Bambini: capricci e regole

I capricci sono un modo sbagliato di comunicare dei bambini e lo fanno piangendo o arrabbiandosi perché sanno che in questo modo ottengono quello che vogliono. Per spezzare questo meccanismo bisogna insegnargli che il modo corretto di comunicare è parlare, facendogli capire che con i capricci non gli si darà attenzione e non otterranno quello che vogliono.

E’ importante non cedere quando il bambino cerca di ottenere ciò che vuole attraverso il pianto o attraverso le reazioni di rabbia, altrimenti si rinforza il comportamento sbagliato e la convinzione che portando mamma e papà allo sfinimento ottengono ciò che vogliono. Quando il bambino piange perché vuole qualcosa che non gli si può concedere bisogna cercare di tranquillizzarlo traducendo in parole quello che lui sta esprimendo con il pianto, ma senza cedere. Può succedere che i genitori dopo una giornata di lavoro non abbiano voglia di sentire il pianto del bambino e diventa facile decidere di accontentarlo, ma si corre poi il rischio di ritrovarsi a non decidere più niente e ad essere in balia degli umori del proprio figlio.

I capricci del bambino

Fare i capricci è uno dei modi che il bambino possiede per opporsi al volere dei genitori e fa parte del suo processo di autonomizzazione. Accontentarne i capricci vuol dire rinforzare positivamente questi suoi comportamenti disfunzionali. Il bambino non desidera ma pretende, lui vuole e sa come ottenere.

Il capriccio del bambino è la manifestazione di qualcosa che non ha funzionato, che il bambino non ha capito, che lo disturba ed è un forte indicatore del suo stato d’animo.

I capricci sono manifestazioni relazionali e nascono e si svolgono all’interno della relazione con i genitori e cercano con questa protesta di modificare la relazione.

Il bambino che fa i capricci manda messaggi apparentemente non facili da capire da parte dei genitori che diventano irritati, rabbiosi e talvolta inopportuni nella reazione verso di lui.

Il bambino richiede anche sicurezza dai genitori e ha bisogno di sapere che il potere che i genitori esercitano su di lui, lo esercitano in modo chiaro, coerente ed esplicito così che lui possa orientarsi meglio e trovare più sicurezza. Il bambino con i capricci provoca i genitori e segnala loro che ha bisogno che gli vengano posti dei limiti con fermezza e coerenza e deve sapere che le regole hanno un senso.

capricci

Un altro aspetto fondamentale per una buona crescita del bambino è il senso di stabilità. Per un bambino diventa molto angosciante constatare che i genitori sono delle fragili marionette in suo potere. L’insicurezza devastante che ne deriva porta spesso il bambino a fare lui la parte di quello forte, ma lo farà come un bambino può farlo quindi non in modo adeguato e creando maggiori disagi in lui e nella relazione con i genitori.

Il capriccio, a volte, è il modo che il bambino pone in essere per affermare la propria autonomia di fronte ai genitori che non riconoscono le sue competenze e la sua necessità evolutiva di fare da sé. Ma spesso il bambino ottiene il risultato opposto e  si fa percepire ancora più piccolo e capriccioso e quindi da tenere ancora più sotto controllo.

Il bambino ha bisogno che sia regolarmente riconosciuto dai genitori il valore del suo sentire, del suo pensare, del suo desiderare e del suo volere, in quanto deve sapere che non è solo affidato ai genitori ma che ha anche un certo grado di autonomia da loro.

Infine ma non meno importante, il bambino ha bisogno di sentirsi amato anche durante i capricci. Il bisogno di rassicurazione sull’amore può dipendere da innumerevoli distrazioni giustificate dei genitori come il lavoro, le routine di casa, l’arrivo del fratellino o una separazione tra i genitori ecc, ma il bambino ha bisogno di sapere sempre che la sua colpa non condiziona in alcun modo l’amore dei genitori verso di lui. Il bambino percepisce l’amorevolezza dei genitori nei suoi confronti, in quanto la loro sensibilità è molto più sviluppata di quella degli adulti, ma ciò non toglie che anche i gesti dei genitori debbano essere chiari e presenti in modo costante.

