Basta tacere di fronte alla violenza ostetrica

Dal 4 aprile circola in rete una campagna che io sento molto vicina, un'iniziativa per dare alle donne la possibilità di far sentire la propria voce, per urlare un dissenso e dare la propria opinione nei confronti delle ingiustizie subite in sala parto.

Circa un mese prima, l’11 di marzo, è stata depositata una proposta di legge dall’On. Adriano Zaccagnini: Norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato e per la promozione del parto fisiologico. Un disegno di legge che ha come fulcro il rispetto dei diritti di partoriente e bambino, per garantire loro sicurezza e salute.

La campagna si chiama Basta tacere: le madri hanno voce ed è un appello contro la “violenza ostetrica” intesa come il mancato rispetto della donna, dei suoi diritti e di quelli del bambino durante le fasi del parto e non solo.

Le donne sono unite nel racconto di ingiustizie subite negli ospedali, durante quello che dovrebbe essere uno dei momenti della vita con i ricordi più belli, in un ambiente che dovrebbe essere il più sicuro e rispettoso in assoluto.

Troppo spesso le donne sono vittime più che di quella che potremmo chiamare malasanità, di una vera e propria assenza di considerazione dei diritti e delle azioni  mediche e relazionali. Si arriva a vivere un trauma, negando la giusta assistenza alla donna e al bambino che sta per nascere o appena nato.

Dalla pagina FB Basta tacere: le madri hanno voce:

Le donne e utenti dell’assistenza alla maternità sono escluse dalle decisioni sul percorso nascita e sulle politiche sanitarie che riguardano il loro corpo e i loro bambini. Le loro voci non vengono ascoltate, eppure esse descrivono un quadro preoccupante in cui emerge che nell’assistenza alla nascita in Italia i diritti fondamentali e costituzionali non vengono rispettati.

Vi consiglio di visitare questa pagina Facebook per leggere tutti i racconti delle donne e se anche voi volete riportare la vostra testimonianza partecipate alla campagna!

Se durante l’assistenza al parto avete vissuto esperienze di abuso, maltrattamenti o violenza, vi chiediamo di:
• scrivere la vostra esperienza in un foglio (anonimo, senza riferimenti alle persone e/o luoghi precisi) intitolandolo #bastatacere
• farvi un auto-scatto con il foglio (senza viso)
• postarla sulla pagina Facebook creata appositamente per l’iniziativa
• a partire dalla data 4 aprile 2016 per 15 giorni.

Attraverso la raccolta dei racconti di donne che hanno subito queste violenze si vuole catalizzare l’attenzione sull’importanza di un’assistenza centrata su mamma e bambino per rendere il parto un’esperienza emotiva positiva, per vivere il rapporto con gli operatori in un clima di rispetto reciproco, per collaborare tra i soggetti “in gioco” in un evento così importante e irripetibile. Si vuole inoltre aprire un dialogo con gli operatori del settore sanitario.
Molti racconti condivisi dalla pagina provengono da ostetriche specializzande arrivate a scontrarsi con i colleghi o i superiori per incongruenze nelle decisioni, per modalità di approccio alla donna e al parto troppo violenti, simili ad abusi di potere.

Le storie che si leggono fanno rabbrividire, vorremmo non leggere mai certe esperienze, pensando davvero che nessuna donna dovrebbe subire certe ingustizie. Vorremmo per tutte le donne un parto circondato di positività, aiuto, comprensione e rispetto totale, di competenza che entra in gioco nei giusti tempi e con i giusti modi, senza abusi e shock psicologici.

Vi invito a leggere i racconti delle donne, a riflettere, a pensare di denunciare i casi in cui non vi siete sentite tutelate, protette e al sicuro.
Condividete tra i vostri contatti e diffondete l’iniziativa #bastatacere. Pensate che con questo gesto potreste aiutare un’amica in difficoltà, che sa di aver subito un trauma e che può trovare conforto nell’empatia e nell’ascolto di altre donne e madri.

 

L’iniziativa è curata da:

Human Rights in Childbirth in Italia
La Goccia Magica
Nanay
Alma Mater

 

Pagina FB di riferimento della campagna:

Basta tacere: le madri hanno voce

 

 

Francesca Calori