Bambini e attività fisica: l’importanza dello sport

Nelle sue ultime pubblicazioni l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) fa il punto sulle attuali conoscenze degli effetti dell’attività fisica sulla salute. Avvalora l’importanza per la salute pubblica dell’attività fisica e di politiche che la sostengano, il documento definisce i livelli di attività fisica raccomandati per tre gruppi di età: giovani (5-17 anni), adulti (18-64) e anziani (dai 65 anni in poi). Per quanto riguarda il primo gruppo che comprende bambini e ragazzi, l’Oms raccomanda almeno 60 minuti al giorno di attività moderata–vigorosa, includendo almeno 3 volte alla settimana esercizi per la forza che possono consistere in giochi di movimento o attività sportive. Nei giovani l’esercizio fisico si svolge durante giochi di movimento, sport, svago, educazione motoria scolastica, spostamenti a piedi e in bicicletta, programmi di esercizi.

L’OMS sottolinea come una giusta dose di attività fisica nell’età della crescita contribuisca allo sviluppo di tessuti muscolo-scheletrici (ossa, muscoli, legamenti), del sistema cardiovascolare (cuore, polmoni) ed endocrino-metabolico. Inoltre, favorisce la coordinazione e la capacità di controllo dei movimenti e facilita il mantenimento del peso ideale.

I bambini e i ragazzi che svolgono una regolare attività fisica come sport di gruppo,  individuali, giochi all’aria aperta e passeggiate, dimostrano una maggior fiducia nelle proprie possibilità, sono portati a una maggior autostima, alla facilità nei rapporti sociali, a una maggior sopportazione dello stress e sono meno predisposti a sviluppare disturbi come ansia e depressione.

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Il problema per i bambini e ragazzi non solo è il poco sport praticato, dato che secondo le ultime statistiche neanche la metà dei giovani lo pratica, ma soprattutto la sedentarietà. Infatti, è opportuno parlare di movimento in generale e non solo di sport in senso stretto.

I bambini italiani sono sempre meno abituati a camminare,  uscire durante l’inverno a giocare in cortile o nel parco e la sedentarietà aumenta con l’età. A 6 anni i bambini iniziano la scuola e oltre al tempo trascorso in classe ci sono da considerare le ore per lo svolgimento dei compiti a casa, il tempo davanti alla televisione che inizia con la prima infanzia a cui si aggiunge, con l’avanzare dell’età, l’utilizzo del computer e tante altre abitudini che impigriscono i bambini e ne condizionano il benessere psicofisico presente e futuro.

Per questi motivi e per organizzazione familiare, i genitori iscrivono i bambini a corsi e attività sportive, quale unica alternativa di movimento per i propri figli.

Solitamente si consiglia di far intraprendere ai bambini uno sport dopo i 5-6 anni per ragioni legate alle fasi dell’accrescimento corporeo, ma anche alla consapevolezza di sé, all’acquisizione delle capacità sociali e alla coordinazione motoria che fino agli 11-12 anni circa raggiunge il suo massimo potenziale.

Lo sport è un’opportunità per uscire dall’ambiente familiare protetto, permette di creare relazioni con i coetanei e con nuovi adulti di riferimento quindi un ottimo strumento di socializzazione. L’attività sportiva è utile per la crescita e permette di sperimentare il successo ma anche l’insuccesso, di imparare l’importanza del rispetto dei tempi e delle regole promuovendo uno stile di vita salutare.

Spesso i genitori che vogliono avviare i bambini all’attività sportiva si orientano verso il nuoto pensano che sia lo sport più completo, ma in realtà il nuoto non interviene sull’abilità di coordinazione del corpo rispetto allo spazio circostante, la propriocettività, la capacità di saltare, correre e la capacità di socializzare e di collaborare con i coetanei.

In realtà uno sport così detto “completo” non esiste, ognuno predilige certi movimenti piuttosto che altri, certi comportamenti e/o atteggiamenti piuttosto che altri.

I bambini dovrebbero scegliere lo sport più affine al loro modo di muoversi e relazionarsi senza sottovalutare che se avranno scelto qualcosa che piace e appassiona, ovviamente sotto forma di gioco e divertimento, si svilupperà una forte motivazione allo svolgimento dell’attività scelta. Saranno poi gli istruttori ad indicare quale sport è più idoneo a ciascun bambino in base all’età, alla motricità, alla costituzione, al carattere e all’indole.

L’impegno che il bambino metterà nello sport gli farà conoscere l’agonismo, che se vissuto in un contesto organizzato e gestito da un istruttore competente potrà essere di aiuto al bambino favorendo la sua crescita fisica e psichica.

Ovviamente il tema del gioco, soprattutto dai 5 agli 8/9 anni, dovrà essere preponderante, preferendo all’agonismo la collaborazione e soprattutto il divertimento che se dovesse mancare potrebbe essere auspicio di abbandono e rifiuto dell’attività sportiva.

A volte succede che un bambino a periodi alterni si interessi ad attività sportive diverse, tiene conto delle scelte dei compagni di classe, dell’amico del cuore, di quello che vede in televisione, ma non è educativo assecondare ogni desiderio. I bambini devono poter scegliere lo sport che più li interessa, possono scegliere erroneamente uno sport poco adatto alle loro capacità, ma spesso capita che cambiare diverse attività fisiche in poco tempo diventi un’abitudine ben poco educativa e quando questo succede i bambini che non mettono impegno in quello che fanno, non imparano la costanza e la disciplina che ogni sport possiede.

Lo sport rappresenta per i bambini e ragazzi un elemento fondamentale per una buona crescita, emotiva, intellettiva e fisica, senza dimenticare che le buone abitudini richiedono uno stile di vita più dinamico e meno sedentario di quello che in questi anni si sta vivendo.

Dott.ssa Erika Silighini