monocitogenes, un batterio che può essere molto pericoloso per il feto. Pertanto l’unico metodo per prevenire il contagio è contaminazione è non consumarli.

Uova crude e derivati

Le uova crude non pastorizzate o pastorizzate con metodi “fai da te”, da sole o come ingredienti di altre pietanze (come tiramisù, maionese fatta in casa, ecc.) rientrano tra gli alimenti proibiti in gravidanza, poiché possono trasmettere salmonellosi.

Questa infezione, causata un batterio detto Salmonella, può essere dannosa per il feto se contratta in gravidanza e proprio per questo motivo è importante evitare di consumare gli alimenti a rischio.

Pesce e molluschi

Il pesce è importantissimo nell’alimentazione della futura mamma perché contiene proteine di qualità, pochi grassi saturi ed è ricco di Omega 3. Il problema è che gran parte del pesce di mare contiene mercurio.

Soprattutto i pesci di grossa taglia come il tonno, il pesce spada e lo squalo e il palombo andrebbero quindi consumati con molta moderazione.

È consigliabile invece mangiare pesci di taglia piccola e/o poco grassi, come le specie appartenenti al pesce azzurro.

Attenzione anche al tonno in scatola, per cui sarebbe bene non superare le 4 scatolette da 50g alla settimana.

I pesci con maggior contenuto di grasso potrebbero contenere diossine policlorobifenili (PCB) e anche per questo non vanno mangiati più d 2 volte la settimana.

I molluschi crudi e le ostriche possono contenere batteri come la Salmonella e il Campylobacter o il virus dell’epatite A, e per questo vanno evitati.

Infine, si sconsiglia il consumo di pesce affumicato (come il salmone affumicato), per la possibile presenza di Listeria.

Alcolici

Qui il divieto è assoluto. Esistono tantissimi studi che dimostrano gli effetti nocivi dell’alcol sullo sviluppo uterino (effetti che non è detto che si manifestino subito, ma che molto spesso si notano solo durante la crescita o, talvolta, in età adulta).

Al contrario, non esiste nessuno studio che stabilisca una quantità sicura. Anche le classiche frasi “un bicchierino ogni tanto” o “solo un sorso per un brindisi”, non hanno alcuna base scientifica, anche se a pronunciarle sono sanitari.

Caffè, tè e bevande contenenti caffeina

Da limitare. La caffeina è contenuta in caffè, tè e cioccolato, oltre che in bibite gassate come la cola.

Questa sostanza eccitante può accentuare alcuni disturbi tipici della gravidanza, come ritenzione idrica e bruciore di stomaco. Per quanto riguarda il feto, invece, un eccesso di consumo sembra aumentare il rischio di aborto spontaneo e avere effetti negativi sulla crescita.

Per questo motivo, in una gravidanza fisiologica, il consiglio è quello di non superare i 200/300 mg al giorno di caffeina, che corrispondono a circa 3 tazzine di caffè e 6 di tè. In caso di gravidanza a rischio, è invece opportuno consultare il medico di fiducia.

Dolci e zuccheri

Indipendentemente dall’insorgenza o meno di diabete gestazionale, è importante tenere sotto controllo l’assunzione di dolci e zuccheri, poiché sia il diabete che un eccesso ponderale che superi le raccomandazioni possono causare problemi alla gravidanza stessa, al parto e al bambino.

In assenza di diabete gestazionale è possibile concedersi una coccola dolce ogni tanto, contestualizzandola nell’alimentazione di tutta la giornata. Con il diabete, invece, le glicemie devono essere costantemente monitorate, per cui l’attenzione deve essere maggiore.

In ogni caso un grande aiuto può venire dalle fibre, che possono abbassare l’indice glicemico di un alimento, quindi, inserite in tutti i pasti, aiutano nel controllo del livello di zuccheri nel sangue. Quindi via libera al consumo di verdure (attenzione: le patate non lo sono!) e di legumi e, in alternativa alla classica pasta, si raccomanda l’utilizzo di cereali integrali. 

