Procreazione medicalmente assistita, in Italia 366 centri

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  • #360997 Rispondi
    jakeda
    Membro

    ROMA – Dai dati dell’Istituto superiore di sanità, aggiornati al 31 gennaio 2016, risulta che in Italia i centri di Pma (Procreazione medicalmente assistita) sono 366, di cui solo 139 sono pubblici o convenzionati, mentre i rimanenti 227 sono privati.

    Il nostro Paese presenta poi una situazione a macchia di leopardo per quanto riguarda “i limiti di età fissati per l’accesso alle tecniche di Pma in convenzione, molto diversi da Regione a Regione, con liste d’attesa infinite durante le quali, spesso, scadono i termini previsti”. È l’allarme lanciato oggi a Roma nel corso del I Convegno internazionale dal titolo ‘La tutela della salute riproduttiva’, organizzato dall’associazione Pamegeiss Onlus e dalla la Società scientifica di Genetica e Infertilità dei Paesi del Mediterraneo. L’evento si è svolto al Centro Congressi Roma Eventi.

    È negato il diritto di avere un figlio alle coppie di Campania, Basilicata, Calabria e Puglia– ha denunciato l’avvocato Filomena Gallo, segretario nazionale dell’associazione ‘Luca Coscioni’- utilizzando tecniche di Pma sia omologa (che impiega ovuli e spermatozoi della coppia) sia eterologa (con donatore esterno di seme e ovulo), nel settore pubblico o in quello privato convenzionato. Ciò significa che la fecondazione omologa ed eterologa non viene rimborsata dallo Stato, ma resta a carico dei pazienti. Ciò accade perché queste regioni commissariate e in dissesto economico, disponendo di meno fondi, non hanno risorse da investire nel settore”.

    La Conferenza delle Regioni, intanto, a settembre 2014 ha introdotto “il limite di 43 anni per l’accesso alla fecondazione sia omologa sia eterologa– ha poi spiegato il professore di Biodiritto Gianni Baldini- che non è contemplato dalla Legge 40 del 2004 e che prevede anche il pagamento di un ticket nel pubblico quanto nel privato convenzionato. Alcune regioni hanno ritenuto di alzare questo limite, come per esempio il Veneto, che lo ha portato a 50 anni”. Ma il tetto oscilla dai 45 anni in Emilia Romagna ai 43 del Lazio. Il costo medio di una fecondazione omologa o eterologa in un centro pubblico è di 3mila euro, mentre nelle strutture private può arrivare a superare i 10mila.

    “Le regioni commissariate, non avendo questo tipo di prestazioni nei Lea- ha aggiunto Baldini- che possono essere sia regionali sia nazionali, non rimborsano il costo della prestazione, se la coppia che si sottopone a tecniche di Pma va fuori dalla regione di residenza. E’ per questo che molti si recano in Toscana, dove i rimborsi sono compresi nei Lea regionali”. L’incontro ‘La tutela della salute riproduttiva’ ha trattato il tema della Pma a 360 gradi, affrontando sul piano scientifico anche la fertilità in oncologia ossia come preservare la capacità di avere un bambino quando uno dei due nella coppia è colpito da tumore. “Con il termine sterilità- ha spiegato Alfonso Maria Irollo, direttore del centro convenzionato Chianciano Salute- si intende l’assenza di gravidanza dopo 6 mesi/1 anno di rapporti non protetti, avuti con l’intenzione di procreare. L’infertilità è invece l’assenza di gravidanza in una coppia che ha già avuto un figlio, dopo 6 mesi/1 anno di rapporti liberi, avuti con l’intenzione di procreare”. Tra le cause genetiche di sterilità ci sono le alterazioni numeriche o qualitative dei cromosomi o di loro parti, gli alleli.

    “Un numero superiore o inferiore di cromosomi o alterazioni di pezzi di cromosomi- ha aggiunto Irollo- sono alla base dell’impossibilità di procreare che, in questo caso, non può essere risolta se non con il ricorso a gameti e quindi a materiale genetico esterno alla coppia. Anomalie della sequenza dei geni o di loro parti possono essere responsabili di prodotti o proteine che rendono impossibile l’impianto dell’embrione– ha concluso il direttore del centro convenzionato Chianciano Salute- o rendono ostile l’organismo materno all’embrione”.

