fbpx

Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

Informazioni sulla crescita e la salute del bambino,
solo da medici pediatri e professionisti qualificati.

Quante ore deve dormire un bambino? Ecco la tabella delle ore di sonno

Tabella delle ore di sonno dei bambini

Capita spesso che i genitori si presentino nello studio del pediatra preoccupati per il sonno dei propri bambini. Può trattarsi di mamme esauste perché il loro piccolo si sveglia tante volte di notte oppure di coppie allarmate perché a loro parere il neonato dorme troppo.

Sapere quante ore dovrebbe dormire un bambino e come cambiano i ritmi del sonno in base all’età può aiutare a ridurre ansie e timori. Questa conoscenza permette infatti di distinguere tra situazioni che rientrano nella norma e che devono essere rispettate e i veri e propri disturbi del sonno, che devono segnalati al pediatra e gestiti per il benessere del bambino.

Tabella delle ore di sonno (da 0 a 12 anni)

La tabella sottostante riassume quante ore dovrebbe dormire un bambino a seconda dell’età.

Attenzione però: è importante sottolineare che queste indicazioni sono solo di carattere generale e che ogni bambino è diverso dall’altro.

Questo significa che alcuni bambini potrebbero:

  • avere bisogno di dormire più o meno ore rispetto alla media
  • svegliarsi più spesso laddove altri dormono ininterrottamente
  • fare fatica a prendere sonno rispetto ad altri che si addormentano facilmente
EtàOre di sonnoDistribuzione delle ore di sonnoFrequenza dei risvegli
Da 0 a 1 mese16-18 ore al giorno (sonnellini inclusi)Nessuna differenza tra il giorno e la notteMediamente ogni 2-3 ore
Da 1 a 2 mesi14-16 ore al giorno (sonnellini inclusi)Nessuna differenza tra il giorno e la notteMediamente ogni 2-3 ore
Da 2 a 3 mesi14-16 ore al giorno (sonnellini inclusi)Periodi di veglia leggermente più lunghi nel pomeriggio/sera Periodi di sonno leggermente più lunghi di notteMediamente ogni 2-3 ore
Da 3 a 4 mesi13-14 ore al giorno (sonnellini inclusi)Periodi di veglia più lunghi pomeriggio/sera Periodi di sonno più lunghi di notte2 o 3 volte a notte, con un periodo massimo di sonno di 5 ore di fila.
Da 4 a 6 mesi12-14 ore al giorno (sonnellini inclusi)Sonno notturno + 3-4 ore di sonno diurno diviso in; 5 pisolini al giorno a 4 mesi e 3-4 pisolini al giorno a 6 mesiLa notte può dormire anche 6 ore di fila. A 5-6 mesi possibile aumento dei risvegli per ansia da separazione
Da 7 a 9 mesi12-14 ore al giorno (sonnellini inclusi)Sonno notturno +  1 sonnellino al mattino di 45 minuti 1 sonnellino di 90 minuti dopo pranzo 1 sonnellino di 45 minuti nel tardo pomeriggioVariabile
Da 10 a 12 mesi12 ore al giorno (sonnellini inclusi)Sonno notturno + 1 sonnellino al mattino di 1 ora e mezza e 1 sonnellino al pomeriggio di 2 oreVariabile
Da 1 a 3 anni11-14 (sonnellino incluso)Sonno notturno + 1 sonnellino al pomeriggio di circa 2 ore (che spesso non è più necessario entro i 3 anniVariabile
Da 3 a 5 anni10-13Solo sonno notturnoRisvegli notturni assenti nella maggioranza dei casi
Da 6 a 12 anni9-12Solo sonno notturnoRisvegli notturni assenti nella maggioranza dei casi

Come capire se il bambino è stanco

Il sonno ha un’importanza fondamentale per lo sviluppo psicofisico del bambino: favorisce la crescita, influenza il potenziale cognitivo e le capacità di apprendimento, e stimola il sistema immunitario.

Di conseguenza, è molto importante aiutare il bambino a dormire bene e per un numero adeguato di ore.

Per favorire l’addormentamento e impostare una buona routine del sonno, il consiglio è quello di mettere a letto i bambini quando sono stanchi ma non ancora addormentati.

Tra i segnali di stanchezza che i genitori devono imparare a conoscere, i più comuni sono:

  • pianto
  • irritabilità
  • stropicciamento degli occhi con le mani
  • perdita di interesse nelle attività proposte
  • sguardo assente

Ancora una volta, tuttavia, occorre sottolineare che non tutti i bambini sono uguali. Alcuni bimbi particolarmente vivaci, ad esempio, manifestano la stanchezza con una sorta di agitazione o irrequietezza che non li fa “cedere” al bisogno di dormire.

Come aiutare il bambino a dormire

Il neonato non ha un ritmo sonno-veglia definito e ci vorrà qualche mese per acquisirne uno “compatibile” con quello del resto della famiglia.Ciò avverrà in modo naturale, grazie al regolare alternarsi, nell’ambiente che lo circonda, di fasi di quiete, con luci basse e assenza di rumori, e fasi in cui la vita familiare riprende circondandolo di luci e rumori.Oltre a questa regolare alternanza, l’unica cosa che si può fare per aiutarlo a dormire bene è imparare a rispondere ai suoi bisogni.

Dopo i 3 mesi, tuttavia, è possibile iniziare a stabilire una routine della nanna, che lo aiuterà a sviluppare delle sane abitudini del sonno.

Ecco quindi alcuni consigli per un sonno sereno (anche per i genitori!).

Create un rituale della nanna

Per i bambini, specialmente se molto piccoli, i rituali sono rassicuranti e rilassanti.

Stabilite un rituale della buonanotte da ripetere ogni giorno prima di andare a dormire: può trattarsi di un bagnetto, o di un semplice momento per le coccole; anche una favola letta in cameretta consentirà di abbinare il momento dell’addormentamento ad un’abitudine rilassante e di intimità tra bambino e genitore.

Predisponete un ambiente adatto al sonno

La stanza dove dorme il bambino dovrebbe essere sufficientemente buia e tranquilla.

Attenzione anche alla temperatura, che dovrebbe essere intorno ai 18°C.

Gestite adeguatamente i risvegli notturni

Se durante la notte il bambino si sveglia per la poppata o dovete cambiare il pannolino, evitate di parlare e mantenete le luci soffuse.

Chiedete consiglio al pediatra

Se avete dubbi o domande sul sonno del vostro bambino, rivolgetevi al vostro pediatra di fiducia

Sarà lui a fornirvi il supporto e le rassicurazioni necessarie e a valutare se esistono effettivamente delle situazioni da approfondire

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

Le informazioni di tipo sanitario contenute in queste pagine non possono in alcun modo intendersi come riferite al singolo e sostitutive dell'atto medico; per i casi personali si invita sempre a consultare il proprio Pediatra. I contenuti di queste pagine sono soggetti a verifica e revisione continua; tuttavia sono sempre possibili errori e/o omissioni. amicopediatra.it non è responsabile degli effetti derivanti dall'uso di queste informazioni.