(Anche) La fertilità maschile diminuisce con l’età

Mal comune…mezzo gaudio! Sappiamo tutti ormai che noi donne abbiamo gli anni contati quanto si tratta di fertilità. Un orologio biologico dal quale non possiamo sfuggire. Molti studi però riportano che anche la fertilità maschile subisce un declino.

La situazione comunque rimane molto diversa in quanto i maschi possono essere fertili anche in tarda età e pertanto il loro “declino” non è così evidente come per noi donne. Il calo comunque sussiste ed è una cosa che gli uomini dovrebbero tener presente quando decidono di pianificare una famiglia.

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I problemi dell’età nei maschi si riflettono sulla quantità e sulla qualità dello sperma che un uomo può generare. Più invecchia più diminuisce la quantità dello sperma prodotto.

Una ricerca ha calcolato che  in  un uomo di 50 anni rispetto a un uomo di 30:

  • ha  dal 3% al 22% in meno di volume dell’eiaculato
  • la concentrazione di spermatozoi all’interno sperma diminuisce  del 37%
  • la motilità degli spermatozoi diminuisce da 4% a 18%.

Tutto ciò può rendere difficoltosa la ricerca di un bambino.

Gli  uomini che decidono di mettere al mondo un figlio in tarda età possono avere inoltre figli con un  maggiore rischio di difetti genetici. Invecchiando  le loro cellule sono in grado di accumulare danni al DNA. Se le mutazioni interessano la spermatogenesi, avranno un impatto negativo  sugli spermatozoi prodotti e di conseguenza sugli embrioni concepiti.

Diversi studi  hanno dimostrato che con il passare degli anni gli uomini  possono trasmettere nuove mutazioni alla loro prole. I ricercatori suggeriscono addirittura che che gli uomini invecchiando possano passare un numero maggiore di mutazioni rispetto alle donne.

L’età paterna avanzata è anche stata associata a una maggior probabilità di figli che sviluppano disturbi neuro-cognitivi come la schizofrenia e l’autismo . Uno studio ha evidenziato che che gli uomini oltre i 40 anni avevano 5,75 volte più probabilità di avere bambini con diagnosi di autismo  rispetto agli uomini sotto i 30 anni . Un’altra indagine ha rilevato che i padri con più  di 45 anni di età  avevano  il doppio di probabilità rispetto ai padri ventenni di avere figli affetti da schizofrenia . Altri disturbi come tumori infantili, leucemia, disturbo bipolare, e una varietà di malattie congenite sono stati collegati a un aumento dell’età paterna . Mentre questi sono solo correlazioni , l’evidenza supporta l’ipotesi discussa in precedenza e cioè che gli uomini più anziani hanno più difetti genetici nel loro sperma rispetto agli uomini più giovani e quindi avrebbero più probabilità di avere figli affetti da malattie genetiche.

Tuttavia, a differenza della  fertilità femminile, non sembra esserci un chiaro limite di età in cui si verifica il calo della capacità riprosuttiva. In generale è difficile studiare gli effetti dell’invecchiamento sulla fertilità maschile a causa di altri fattori che possono influenzare i risultati, come l’età della madre, la predisposizione genetica e l’ambiente esterno.

Ovviamente servono sempre ulteriori studi ma tutte queste  informazioni possono tornare utili  a chi pianifica una famiglia in modo da poter prendere in considerazione il fatto di non attendere troppo a lungo prima di avere figli .  

Bibliografia

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