    #361083 Rispondi
    mammadentro
    Partecipante

    Articolo interessante grazie! :heart:

    Un intervento per endometriosi, dopo anni infruttuosi e di grandi dolori al ciclo, problemini di spermiogramma anche mio marito, approdiamo in pma nel 2015, una iui sospesa, una iui negativa,con la stimolazione scopro anche di essere micropolicistica,una fivet negativa, una icsi grazie a cui ho avuto la mia piccola, e ora sono in attesa del suo fratellino/sorellina precedentemente crioconservato -Chi lotta per qualcosa non sarà mai perso-
    Sono mamma di Polpettina (6 anni) Tesorina (4 anni)
    #361417 Rispondi
    Anonimo
    Inattivo

    ho letto solo ora questo post, utilissimo, grazie mille, certo mi  ero già informata di tutto ma hai fatto benissimo perchè magari c’è gente che entra solo ora in questo mondo 🙂

    #362158 Rispondi
    jakeda
    Membro

    [quote quote=361083]Articolo interessante grazie!

    [/quote]

    sempre al servizio!!

    #362161 Rispondi
    jakeda
    Membro

    [quote quote=361417]ho letto solo ora questo post, utilissimo, grazie mille, certo mi ero già informata di tutto ma hai fatto benissimo perchè magari c’è gente che entra solo ora in questo mondo

    [/quote]

    si infatti per che appena entra – un mondo tutto nuovo e non e’ facile orientarsi!

    #362162 Rispondi
    jakeda
    Membro

    <h1 class=”titolo entry-title”>Fecondazione: Gallo, azioni legali contro Regioni senza centri pubblici</h1>

    <p class=”description”>Roma, 27 mag. (AdnKronos Salute) – “Procederemo contro le 4 Regioni che non hanno ancora recepito il documento della Conferenza Stato-Regioni per la fecondazione assistita eterologa. E anche, singolarmente, per far sì che le coppie infertili ricevano un rimborso dei costi sostenuti per le cure effettuate privatamente, laddove nella loro Regione non esistono centri pubblici che garantiscano la procreazione medicalmente assistita”. A dirlo all’AdnKronos Salute Filomena Gallo, avvocato e segretario dell’associazione Luca Coscioni, che interverrà oggi a Roma al 1° Convegno internazionale ‘La tutela della salute riproduttiva’, organizzato da Pamegeiss, la società scientifica di genetica e infertilità dei Paesi del Mediterraneo.

    “Le 4 Regioni inadempienti – ricorda Gallo – sono Campania, Calabria, Basilicata e Puglia, e ci sono problemi per l’eterologa, ma anche per l’omologa. Si tratta di Regioni in piano di rientro e potremmo comprendere la motivazione per cui non vengono offerte le tecniche di Pma. Ma di fatto ci sono cittadini bloccati, che non possono nemmeno rivolgersi a centri pubblici di altre Regioni perché sono stati bloccati anche i rimborsi delle prestazioni effettuate lontano dal luogo di residenza. E’ come se un malato di cancro non potesse andare in ospedale a curarsi e nemmeno viaggiare in un’altra Regione per avere assistenza, perché l’infertilità e la sterilità sono a tutti gli effetti delle malattie. Il principio di uguaglianza non viene rispettato. Urge un immediato aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza, che da un anno giacciono in Stato-Regioni”.

    Come già fatto in passato per altre questioni riguardanti la Pma, “agiremo legalmente contro le Regioni che non recepiscono il documento e poi agiremo per ogni singolo caso che ce lo richiederà per un rimborso dei cicli effettuati nel privato, in assenza di offerta pubblica. E pensiamo che dovrebbe essere previsto anche il rimborso delle prestazioni effettuate all’estero, sulla base della normativa transfrontaliera. Non esiste giustificazione di rientro economico: un Paese che non pensa alla salute dei propri cittadini è un Paese che non investe nel futuro”.

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