Cibi piccanti e sapori “forti”

Sono consentiti, anzi, i sapori e gli aromi attraversano la placenta, per cui il bambino “li assaggia”. Dopo la nascita, durante l’allattamento, la mamma potrà continuare a consumarli perché saranno sapori già conosciuti, per cui il bambino non rifiuterà il latte se dovesse assimilarli. 

Cosa non mangiare e non mangiare in gravidanza: tabella riassuntiva

In generale, ecco una tabella riassuntiva che spiega sinteticamente quali alimenti sono consentiti, quali richiedono determinate condizioni e quali, invece, sono da evitare in gravidanza.

Legenda:

sicuri

si possono mangiare adottando delle precauzioni

da evitare

 

Cereali e derivati in gravidanza

Alimenti

Tipologia

SI/NO

Consigli

Cereali

Riso, pasta fiocchi di cereali…

OK

Torte

Farcite con creme

Meglio evitare il consumo a meno di non essere certi dell’impiego di uova pastorizzate. Rischio: salmonellosi.

Non farcite

OK

 

Latte e latticini in gravidanza

Alimenti

Tipologia

SI/NO

Consigli

Formaggi

Formaggi stagionati

OK

 

Formaggi molli, semimolli, con muffe (gorgonzola, brie, feta, Camembert,…)

 

 

Evitare. Rischio: listeriosi.

Mozzarella

Consumare fresca, evitando la conservazione dopo l’apertura della confezione.

Formaggi spalmabili (stracchino, robiola, crescenza, philadelphia,… )

Mangiare appena comprati (non lasciare confezioni aperte in frigo per più di 2 giorni).

Burro

Comprare in piccole confezioni e conservare in frigo, per poi consumarlo entro breve tempo.

Latte

Latte fresco, a lunga conservazione (UHT), pastorizzato, microfiltrato

Consumare entro 2 giorni dall’apertura.

Latte crudo, non pastorizzato

Consumare solo dopo bollitura. Evitare di acquistarlo direttamente dall’allevamento. Rischio: listeriosi.

Yogurt

Da latte pastorizzato

Consumare entro 2 gg dall’apertura.

Da latte non pastorizzato

Evitare. Rischio: listeriosi.

 

Uova in gravidanza

Alimenti

Tipologia

SI/NO

Consigli

Uova

Uova cotte (frittate, uova fritte, strapazzate, sode…)

Lavare accuratamente i gusci prima dell’impiego delle uova con una sostanza disinfettante (amuchina o 2 cucchiaini di candeggina in un bicchiere di acqua) e lavare bene le mani con il sapone sotto acqua corrente dopo aver toccato i gusci.

Uova crude o poco cotte (coque, uovo all’occhio di bue, zabaione, maionese fatta in casa, creme e dolci a base di uova non pastorizzate, come il tiramisù)

Evitare. Rischio: salmonellosi

 

Carne e salumi in gravidanza

Alimenti

Tipologia

Si/NO

Consigli per il consumo

Carne cotta

Carni suine, bovine, ovine, caprine, equine, pollame, selvaggina

Cuocere bene al cuore del prodotto, mangiare quando ancora calda; non mangiare gli avanzi di cibo freddi o carne al sangue.

Carne cruda

Carni macinate, carni in fette (carpaccio)

 

Da evitare per le donne negative al toxo-test. Rischio: toxoplasmosi.

Il carpaccio predisposto con fette di carne tagliate dal pezzo intero, garantisce un accettabile livello di sicurezza se consumato immediatamente dopo la preparazione.

Carne in scatola

Mangiare subito dopo l’apertura e conservare in confezioni chiuse (non nella latta!) in frigo solo per pochi giorni.

Carne

Carne affumicata

 

Da evitare per le donne negative al toxo-test. Rischio: toxoplasmosi.

Mangiare subito dopo l’apertura

Salumi

Insaccati stagionati per almeno 12 mesi

(prosciutto crudo, bresaola, speck, pancetta)

Sebbene i salumi ben stagionati siano permessi, per ridurre al minimo il rischio di contrarre la toxoplasmosi spesso si consiglia di evitarne il consumo alle donne toxo-negative.

Insaccati freschi o poco stagionati (salsiccia fresca, salame) o prodotti a livello familiare

 

Vietati alle donne negative al toxo-test. Rischio: toxoplasmosi.