Sia per i bambini che per gli adulti è più importante sentirsi riconosciuti come soggetti desideranti piuttosto che non ottenere ciò che si desidera.

La gestione dei capricci del bambino

Ad ogni modo la gestione del capriccio per i genitori non è sempre facilmente gestibile ma bisogna imparare a lasciare che la rabbia del bambino passi, cercando di non aggiungere ad essa anche la propria trovando il lato teatrale del bambino senza prenderlo però in giro. Bisogna fare un lungo respiro e mantenere la calma, accettando l’intensità delle proprie emozioni di fronte al comportamento del bambino e rassicurare il bambino appena si può con una coccola e con il contatto fisico positivo e dire al bambino ciò che si prova di fronte al suo comportamento facendogli comprendere che è il suo comportamento ad essere stato ‘cattivo’ e non lui.

Attraverso la vicinanza fisica e le parole il bambino potrà percepire l’amore che si prova per lui, senza tuttavia negare i propri sentimenti e le proprie esigenze.

Per creare sicurezza emotiva anche durante i capricci bisogna promuovere il dialogo con i bambini, anche se molto piccoli, rispettare le loro parole anche se poche e a volte confuse, rispettare il loro pianto e ricordarsi sempre di lodare i bambini quando hanno un buon comportamento che spesso gli adulti danno per scontato. Chiediamo al bambino di comportarsi in un determinato modo e poi non ci ricordiamo di premiarlo per aver rispettato la regola, lo diamo per scontato. Probabilmente perché pensiamo che sia un suo dovere. Ma non è così. Siamo pronti a sottolineare i suoi sbagli, ma non comunichiamo al bambino che ha rispettato la regola, non rinforziamo positivamente i suoi comportamenti ed i suoi sforzi.

L’importanza delle regole

Le regole sono utili e necessarie per adottare il comportamento più adeguato nelle diverse circostanze. Dopo di che è giusto che il bambino giochi, si diverta dando spazio alla propria fantasia e creatività. E’ importante cominciare, quando il bambino è piccolo, a dare alcune semplici regole che riguardano l’organizzazione della sua vita . Tali regole solitamente riguardano i pasti, il sonno, la cura del corpo e le principali norme di educazione sociale. Il bambino deve inoltre capire che sono i genitori a stabilire le regole da seguire e lui deve imparare a dare loro ascolto. Se questo lavoro educativo non viene fatto fin dalla prima infanzia, i genitori si possono ritrovare letteralmente “schiavi” di un bambino che decide a suo piacimento quando e dove dormire, cosa mangiare, se lavarsi o no, il tutto condito da capricci incontenibili se si cerca di convincerlo a cambiare atteggiamento e quando crescerà e diventerà un’adolescente e poi un adulto non si riuscirà più a gestire il suo comportamento.

Fondamentale nel dare regole, è per i genitori essere uniti e fermi nelle decisioni e soprattutto condividerle. Bisogna sempre spiegare il perché delle regole ai bambini in modo che loro capiscano che la regola introdotta è per il loro bene e non per punirli. Se i genitori decidono che prima della cena si fa il bagnetto, si spiega la regola al bambino, se possibile alternandosi in questa spiegazione, e la si introduce. Il bambino potrà non essere subito felice della nuova regola ma se i genitori saranno fermi e decisi ogni giorno, o ogni volta che la regola sarà da applicare il bambino imparerà ad accettarla e farà tranquillamente il bagnetto in attesa della cena.

Bisogna sempre ricordare di premiare il bambino nel momento in cui ha adattato il comportamento atteso con frasi tipo: “bravo, sono contenta”, “hai fatto un bel lavoro”, “hai sistemato i tuoi giochi, bravo”. Il bambino si sentirà gratificato aumentando la probabilità che nel futuro mantenga un comportamento positivo.

 Dott.ssa Erika Silighini