Latte di crescita, si o no?

L’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) raccomanda l’allattamento esclusivo al seno fino al sesto mese di vita, proseguendo poi quanto più possibile in parallelo al divezzamento.

Il latte materno, infatti, è l’alimento più completo da offrire ai neonati. È ricco di sali minerali, proteine, acidi grassi essenziali e altri nutrienti utili al corretto sviluppo del bambino.

Dopo il dodicesimo mese di vita se la mamma non allatta più, si può ricorrere al latte di crescita.

Il latte di crescita è un latte formulato appositamente per rispondere alle esigenze nutrizionali dei bambini dai 12 ai 36 mesi.

 latte crescita

Tramite il latte di crescita è possibile assicurare un corretto ed equilibrato apporto di tutti quei nutrienti che nel latte vaccino mancano o, al contrario, sono in eccesso.

Bisogna ricordare che il latte vaccino ha un contenuto di proteine tre volte superiore rispetto al latte materno, mentre risulta carente di ferro.  

Il latte di crescita, invece, contiene meno proteine ed è arricchito in micronutrienti, come ferro, zinco e vitamine. Ciò rende più facile soddisfare in modo adeguato le esigenze nutrizionali del bambino.

Attenzione però al possibile eccesso di zuccheri. Spesso i latti artificiali sono arricchiti con zuccheri che rendono il prodotto più appetibile. Questa eccessiva dolcezza potrebbe influenzare i gusti del bambino favorendo lo sviluppo di preferenze per i cibi dolci, con conseguente rischio di incorrere in sovrappeso e obesità.

Teniamo presente che Infatti, secondo gli studi condotti dagli esperti EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) i livelli di assunzione nei lattanti e bambini della prima infanzia di energia, proteine, sale e potassio è piuttosto elevato.

EFSA sottolinea l’importanza di non eccedere con l’apporto energetico e di prestare attenzione che i livelli acidi grassi omega-3, ferro, vitamina D e iodio siano sufficienti per il corretto sviluppo del bambino.

Gli alimenti arricchiti sono quindi un modo per incrementare tali apporti, ma non l’unico: spetta ai genitori scegliere una dieta il più possibile completa e bilanciata per il loro bambino.

Per questo teniamo presente come sia importantissimo cercare di inserire ad ogni pasto frutta e verdura, proporre carne bianca 2 o 3 volte a settimana, pesce -meglio se azzurro- almeno 2 o 3 volte la settimana e formaggio 2 volte. Anche i legumi andrebbero introdotti almeno un paio di volte la settimana, associati possibilmente a cereali integrali per un piatto unico o tal quali.  Ricordiamo inoltre di limitare al minimo l’aggiunta di sale o zucchero: abituiamo così il bambino ad apprezzare il più possibile tutti i gusti nella loro naturalezza.

Martina Cirelli per Madegus

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FONTI

OMS Organizzazione Mondiale della Sanità

EFSA Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare

SIP Società Italiana di Pediatria

EUFIC European Food Information Concil

Ministero della Salute

INRAN linee guida