Da consumare con moderazione o da evitare anche per le donne toxo-positive. Rischio: salmonellosi.

Insaccati cotti (prosciutto cotto, mortadella, porchetta, zampone, cotechino,…)

Consumare immediatamente dopo l’acquisto.

 

Pesce e frutti di mare in gravidanza

Alimenti

Tipologia

SI/NO

Consigli per il consumo

Pesce

Pesce crudo

In generale NO, per il sushi leggi quiRischio: listeriosi.

Pesce affumicato

Si, ma da consumare appena aperto. Rischio: listeriosi.

Pesce cotto

Si, ma cuocere bene al centro del prodotto e mangiare quando ancora caldo. Limitare il consumo di pesci di grosse dimensioni.

Pesce in scatola

Mangiare subito dopo l’apertura e conservare in confezioni chiuse (non nella lattina!) in frigo solo per pochi giorni-

Molluschi

Consumarli solo cotti.

 

Frutta e verdura

Alimenti

Tipologia

SI/NO

Consigli per il consumo

Frutta e Verdura

Fresca

Consumarla dopo accurato lavaggio e scrupolosa asciugatura (vedi indicazioni precedenti).

In scatola

OK

Surgelata

Mangiare solo dopo cottura

Verdure di 4° gamma (verdure tagliate e prelavate vendute già confezionate)

Mangiare solo dopo accurato lavaggio.

Insalate già pronte (bar, gastronomie)

Da evitare. Rischio: listeriosi e toxoplasmosi.

Funghi

Porzioni piccole, controllati e cotti.

 

Bevande

Alimenti

Tipologia

SI/NO

Consigli per il consumo

Alcolici

Vino, birra, superalcolici

Da evitare

Bevande a base di caffeina

Caffè, tè

Da limitare a 200/300 mg al giorno, che corrispondono a circa 3 tazzine di caffè o 6 tazze di tè.

 

Salse, conserve e avanzi

Alimenti

Tipologia

SI/NO

Consigli per il consumo

Salse

Maionese, ketchup, senape, pesto, mascarpone, ecc

Solo confezionate e non fatte in casa. Rischio: salmonellosi per la presenza di uova crude.

Conserve

Salsa di pomodoro e sottoli o sottaceti fatta in casa

Solo confezionate e non fatte in casa.

Rischio: principalmente listeriosi ma anche botulino (rischioso anche senza essere in gravidanza).

Avanzi e ripieni

In caso di avanzi di piatti cotti, conservare in frigo per non più di 2 giorni in confezioni chiuse. Mangiare solo dopo riscaldamento fino a temperatura di ebollizione.

Per i ripieni di pollo o tacchino, meglio cuocerli a parte e mangiarli caldi.

Rischio: principalmente salmonellosi, ma anche toxoplasmosi se presente carne cruda o poco cotta.

Fonti

Genchi M, Vismarra A, Mangia C, Faccini S, Vicari N, Rigamonti S, Prati P, Marino AM, Kramer L, Fabbi M. Lack of viable parasites in cured ‘Parma Ham’ (PDO), following experimental Toxoplasma gondii infection of pigs. Food Microbiol. 2017 Sep;66:157-164. doi: 10.1016/j.fm.2017.04.007. Epub 2017 Apr 22. PMID: 28576364.

Herrero L, Gracia MJ, Pérez-Arquillué C, Lázaro R, Herrera A, Bayarri S. Toxoplasma gondii in raw and dry-cured ham: The influence of the curing process. Food Microbiol. 2017 Aug;65:213-220. doi: 10.1016/j.fm.2017.02.010. Epub 2017 Mar 1. PMID: 28400005.

Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). Alimenti & Gravidanza, 2017.

Centro Interdipartimentale di Ricerca e Documentazione sulla Sicurezza Alimentare della Regione Piemonte (Ce.I.R.S.A). Sicurezza alimentare in gravidanza.

Morgante R.A., Mencaroni G, Scuota S., Cenci T. Survey on Minimally processed vegetables – Indagine conoscitiva sui vegetali di IV gamma. Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche – Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 50-51 Dicembre 2008 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581)